Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Mercoledì 21 ottobre 2020

Il racconto della giornata di mercoledì 21 ottobre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia Alla storica apertura del papa alle unioni delle persone omosessuali. In Lombardia scattano misure restrittive che appaiono già deboli prima ancora di essere applicate. In Libia proseguono le trattative per porre fine a una decade di guerra. La Francia omaggia il professore Samuel Paty, ucciso da un fondamentalista islamico per aver mostrato vignette ritenute blasfeme. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

I dati di oggi sul coronavirus in Italia segnano un forte aumento di contagi e vittime. Sono 15.199 i casi accertati nelle ultime 24 ore, a fronte di oltre 177mila tamponi. L’incidenza dei positivi sui test effettuati si attesta oggi all’8,5 per cento. 127 le morti comunicate.

Anche sul fronte dei ricoveri si segnala un aumento. Sono 926 le persone al momento in terapia intensiva, 56 in più di ieri. Oltre 9mila i pazienti nei reparti ordinari, in aumento di circa 600 posti. 

La Lombardia è la regione con i numeri più allarmanti. Oltre 4.100 casi accertati oggi, di cui circa 1800 nella solo provincia di Milano. 

Sergio Abrignani, professore di patologia generale all’università degli Studi di Milano.

Conte presenta al Senato l’ultimo Dpcm

(di Anna Bredice)

“Limitare gli spostamenti non necessari”. Conte, al Senato per presentare l’ultimo decreto approvato, aggiunge qualcosa di più di quanto c’è scritto nel provvedimento e cioè l’invito ad evitare gli spostamenti che non sono strettamente urgenti per tentare di invertire la curva dei contagi senza dover arrivare ad un nuovo lockdown generalizzato. Questo infatti è il timore di Conte, bloccare di nuovo tutto, ora che l’economia pian piano si sta risollevando e così al Senato si appella alla responsabilità, anzi usa la parola “sacrifici”, del singolo individuo per salvare, dice il presidente del Consiglio, attività lavorative e scuola. L’istruzione continua ad essere in presenza dice Conte, ma già le ordinanze regionali hanno fatto il passo in più prevedendo la didattica a distanza per licei e università. Pochi minuti fa si è aggiunto anche il Lazio, che ha deciso il blocco della circolazione dalle 24 alle 5 del mattina e lezioni on line al 50 per cento per licei e al 75 per cento per le università. Sono diverse già le regioni che stanno disponendo misure più restrittive, e questo è ciò che Conte ha spiegato oggi, in sostanza in questa seconda ondata sembra aver concesso una maggiore autonomia decisionale alle regioni, tenendo il governo un passo indietro. Il rischio è che i decreti di palazzo Chigi nel giro di pochi giorni diventino inutili e ogni settimana debba correggersi e aggiungere altro, come ad esempio nel week end l’attesa per la decisione che verrà presa per lo sport, le palestre e le piscine. Salvare quindi il lavoro e la scuola, ma ad esempio nel primo caso, ristoranti e i gestori e locali sono già sul piede di guerra e pronti a scendere in piazza il 28 ottobre.

Ordinanza Regione Lombardia: torna la didattica a distanza alle superiori

(di Claudio Jampaglia)

Oltre al cosiddetto “coprifuoco” dalle 23 alle 5, salvo autocertificazione che dichiari necessità di lavoro, urgenze sanitarie o il semplice rientro a casa, la regione Lombardia ha disposto con un’altra ordinanza, la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana, la didattica a distanza per le scuole superiori da lunedì e altri provvedimenti. La sintesi: L’ordinanza dispone la chiusura sabato e domenica dei centri commerciali e degli esercizi commerciali al dettaglio al loro interno. Restano aperti supermercati, farmacie e altre [CONTINUA A LEGGERE]

Tutti gli errori della Regione Lombardia

(di Michele Migone)

