
“Mentre crescono le conoscenze, le risorse, le disponibilità tecnologiche assistiamo a nuovi scenari di carestia, a inaccettabili sperequazioni, a un regresso di quel sistema multilaterale unico paradigma in grado di dare vere risposte a questi bisogni”
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione degli 80 anni della Fao – l’organizzazione delle Nazioni Unite per cibo e agricoltura – ha parlato di un triste paradosso, il World Food Program in un report uscito ieri di punto di rottura.
La crisi di fiducia nelle organizzazioni internazionali, capitanata dal presidente americano Donald Trump, che di recente ha accusato le Nazioni Unite di non produrre niente altro che “parole vuote”, ha portato a un taglio di quasi 5 miliardi di dollari al budget del World Food Program nello scorso anno. I soli Stati Uniti hanno ridotto i propri contributi di 3 miliardi, eliminando l’agenzia Usaid, ma anche Regno Unito e paesi europei come la Germania hanno tagliato i fondi. Il risultato? Fino a 13,7 milioni di persone rischiano di cadere in uno stato di fame a livello emergenziale, aggiungendosi ai già 44 milioni in queste condizioni e ai 319 in insicurezza alimentare acuta, secondo il World Food Program. Uno studio pubblicato sul Lancet, inoltre, prevede entro il 2030 14 milioni di morti in eccesso, causate unicamente dai tagli a Usaid.
Una situazione condannata anche da Papa Leone XIV, che ha dichiarato “la comunità internazionale non può voltarsi dall’altra parte”, e sottolineato l’importanza del multilateralismo, per ripensare il sistema degli aiuti internazionali basandolo sull’ascolto delle popolazioni in difficoltà.
di Virginia Platini