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“Cosa facciamo in mare? Rispettiamo la legge”

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Sandro Metz, operatore sociale diventato “armatore” di Mediterranea, racconta l’esperienza che ha ripreso il largo ieri e che naviga nel Canale di Sicilia battendo bandiera italiana.

Due barche e 16 persone a bordo per una missione di osservazione e salvataggio. Chi paga? Chi garantisce la solidarietà? L’intervista di Claudio Jampaglia a Giorni Migliori a chi ha deciso di rischiare in prima persona quello che rischiano i migranti mentre l’Organizzazione Mondiale dei Migranti denuncia 1.987 morti in mare nei primi 10 mesi del 2018.

Iniziamo questa avventura nel momento in cui da parte governativa si rivendicava il fatto di aver perso il significato del Mar Mediterraneo. C’era chi festeggiava per il fatto che non ci fossero più Ong, che non ci fossero più navi umanitarie e solidali e quindi si raccontava non senza di quelle non c’erano più partenze e non c’erano più attraversamenti.
La nostra risposta è stata semplice: compriamo una nave. Una banca etica ci ha finanziato per mezzo milione di euro e una serie di associazioni e soggetti politici e sociali hanno messo delle risorse economiche pari a quasi 100mila euro e con quello siamo partiti. Ovviamente adesso c’è una campagna di raccolta fondi che servirà non soltanto a recuperare i soldi messi, ma tentare di dare continuità a questa operazione.

Ci sono delle persone in carne ed ossa, come te, che hanno messo garanzie personali, cioè che hanno messo i loro beni, i loro guadagni e le loro case su questa operazione.

Sì, le firme di garanzia con Banca Etica sono state messe da Nichi Vendola, Nicola Fratoianni, Erasmo Palazzotto, che è anche presente sulla Mar Ionio visto che ha delle competenze anche per quanto riguarda le operazioni di salvataggio, Rossella Muroni e il sottoscritto. Cinque persone che hanno messo le firme per rispondere in solido di quei soldi.

Il mare è una cosa seria e salvare le vite è molto complicato. Se vi doveste incontrare con una barca in difficoltà dovreste voi approcciare il soccorso e la sicurezza. Non è uno scherzo insomma.

Non c’è niente di superficiale o di improvvisato in tutta questa vicenda. Nonostante sia tutto fatto nella maniera più approfondita, seria e precisa possibile, tutte le volte che esci in mare entri in un in un luogo ostile, difficile e complicato. Ci sono sempre più navi commerciali che fanno finta di niente quando incontrano delle imbarcazioni in difficoltà, perché sanno che salvando le persone rischiano di stare ferme per settimane.E per una nave commerciale rimanere bloccata significa sostenere dei costi enormi.

Cosa succederà se avrete dei migranti a bordo della Mar Ionio?

Tu per legge devi salvare le persone che trovi in difficoltà. E noi risponderemo a quelle che sono le leggi internazionali per le operazioni di salvataggio in mare. Se dovesse succedere faremmo le operazioni di salvataggio in modo coordinato, trasparente e registrato con il Centro di Coordinamento Marino di Roma, essendo noi battente italiana, e con il Centro di Coordinamento Marino di Malta nel caso in cui fosse coinvolto direttamente. Noi lo faremo perchè bisogna farlo, perché è la legge che ti impone di farlo.
È ovvio che il clima politico del momento fa sì che sembri illegale salvare le persone, sembra che sia immorale e sbagliato e questo è allucinate.
Noi però non potremmo fare diversamente, non possiamo non salvare quelle persone e richiedere al Centro di Coordinamento Marino di Roma un porto sicuro di approdo. Noi chiederemo dove potremo attraccare per poter portare in sicurezza i naufraghi che abbiamo raccolto.

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Foto dalla pagina FB di Mediterranea Saving Humans https://www.facebook.com/Mediterranearescue/

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intervista Sandro Metz

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