Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Sabato 19 settembre 2020

Il racconto della giornata di sabato 19 settembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia diffusi oggi alle incertezze politiche e burocratiche legate alle giornate elettorali alle porte. L’ANM ha definitivamente espulso Luca Palamara, negli Usa la morte della giudice liberal della Corte Suprema Ruth Bader Ginsburg getta un’ulteriore ombra sul futuro politico del Paese. Gli stadi Italiani riaprono, con capienze ridottissime. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Tornano a calare i contagi in Italia. Oggi sono stati 1638 i nuovi positivi, 270 in meno di ieri nonostante un numero maggiore di tamponi 103.223 nelle ultime 24 ore, ieri erano poco meno di 100mila . Aumentano invece i decessi oggi sono 24 rispetto ai 10 di ieri, si tratta del numero più alto da inzio luglio. In lieve aumento anche le terapie intensive più 7 per un totale, a livello nazionale, di 215 persone . 

La posta in palio alle elezioni

(di Luigi Ambrosio)

Ci sono due persone che si giocano molto con il voto.

Uno è Zingaretti. L’altro è Conte.

Il segretario del Pd è quello che rischia di più. In particolare se la Toscana saltasse, insieme alle Marche, facendo sgretolare l’egemonia storica della sinistra nel centro Italia. Zingaretti deve sperare che l’assalto leghista venga respinto, e poi che il candidato ligure espressione dell’ipotesi di alleanza coi 5 Stelle non vada troppo male, e che i signori del partito al sud, De Luca in Campania ed Emiliano in Puglia, salvino il risultato per il Pd.

Gli avversari interni di Zingaretti sono pronti a fargli il processo, a chiedere un nuovo congresso e a cambiare maggioranza. Anche il referendum è un voto politicizzato -ed è ormai un classico dei tentativi di riforma istituzionale in Italia- dopo che il segretario Pd lo ha legato all’accordo coi 5 Stelle. E se l’attuale minoranza Pd si prendesse la segreteria, la poltrona di Conte a Palazzo Chigi diventerebbe una delle più scomode e traballanti in Italia.

Questo, naturalmente, se non fosse una debacle. Il quel caso le conseguenze sarebbero immediate, per tutti e Mattarella farebbe una gran fatica a contenere Salvini e Meloni lanciati verso la richiesta di nuove elezioni politiche.

Problemi ai seggi per l’alto numero di rinunce di presidenti e scrutatori

(di Luca Gattuso)

Quella di oggi è stata probabilmente la più problematica giornata di costituzione dei seggi della storia della Repubblica. Quasi tutti i Comuni hanno avuto serissimi problemi per l’alto numero di rinunce sia dei presidenti che degli scrutatori. A Bari addirittura dal momento delle nomine il 70% dei presidenti ha dato forfait e il 40% degli scrutatori. Un terzo di sostituzioni fra i Presidenti di Firenze e Torino e numeri molto simili anche a Milano dove questa mattina sul suo account Twitter il Comune ha lanciato un appello per la ricerca di Presidenti di Seggio. Scelta simile è stata fatta dal Comune di Genova però utilizzando Facebook. 

Fin dal momento delle nomine sono state molti i forfait per motivi personali o di lavoro ma la maggior parte delle rinunce è arrivata nelle ultime ore con la presentazione di certificati medici e questo ha creato le maggiori difficoltà a livello organizzativo perché, per quanto i Comuni abbiano coinvolto i propri dipendenti, non si era in grado di prevedere quanti sarebbero stati i presidenti da sostituire.

Ovviamente il collegamento al Covid è stato immediato. Il timore di dover stare dalle 7.00 alle 23.00 di domani e poi lunedì fino alle 15.00 nel seggio a contatto di decine di persone pur con tutte le protezioni che la macchina organizzativa delle elezioni ha previsto ha spinto Presidenti e scrutatori a cercare una via di uscita per rinunciare all’incarico.

Palamara espulso ufficialmente dall’ANM

L’assemblea nazionale dei magistrati ha espulso definitivamente per gravi violazioni del codice etico l’ex pm di Roma Luca Palamara, ed ex presidente dell’ANM.

L’assemblea generale del sindacato delle toghe ha bocciato il ricorso presentato dal magistrato romano, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio e imputato a Perugia per corruzione.

“Le decisioni devono essere rispettate – ha detto Palamara – Ribadisco di non aver mai barattato la mia funzione”.

