Per la prima volta nei vertici Onu, alla COP30 in Amazzonia, sarà inserito il tema dell’impatto ambientale delle tecnologie digitali, con un focus su data center e intelligenza artificiale.
I data center e l’intelligenza artificiale hanno un alto consumo di risorse a livello globale. L’elaborazione delle informazioni e l’archiviazione dei dati necessitano di processori potenti e del raffreddamento dei server. Processi che richiedono un alto consumo di energia e di acqua. Gli effetti socio-economici iniziano a farsi sentire in America Latina. A Caucaia, nel nord-est del Brasile, l’azienda che gestisce TikTok ha intenzione di costruire un data center. “Le stime, però, prevedono un consumo energetico giornaliero pari a quello di 2,2 milioni di brasiliani. La popolazione è preoccupata che l’aumento dei consumi da parte del data center faccia aumentare anche il prezzo dell’energia. Anche il consumo idrico da parte di grandi aziende digitali è cresciuto notevolmente. Google ha aumentato il consumo netto d’acqua del 205% tra il 2013 e il 2016. Nella capitale dell’Uruguay, due anni fa, era in costruzione un data center di Google.
La popolazione era stremata dalla siccità si chiedeva: “Ma se l’acqua è così scarsa, deve essere data a Google per i suoi data center o alla popolazione?”. I cittadini sono andati in tribunale per chiedere trasparenza sul consumo di acqua da parte di Google e hanno vinto. Il Cile è il Paese più sensibile al tema. Il ministro della Scienza ha presentato nel 2024 il Piano Nazionale Data Center con l’obiettivo di regolamentare il settore. Ha creato uno strumento digitale progettato per mappare gli impatti socio-economici, identificando le aree più vulnerabili. Le pressioni delle grandi aziende digitali hanno però messo in dubbio l’efficacia dello strumento. In questo momento non esiste un criterio per analizzare l’impatto socio-economico dei data center, dell’uso del gasolio, dell’energia e dell’acqua in America Latina. Ma la presenza del tema durante la Conferenza ONU sul clima a Belem fa ben sperare.
di Alice Franchi


