Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Venerdì 3 luglio 2020

COVID Chiusure

Il racconto della giornata di venerdì 3 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia e il rapporto annuale dell’Istat. 4 attivisti per i diritti umani condannati in Turchia per terrorismo, mentre in Italia fa discutere la battuta di Valeria Parrella al Premio Strega 2020. 25 anni fa ci ha lasciato Alexander Langer. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Oggi in Italia sono stati accertati 223 nuovi casi di coronavirus. Il dato è in leggero aumento rispetto a ieri, ma risente di un maggior numero di tamponi analizzati. 15 le morti comunicate, la metà rispetto a quelle registrate ieri.
Oggi il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno parlato di una situazione “complessivamente positiva”, ma anche di alcune Regioni in cui il numero dei focolai è “abbastanza rilevante”. In Veneto il presidente Zaia ha annunciato che nei prossimi giorni approverà un’ordinanza con nuove restrizioni, parlando di un aumento dell’indice di contagio. In Lombardia non si ha notizia di nuovi focolai, ma nella Regione resta concentrata buona parte dei positivi: oggi ne sono stati accertati 115, circa metà del totale italiano.

Michele Migone ha intervistato Massimo Galli, infettivologo e dirigente dell’ospedale Sacco di Milano:

 

Istat: “Dopo il COVID un Paese sotto shock”

(di Omar Caniello)

Un Paese impoverito, segnato da profonde diseguaglianze che il COVID ha reso ancora più fragile e le cui conseguenze economiche rischiano di essere pagate dalle fasce più vulnerabili della società. È questo il quadro che emerge dell’ultimo rapporto annuale dell’Istat. I dati più preoccupanti riguardano le conseguenze della pandemia sul lavoro, quella che si prospetta è una crisi occupazionale senza precedenti.
Il report annuale dell’Istat indica che il 12% delle imprese pensa nei prossimi mesi di tagliare personale e un terzo ha problemi di liquidità. Un dato a cui va sommato quanto sta già accadendo: ad aprile gli occupati sono diminuiti di 274 mila unità, mentre I lavoratori che hanno dichiarato di usufruire della cassa integrazione sono stati quasi 3 milioni e mezzo. A pagare il prezzo più alto della crisi sono donne, giovani e tutti coloro che hanno un lavoro precario. Un paese, l’Italia dove l’ascensore sociale, la speranza di migliorare la propria condizione economica non solo è fermo da anni ma ora rischia di funzionare al contrario. Disuguaglianze che rischiano di aumentare anche tra i minori a causa della chiusura delle scuole imposta dal COVID : nel biennio 2018-2019 il 12,3% dei minori (pari a 850mila tra bambini e ragazzi) non aveva un pc né un tablet uno svantaggio che aumenta al sud :non possiede pc o tablet oltre un terzo dei ragazzi che vivono nel Mezzogiorno in famiglie con basso livello di istruzione. Infine la sanità, la pandemia ha impattato su un sistema sanitario in cui negli ultimi 10 anni non si è praticamente investito nulla, ma in compenso si è tagliato dal personale medico a quello infermieristico fino ai posti letto negli ospedali. Nel 1995 erano 356mila, nel 2018 sono 211mila, con 3,5 posti letto ogni 1.000 abitanti ben al disotto della media europea.

Turchia, 4 attivisti per i diritti umani condannati per terrorismo

Oggi un tribunale di Istanbul ha condannato per terrorismo 4 attivisti per i diritti umani. Tra loro l’ex presidente e l’ex direttrice di Amnesty International Turchia. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia:


 

Premio Strega, la battuta di Valeria Parrella su Augias e il #metoo

(di Anna Bredice)

È bastata una risata incredula in faccia al conduttore del premio Strega a svelare la consuetudine per cui della condizione femminile è normale che parlino gli uomini. Eppure è bastato un secondo per far crollare il castello di carta. Giorgio Zanchini ieri sera a Villa Giulia presentava il premio Strega e intervistava la finalista, Valeria Parrella, unica donna tra 6 candidati. Con estrema naturalezza, e questo la dice lunga, salutava Parrella e annunciava che con Augias avrebbe affrontato il tema #MeToo. “E lei ne vuole parlare con Augias? Auguri”, ha commentato la scrittrice. L’imbarazzo era visibile nel giornalista conduttore perché era tutto preparato nei minimi dettagli, e la risata di Parrella ha svelato la normalità di una enorme contraddizione per cui nelle trasmissioni televisive – soprattutto quelle culturali – sulla questione femminile sono gli uomini a parlare. Zanchini ancora candidamente ammetteva che Parrella avrebbe potuto parlare per ora dell’argomento, ma che lo avrebbe fatto un’altra volta, perché toccava a Corrado Augias. E questo, quasi offeso, replicava che ne aveva tutto il diritto, chiedendo perché allora due scrittori potessero parlare degli operai del Sulcis. È probabile che il video diventato virale finisca dimenticato già domani, ma perlomeno ha fatto emergere per qualche ora una concezione ancora maschile delle trasmissioni culturali, compresi i premi letterari, visto che 29 degli ultimi 34 vincitori sono stati uomini.

25 anni fa ci ha lasciato Alexander Langer

25 anni fa ci ha lasciato Alexander Langer. Lui si definiva “pacifista, ecologista, costruttore di ponti”. Fu eurodeputato dei Verdi e si battè per il dialogo interetnico nella sua regione di origine, il Trentino Alto Adige.
Poi, per la pace nella ex Jugoslavia. Marco Boato, amico e compagno di impegno politico, ne ha scritto la biografia, “Alex Langer, costruttore di ponti”:


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Nel corso della storia, la comparsa e la diffusione su larga scala di tecnologie che hanno contribuito a riplasmare la rappresentazione di sé e del mondo hanno sempre generato paure e previsioni "apocalittiche". È andata così con la scrittura alfabetica, con la fotografia, con il cinema, con la televisione e anche con Internet. Senza eccezione, ogni rivoluzione tecno-scientifica ha partorito profeti di sventura e cantori dei disastri che le "macchine" avrebbero prodotto sugli individui e sulla società. Oggi l'atteggiamento prevalente non è cambiato. Sul banco degli imputati abbiamo il digitale - e in particolare la sua declinazione ritenuta più pericolosa, soprattutto per i giovani: lo smartphone. Disattenzione, ansia, isolamento sociale, sindrome da ritiro sono solo alcuni dei sintomi con cui si tende a diagnosticare la morbosa dipendenza dalla tecnologia più temuta e più utilizzata. C'è chi rimpiange un'umanità perduta e chi invece rincorre "patenti" o divieti. Saranno queste le soluzioni più efficaci? E, ancor prima, sono attendibili le analisi, le argomentazioni e le narrazioni che sembrerebbero legittimare questi rimedi? Gli autori di questo libro partono da qui. Smascherando false ideologie e inutili scorciatoie, fanno il punto sullo stato dell'arte della ricerca neuroscientifica per arrivare a prospettare orizzonti culturali e educativi in grado di fare i conti con le sfide e le criticità che una società digitalizzata inevitabilmente porta con sé. Il libro "Oltre la tecnofobia. Il digitale dalle neuroscienze all’educazione", edito da Raffaello Cortina Editore, è stato scritto a tre mani da Vittorio Gallese, Pier Cesare Rivoltella e Stefano Moriggi. Quest'ultimo è stato ospite di Ira Rubini oggi a Cult.

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