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Che cosa è successo oggi? – Mercoledì 22 luglio 2020

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Il racconto della giornata di mercoledì 22 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia agli interrogativi su come verranno utilizzati i soldi del Recovery Fund. Una caserma dei carabinieri è stata posta sotto sequestro a Piacenza e 6 agenti sono finiti in manette mentre la Guardia di Finanza ha perquisito 6 sedi della FCA nell’ambito dell’indagine sulle emissioni inquinanti dei veicoli diesel. La Repubblica di Pavia ipotizza i reati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato sulla prima fornitura di test sierologici quantitativi per il Sars CoV-2 della Regione Lombardia. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Sono tornati a salire i casi di Coronavirus in Italia. Nelle ultime 24 ore sono stati 282 rispetto ai 129 di ieri. La Regione con l’incremento maggiore è l’Emilia-Romagna con 57 nuovi positivi, seguita dalla Lombardia con 51 e il Veneto con 36. Stesso numero di nuovi positivi che si è registrato in Basilicata a causa di un focolaio riscontrato tra una trentina di migranti di origine bengalese che si trovano in isolamento in tre strutture di accoglienza.
Aumento consistente di casi anche in Trentino con 20 positivi, anche in questo caso si tratta di un focolaio, ma riscontrato tra i lavoratori della Bartolini di Rovereto, azienda di logistica. Tornano a riempirsi anche le terapie intensive, una settimana fa erano solo 6 le regioni con persone ricoverate oggi sono 10. 9 le vittime nelle ultime 24 ore ieri erano state 15.

Recovery Fund, inizia il balletto tra maggioranza e opposizione sull’uso dei fondi

(di Anna Bredice)

Sapremo realizzare un piano di riforme con lungimiranza“. Questo è ciò che Conte ha promesso al Parlamento durante l’informativa sull’accordo del Recovery fund. E uscendo dal Senato a chi gli chiedeva se ci sarà un task force per decidere l’uso dei soldi, ha detto che certamente ci sarà. Ma di più al momento non si sa come verranno prese le decisioni per utilizzare dei fondi di enorme quantità, all’opposizione non piace un sistema troppo concentrato e controllato dal governo, diffidenti anche alcuni alleati, che non vogliono cedere un potere smisurato a Conte, come Renzi, che in aula gli ha chiesto di sfidare l’opposizione già ad agosto presentando un piano e facendolo già votare. In qualche modo inizia il balletto di maggioranza e opposizione per capire chi deciderà l’uso dei prestiti, una torta che attira l’interesse del mondo politico, finanziario ed economico.
Già nello scostamento di bilancio che accompagnerà il Def c’è una maggiore sicurezza e fiducia nello stanziamento di risorse che si allargheranno a circa 25 miliardi. Una conseguenza del clima positivo dopo l’accordo, dentro al documento dovrebbero rientrare soldi per allungare la cassa integrazione oltre la fine d’agosto e altre misure di proroga per le scadenze delle tasse delle imprese. Ma tornando alla task force, l’idea non è quella che aveva portato al gruppo guidato da Colao, che non ha prodotto i risultati sperati. Dovrebbe esserci una cabina di regia politica, presieduta da Conte, che comprenderà tutti i ministri interessati, e questa dovrebbe decidere le priorità di spesa. L’attuazione con dei progetti specifici dovrebbe poi essere affidata ad un altro gruppo, più tecnico, con esperti e guidato da una figura che al momento è ancora sconosciuta.

Piacenza, caserma sotto sequestro e 6 agenti arrestati

(di Massimo Alberti)

Da caserma dei carabinieri a centro di spaccio. E per chi non ci stava, pestaggi e violenze che andavano avanti da anni senza che nessuno se ne accorgesse. L’ennesimo capitolo di abusi di forze dell’ordine questa volta ha portato al sequestro di un’intera caserma dei carabinieri a Piacenza. 6 i militari arrestati, di cui uno ai domiciliari, per altri tre disposto l’obbligo di firma, per un altro l’obbligo di dimora. Uno solo dei militari della caserma non è stato coinvolto. La lista dei reati va dallo spaccio, all’estorsione, alle lesioni, alla tortura, alla falsificazione di verbali, arresti illegali, fino al sequestro di persona. Tutto è emerso proprio da un’inchiesta sul traffico di stupefacenti segnalata dall’attuale comandante dei carabinieri di Cremona, in precedenza in servizio nel piacentino.
In quella caserma non c’era nulla di lecito” ha detto la procuratrice capo di Piacenza Grazia Pradella.
Lo ha spaccato, come in Gomorra” dice uno degli spacciatori complici dei carabinieri. Perchè questo era il fulcro: la gestione di un giro di spaccio che aveva al centro la caserma. Vittime dei pestaggi che avvenivano all’interno, semplici cittadini innocenti finiti per errore agli arresti, giustificati poi con prove false, o spacciatori che non volevano collaborare. “Da oggi in poi, se vuoi vendere la roba vendi questa qua, altrimenti non lavori!” sono le minacce di un carabiniere a un pusher, pestato all’interno della caserma. Anche durante il lockdown la caserma era diventata il centro di approvvigionamento di droga degli spacciatori locali: un carabiniere aveva fornito uno spacciatore di autocertificazione per permettergli di muoversi per rifornire la droga “mentre in città contavamo i morti” dice ancora la capo procuratrice Pradella.
Senso di impunità derivante dal potere conferito dalla divisa, certezza di non essere scoperti e onnipotenza verso chi è detenuto in custodia. Cose già viste in altri casi di abusi compiuti dalle forze dell’ordine. “Siamo irraggiungibili” dice uno dei carabinieri intercettato. Tutto proseguiva dal 2017. “L’Arma deve chiedersi come sia stato possibile” conclude la procuratrice Pradella.
Il maggiore Rocco Papaleo, attualmente comandante della compagnia Carabinieri di Cremona dalla cui segnalazione è partita l’inchiesta, ha detto agli inquirenti di non aver mai riferito nulla di quanto appreso ai carabinieri di Piacenza poiché “non si fidava degli attuali dirigenti“.
La politica fa quadrato attorno all’Arma, chiedendo di punire i colpevoli ma di non generalizzare. “Fatti inaccettabili, che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma, vicinanza ai carabinieri che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle Istituzioni” le dichiarazioni del Ministro della Difesa Guerini. Totale sostegno ai magistrati è stato espresso dal comando generale dell’Arma che ha sospeso dal servizio i Carabinieri coinvolti.
Secondo l’avvocato Fabio Anselmo, che ha seguito numerosi casi di abusi da parte di forze dell’ordine, “si ripropone il problema di una scarsissima vigilanza, e di una scala gerarchica che preferisce chiudersi a riccio in un malinteso spirito di corpo”.

