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Chiude (per ora) il mercato in p.ta Genova

Cancelli chiusi, bancali accatastati uno sull’altro, teloni che coprono tavoli in legno e gazebo piegati dal mal tempo. Resta questo del Mercato Metropolitano di Porta Genova, uno dei luoghi più frequentati nella primavera estate 2015, dopo che venerdì mattina gli avvocati sono arrivati per pignorare i beni.

Sulla scia di Expo, il MM, aveva fatto registrare record di presenze a tutte le ore del giorno, eppure i conti non tornano, perché nonostante il pienone, ci sono debiti che ammonterebbero quasi a un milione di euro. Una crisi annunciata, secondo i ben informati, dato che le aziende che avevano fornito servizi e mano d’opera non venivano pagate da mesi dalla società Qualitalia. E infatti, ben cinque di queste hanno avviato dei procedimenti legali e sono, così, partite le espropriazioni.

È di circa 90mila euro solo il debito verso una società che ha installato l’impianto elettrico, ma a questi si aggiungono quelli delle ditte che, invece, provvedevano alla pulizia dell’aria.È stata una brutta sorpresa per la città che, ignara dei guai, già pregustava serate tra pane appena sfornato e street food di ogni parte del mondo. Nemmeno le zanzare, feroci più che mai in prossimità del naviglio, avrebbero fermato la movida milanese, ma tant’è… Per ora è tutto bloccato.

Anche l’arco che sovrasta il cancello d’ingresso è dismesso, anche perché lo stesso nome “Mercato Metropolitano” non potrà più essere usato. La licenza del marchio è scaduta e il rapporto con il suo proprietario non è stato rinnovato, non si sa se per motivi legali o per altri problemi. Qualora riaprisse, dunque, si chiamerà genericamente Mercato di Porta Genova, ma ancora non ci sono certezze, sebbene siano arrivate delle rassicurazioni al riguardo. “Siamo pronti per ripartire – ha detto Antonio Schiavelli, presidente di Unaproa, Unione Nazionale tra le Organizzazioni di Produttori ortofrutticoli che già controllava il mercato proproio tramite la società Qualitalia, quella al centro della bufera.

“La nostra Unione ha già presentato al Comune di Milano e alle Ferrovie dello Stato il masterplan delle attività programmate per il 2016 dove, dalla creazione di orti urbani alle iniziative di educazione alimentare, dalle manifestazioni dei produttori al coinvolgimento delle organizzazioni no-profit, si profila un programma ancor più importante di quello dell’anno precedente”. Il gruppo Ferrovie dello Stato, proprietario del terreno, pare abbia già comunicato all’Unaproa il benestare alla prosecuzione del progetto, così come il Comune di Milano ha espresso il gradimento per le iniziative proposte. “È stata già individuata la società che gestirà queste attività composta da professionisti di alto profilo e grande esperienza e da tre grandi nostre organizzazioni di produttori ortofrutticoli della Lombardia – ha puntualizzato Schiavelli – e vogliamo che a maggio sia tutto pronto”. Dei guai giudiziari della vecchia gestione nessuno ha voglia di parlare e anche le società debitrici non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione, ma le aziende agricole che hanno lavorato sono state tutelate dall’Unione.

In molti, nonostante tutto, hanno voglia di ricominciare a lavorare, mentre Milano, che con quel mercato ha rivalutato un vecchio scalo merci, spera di tornare lì per fare l’happy hour.

di Bianca Senatore

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    Bianca Senatore
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    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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