Sembra un film già visto. Qualche scena è diversa. Ma la sostanza non cambia. La coppia Fontana – Gallera sta facendo gli stessi errori di gestione dell’epidemia di otto mesi fa. Ma non solo. Matteo Salvini e la Lega ancora una volta guardano più al consenso politico invece di ascoltare coloro che chiedono misure più restrittive per arginare il virus. La lezione non è stata imparata. Anche la seconda ondata, come la prima, ha colto di sorpresa il governo della Regione. La medicina territoriale, che avrebbe dovuto essere sviluppata in questi mesi, in realtà, non ha visto significativi miglioramenti. Il sistema di tracciamento a Milano è collassato. Le risorse messe a disposizione sono risultate insufficienti; calcolate sulla base dei contagi dell’estate, non hanno retto la crescita esponenziale di settembre. C’è stata confusione di norme e competenze, burocrazia nelle procedure. Le persone sono tornare cosi a rivolgersi ai Pronto Soccorso, come a marzo. Con tutte le conseguenze del caso. Ma, nel frattempo, gli ospedali hanno smantellato i posti covid perché la Regione aveva promesso premi di produzione ai manager che avessero riportato a livelli normali tutte le prestazioni ospedaliere che erano state sospese durante l’epidemia. Risultato? In Lombardia i letti di terapia intensiva sono di meno rispetto al piano previsto. In questo drammatico panorama, Salvini va da Fontana e gli ordina di rendere ancora più morbida l’ordinanza sul coprifuoco. Il rischio è perdere il consenso degli esercenti. La realtà è che, visto l’aumento del numero dei casi, l’ordinanza è già carta straccia. Con buona pace di Salvini. Che continua a sbagliare mosse. Sei mesi fa, a gran voce, si alzò la richiesta di commissariare Fontana e Gallera.  Di questo passo, la risentiremo presto.

Bergoglio a favore delle unioni civili per persone omosessuali

Svolta del Papa sui diritti delle persone omosessuali. “Hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Dobbiamo creare una legge sulle unioni civili”. Queste le parole di Francesco in un documentario diffuso alla Festa del cinema di Roma. E’ la prima volta che un papa si dice favorevole alle unioni civili delle persone omosessuali.

Francesco Antonio Grana, vaticanista del Fatto quotidiano.

 

Prosegue il processo di pace in Libia

(di Emanuele Valenti)

Annunciando la riapertura dei collegamenti tra le due regioni libiche, l’inviata ONU, l’americana Stephanie Williams, ha detto di essere ottimista anche sulla tregua. La commissione militare 5+5, creata dalla Conferenza sulla Libia di Berlino lo scorso gennaio, e riunita questa settimana a Ginevra, ha proprio il compito di rendere permanente il cessate il fuoco di agosto, che aveva fermato i combattimenti tra l’esercito di Haftar e le milizie fedeli a Tripoli intorno a Sirte, città strategica anche per le esportazioni di petrolio.

Nelle ultime settimane si sono mosse diverse cose per quanto riguarda il conflitto libico. Il governo di Tripoli e le autorità di Bengasi, in guerra da oltre un anno, si sono dette pronte a un negoziato politico, per arrivare indicativamente a una nuova e unica struttura statale stabile nel giro di 18 mesi, un anno e mezzo. L’operazione sarà difficilissima, anche di più, ma sulla carta  l’obiettivo è la pacificazione del paese nord-africano. L’appuntamento è a Tunisi, a novembre, per una conferenza politica che dovrebbe decidere su un unico governo, elezioni e una nuova costituzione.
Avranno un ruolo centrale gli attori esterni, che da tempo alimentano la guerra. Attori regionali e internazionali. Anche l’Italia prova a rimanere al tavolo. In queste ore passano da Roma il ministro degli interni e il primo ministro di Tripoli, Bashaga e al-Sarraj.

L’omaggio della Francia al professore vittima del fondamentalismo

(di Luisa Nannipieri)

La Francia rende omaggio a Samuel Paty, il professore di storia decapitato venerdì scorso per aver fatto un corso sulla libertà di espressione a partire dalle caricature di Maometto. E lo fa con tutti gli onori: il presidente della Repubblica, insieme al primo ministro e ad alcuni membri del governo, ha deciso di consegnare la medaglia della Legion d’Honneur alla famiglia del professore durante la cerimonia di stato, che verrà ritrasmessa su due schermi giganti. Per via delle misure sanitarie, infatti, solo 400 persone, tra cui un centinaio di studenti, sono state invitate ad accogliere la salma alle 19 e 30. Non agli Invalides, dove si celebrano di solito gli omaggi nazionali, ma nel cortile d’onore della Sorbona. L’università è considerata il simbolo dell’insegnamento e dei valori dell’illuminismo. 
Per ricordare Samuel Paty, i familiari hanno chiesto che un suo amico e insegnante, un altro professore e un alunno leggano alcuni testi, tra cui la lettera di Albert Camus al suo primo istitutore. Lo stesso Emmanuel Macron farà un breve discorso per ricordare la vita del quarantasettenne, prima di chiudere la cerimonia con la Marseillaise suonata dalla guardia repubblicana e con un minuto di silenzio.

