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L’Ue in affanno, da Idomeni alle quote

Di nuovo scontri a Idomeni, sul confine greco-macedone. “Una decina di giovani profughi esagitati ha cercato di raggiungere la frontiera. La polizia macedone ha risposto sparando quattro lacrimogeni”, racconta l’inviato di Controradio Claudio Gherardini. La novità rispetto al 10 aprile, giorno della massiccia carica delle forze dell’ordine macedoni (centinaia i feriti), è stata l’intervento in contemporanea della polizia greca che ha cercato di impedire che i manifestanti raggiungessero la frontiera. “Così si è interrotto il lancio di candelotti”, spiega Gherardini: altrimenti i macedoni avrebbero rischiato di colpire i poliziotti greci.

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Prosegue, alla spicciolata, anche il tentativo di sgomberare il campo illegale di Idomeni. Sono circa 300 per volta i profughi che vengono portati, via autobus, in strutture attrezzate (e militarizzate) gestite dai militari greci. Ma restano sopra le 11mila le presenze stimate a Idomeni.

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Intanto aumentano i flussi lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Nella sola giornata di ieri, la Guardia costiera ha salvato 2.154 persone dirette in Italia su 17 imbarcazioni. Stamane altre 121 sono state recuperate a largo del Canale di Sicilia. Il generale Paolo Serra, consigliere militare dell’inviato Onu Martin Kobler, sostiene che in questo momento in Libia “ci sono un milione di potenziali migranti”. Il militare ha argomentato la risposta spiegando che in Libia, prima della rivoluzione “l’80 per cento di sei milioni di abitanti lavorava nel terziario mentre la forza lavoro, sia industriale che agricola, era tutta una manovalanza esterna che comunque veniva assorbita”. Oggi la crisi in cui versa il Paese ha lasciato gran parte della popolazione disoccupata, con il sogno di ricostruirsi una vita in Europa.

L’ultima notizia sul fronte migranti arriva invece dalla Commissione europea, che ha sancito ancora una volta il fallimento della politica delle quote. Bruxelles, infatti, aveva stabilito un tetto da raggiungere di 6mila ricollocamenti di profughi all’interno di Paesi dell’Unione europea, il 16 marzo. “Questo obiettivo non è stato raggiunto”, scrivono i funzionari della Commissione sul Secondo rapporto su ricollazione e resettlement. La redistribuzione dei profughi tra i Paesi Ue è uno dei passaggi chiave del negoziato Europa-Turchia. Per ogni profugo respinto dalla Grecia in Turchia è previsto che l’Ue ricollochi un migrante.

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    È morta Patrizia Arnaboldi. Femminista, militante comunista, è stata tra le fondatrici di Radio Popolare

    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

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    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

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    Summertime di giovedì 03/07/2025

    Gaza, ipotesi di tregua tra le bombe d’Israele, con Paola Caridi, giornalista, saggista, esperta di Palestina. La trattativa sui dazi e la debolezza dell’Europa, con Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, editorialista del Sole 24 Ore. Il caso del libro di storia che non piace a Fratelli d’Italia, con uno degli autori del libro, lo storico Carlo Greppi. Milano sempre più cara, chiudono anche i negozi per gli affitti troppo alti: il microfono aperto. Mao Valpiana del Movimento Noviolento ricorda Alex Langer a 30 anni dal suicidio. La quarta puntata di “Racconto Lucano” con Sara Milanese.

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