Palamara è al centro dell’inchiesta della procura di Perugia che ha fatto emergere l’intreccio tra alcuni magistrati e alcuni politici che aveva per oggetto importanti nomine giudiziarie.

L’episodio contestato dagli inquirenti di Perugia riguarda l’incontro in un albergo romano con i consiglieri del Csm Luigi Spina, Corrado Cartoni, Gianluigi Morlini, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre, e i deputati del Pd Luca Lotti e Cosimo Ferri (poi passato a Italia Viva). Oggetto dell’incontro: le nomine ai vertici delle principali procure italiane, a cominciare da quella di Roma.

Le conseguenze della morte di Ruth Bader Ginsburg sul futuro politico degli USA

(di Roberto Festa)

La morte di Ruth Bader Ginsburg stravolge la campagna elettorale americana. Donald Trump e il leader repubblicano del Senato, Mitch McConnell, vogliono nominare un nuovo giudice nel più breve tempo possibile. Si parla con ogni probabilità di una donna. Trump vede nella scelta di un giudice conservatore un modo per rivitalizzare una campagna elettorale, la sua, molto in difficoltà. La leadership repubblicana pensa alla possibilità di modellare per generazioni la società americana, con una forte maggioranza conservatrice alla Corte Suprema. I democratici cercano invece di rimandare la scelta al dopo elezioni, con il nuovo presidente, ma per il momento possono poco. I repubblicani hanno infatti, al Senato, la maggioranza per approvare la nomina di Trump. Molto dipenderà, quindi, da quello che decideranno di fare i senatori repubblicani più moderati, Susan Collins, Lisa Murkowski, Chuck Grassley, che potrebbero voler mantenere un profilo indipendente da Trump e quindi nominare il giudice col nuovo presidente. Una cosa comunque è certa. La battaglia per sostituire Ruth Bader Ginsburg sarà epica.

Ruth Bader Ginsburg è stata un personaggio estremamente popolare, anzitutto per la sua storia personale. Era nata in una famiglia di ebrei di Brooklyn, e tra molte difficoltà – la perdita giovanissima della madre, il maschilismo che regnava nel mondo legale americano – era riuscita caparbiamente a emergere. È stata tra le prime donne a entrare alla scuola di legge di Harvard, è stata la seconda giudice donna della Corte Suprema, nominata da Bill Clinton nel 1993. Allora alcuni temevano che non fosse abbastanza progressista. In realtà, in 27 anni, Ginsburg è diventata l’alfiere del blocco liberal della Corte, e non c’è questione – diritti delle donne, lavoro, ambiente, omosessuali, libertà di espressione – in cui non abbia imposto la radicalità delle sue opinioni. È stata, spesso in minoranza, va detto, perché la maggioranza della Corte è stata in questi anni conservatrice. Ma la sua voce è stata così forte che alla fine Ruth Bader Ginsburg è diventata oggetto di un vero e proprio culto. Notorius RBG, la chiamavano I suoi fan, in un gioco di parole con il rapper Notorius big. E a ogni manifestazione della sinistra americana c’erano cartelli con la frase. Please, don’t die. Per favore, non morire, non dare a Trump la possibilità di scegliere il suo successore. Lei ha resistito come ha potuto, ma a 87 anni anche la sua passione, la sua caparbietà, hanno dovuto arrendersi.

La riapertura degli stadi in Italia

(di Valerio Sforna)

La serie A riparte a soli 48 giorni dalla fine della stagione precedente. A tener banco, più che l’aspetto sportivo, è la questione legata alla riapertura degli stadi. Il ministro Spadafora ha dato il via libera alla partecipazione di un massimo di 1.000 spettatori agli eventi sportivi che si svolgono all’aperto. Una decisione che ha spiazzato la Lega di serie A. Il presidente Paolo Dal Pino ha attaccato il ministro dello sport con parole forti: “Nessuno ci ha interpellato, non siamo stati messi al corrente di nulla”. Il via libera di Spadafora ha portato alcuni presidenti di regione a firmare delle ordinanze ad hoc che permettono a 1.000 sostenitori, negli impianti aperti, e 700, nei palasport, di assistere agli eventi sportivi. Le prime regioni a muoversi in tal senso sono state Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. Sulla questione è poi intervenuto anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha espresso le sue perplessità sull’assenza di un’uniformità di giudizio. “Mi fa riflettere che per le partite del Parma e del Sassuolo si ragioni in un modo e altrove in un altro”, ha detto. 

Andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia

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