Minuti di silenzio che questa sera verrà rispettato anche dagli sportivi prima delle partite. Mentre per tutta la settimana atleti ed atlete scenderanno in campo con la fascia nera al braccio. La commozione per il brutale assassinio di un professore delle medie da parte di un diciottenne ceceno radicalizzato, è fortissima. In tutta la Francia si sono susseguite, nei giorni scorsi, marce bianche e manifestazioni partecipatissime in memoria di Samuel Paty. Il governo ha rapidamente annunciato la dissoluzione di alcune associazioni musulmane, accusate di diffondere l’odio e dei valori antirepubblicani, e la chiusura temporanea di cluni luoghi di culto che hanno ritrasmesso dei video-messaggi considerati tra i fattori scatenanti del passaggio all’atto dell’assassino.

L’inchiesta, intanto, continua. Oggi il procuratore antiterrorismo ha confermato che delle persone fermate finora, sette sono state deferite davanti al giudice istruttore. Si tratta di due studenti che frequentavano l’istituto e che hanno indicato il professore all’assassino in cambio di qualche centinaio di euro. Di tre amici del giovane, che lo hanno accompagnato in auto vicino alla scena del crimine e lo hanno visto comprare il coltello con cui ha decapitato la sua vittima. Dell’attivista salafista Abdelhakim Sefrioui e del padre di un’alunna del professore, che hanno lanciato sui social la polemica sul corso incriminato, denunciato il professore per aver mostrato immagini pornografiche e chiesto il suo licenziamento, a partire dalla testimonianza della ragazza che si è rivelata falsa: l’alunna era assente dalla classe il giorno in cui Paty ha parlato delle caricature. Secondo gli inquirenti, il legame di causa ed effetto tra la campagna web contro l’insegnante e l’omicidio è evidente. Anche perché l’indagine ha rivelato che l’assassino e il padre della ragazza hanno comunicato più volte, con messaggi e telefonate, prima che il diciottenne decidesse di agire.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

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    “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Secondo episodio: La guerra non è popolare. L’Europa si riarma con 800 miliardi. In questi anni aveva già raddoppiato la propria quota di spese militarti, soprattutto comprando dagli Stati Uniti. Lo faremo di più, visto che Trump disinvestirà dalla Nato e dall’Europa. E’ la “fine delle illusioni”, come dice Von der Leyen, di essere garantiti dalla pace, perché d’ora in poi bisognerà usare la forza. E intanto si educa la popolazione con manuali che dicono: “In caso di guerra…”. La propaganda è altissima perché non c’è nulla di più antipopolare e antidemocratico della guerra e la militarizzazione d’Europa è tutta sulle spalle dei suoi cittadini. Con Michele Paschetto di EMERGENCY vi racconteremo come in Afghanistan in più di venti anni di guerre le cure abbiamo svolto un ruolo straordinario di mediatore. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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    Speciale Podcast Ho detto R1PUD1A - primo episodio

    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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    La Pillola va giù di domenica 20/04/2025

    Una trasmissione settimanale  a cura di Anaïs Poirot-Gorse con in regia Nicola Mogno. Una trasmissione nata su Shareradio, webradio metropolitana milanese che cerca di ridare un spazio di parola a tutti i ragazzi dei centri di aggregazione giovanili di Milano con cui svolgiamo regolarmente laboratori radiofonici.

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    C'è Di Buono: Max Casacci racconta Eartphonia III: Through the grapevine

    Anche in questa puntata parliamo di qualcosa che ha a che fare con la cultura enogastronomica, ma anche, molto, con la musica. Per la prima volta il caro Max Casacci (già colonna dei Subsonica) è stato ospite di un nostro programma non prettamente musicale, per raccontare il terzo episodio del suo progetto "Eartphonia", che lo ha portato in Franciacorta per "Through the grapevine", realizzato con i suoni del vino; suoni e rumori catturati nelle cantine dell'azienda vitivinicola Bersi Serlini Franciacorta. A cura di Niccolò Vecchia

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