Dieselgate, perquisizioni in 6 uffici della FCA

L’inchiesta per frode sulle emissioni nocive bussa ancora a casa Fiat. I finanzieri sono entrati in 6 sedi della FCA, tra cui Mirafiori, al Lingotto, il centro ricerche di Orbassano, la Cnh Industrial, nell’ambito dell’indagine delle procure di Francoforte e Torino sulle emissioni inquinanti dei veicoli diesel. Non risultano al momento indagati. Il reato è frode in commercio, con l’ipotesi che su alcuni modelli siano stati installati dispositivi non conformi al regolamento europeo, per cui le emissioni inquinanti sarebbero superiori a quelle omologate. Un’inchiesta del tutto analoga a quella sul “dieselgate” di Volkswagen.
Sono 5 i modelli di motore sotto indagine che avrebbero montato il software in grado di ridurre artificiosamente le emissioni in fase di collaudo, rientrando così nei limiti di legge. A maggio dell’anno scorso Fca Aveva già patteggiato un risarcimento di 800 milioni di dollari negli USA in una class action per una vicenda analoga. A settembre era poi stato arrestato il responsabile delle attività di calibrazione dei motori a gasolio di Fiat Chrysler Emanuele Palma, accusato del reato di cospirazione per aver ingannato le autorità di controllo.

Test sierologici, Indagati vertici San Matteo e Diasorin

(di Fabio Fimiani)

Turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e peculato sulla prima fornitura di test sierologici quantitativi per il Sars CoV-2 della Regione Lombardia.
Le accuse della Procura della Repubblica di Pavia sono per i vertici del Policlinico San Matteo e della Diasorin, che avevano stretto un accordo per la validazione dei test. Questo avrebbe giustificato la trattativa privata della Regione con la società di prodotti diagnostici di Saluggia, in provincia di Vercelli.
Per questo motivo la Guardia di Finanza ha acquisito documentazioni presso le abitazioni degli otto indagati, il San Matteo e la società specializzata nella diagnostica medica, in particolare nei suoi laboratori all’Insubrias Biopark di Gerenzano, in provincia di Varese. Nella struttura si trovano anche la Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita, e la società Servire, coinvolte nell’indagine. L’ex commissario della Lega di Varese Andrea Gambini, non indagato, è direttore generale della fondazione e presidente della società, i cui fatturati dipendono molto dai rapporti commerciali con Diasorin, ed è presidente dell’Istituto Neurologico Besta di Milano. Anche i vertici del San Matteo sono in quota Lega, con il direttore generale Carlo Nicora anche vicino a Comunione e Liberazione, oltre che varesino. Tra gli indagati c’è il virologo del San Matteo Fausto Baldanti. Il medico durante la fase 1 della pandemia Covid si era dovuto dimettere dai comitati dell’Istituto Superiore di Sanità e della Regione Lombardia sulla validità dei test sierologici perché responsabile scientifico dell’accordo San Matteo-Diasorin. Un conflitto di interesse riscontrato anche dalla Procura della Repubblica di Pavia, che avrebbe anche ravvisato un accordo commerciale tra ospedale e azienda per ideare un nuovo test quantitativo, più lento e costoso di quelli qualitativi, i cosiddetti pungidito.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Alzheimer: la retta delle Rsa non deve essere pagata dai familiari. La sentenza della Corte d’Appello di Milano

    La retta della Rsa per le persone affette da Alzheimer deve essere a carico dell’Azienda Sanitaria: lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano che ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Milano. Sentenza che obbligava un cittadino lombardo a pagare il ricovero in una struttura sociosanitaria per la madre malata di demenza senile. Si tratta di rette insostenibili: secondo i sindacati, nonostante la Lombardia impegni 200 milioni di euro in più all’anno rispetto a quattro anni fa proprio per le RSA, queste alzano le rette e le famiglie continuano a pagare prezzi spropositati. Abbiamo sentito prima Laura Valsecchi di Medicina Democratica e successivamente Federica Trapletti, segretaria SPI CGIL che sta seguendo la vicenda.

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