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Che cosa è successo oggi? – Lunedì 16 novembre 2020

covid lombardia fontana

Il racconto della giornata di lunedì 16 novembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia all’approvazione della manovra economica da parte del Consiglio dei Ministri, mentre gli errori del governo in questa fase della pandemia sono sempre più evidenti e l’ottimismo di Arcuri sulle terapie intensiva stona coi dati che vengono diffusi di giorno in giorno. Polonia e Ungheria, intanto, hanno posto il veto e bloccato così l’accordo sul Bilancio UE 2021-2022. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

I nuovi casi di coronavirus accertati in Italia oggi sono stati 27.354 con oltre 152mila tamponi effettuati. Come sempre accade il lunedì sono numeri più bassi rispetto alla giornata precedente perché calano drasticamente i tamponi, ma segnano un peggioramento rispetto a lunedì scorso. Il rapporto tra positivi e tamponi sale e sfiora il 18%. 504 i morti. Sono 70 i posti letto in più occupati nelle terapie intensive, 489 nei reparti covid ordinari.

Il Ministro della Salute Speranza ha ribadito che la strategia del governo è quella di continuare con la suddivisione in fasce. “Sta dando risultati, vogliamo governare la curva senza arrivare al lockdown, il picco tra circa una settimana” le parole del ministro. Gli ospedali però restano in grave sofferenza con 11 regioni oltre la soglia critica per le terapie intensive – Umbria, Lombardia e provincia autonoma di Bolzano sono oltre il 50% – e 14 oltre la soglia per i posti letto nei reparti COVID, con Bolzano ormai satura. E dai dati dello stesso Ministero della Salute, l’eccesso di mortalità di questa seconda ondata ha già raggiunto e superato il picco di marzo.

Le regioni intanto tornano all’attacco sui criteri per la collocazione nelle diverse fasce di rischio. La conferenza delle regioni domani ha ottenuto un confronto col Comitato Tecnico Scientifico sui 21 indicatori. Stabiliti a maggio proprio insieme alle regioni, ma che vengono contestati ora che comportano delle misure di mitigazione. Da mercoledì diventerà zona rossa l’Abruzzo, in questo caso su richiesta del presidente regionale Marsilio, approvata dal Ministro della Salute.
Rischia di prolungarsi intanto il pasticcio sul nuovo commissario per l’emergenza in Calabria. Il contestato commissario Zuccatelli si è dimesso. Nominato in quota LeU, ha lasciato dopo le proteste suscitate dalle sue dichiarazioni sull’inutilità delle mascherine. Aveva sostituito un ex generale dei carabinieri che in un anno non aveva neppure iniziato a stilare il piano di emergenza. Al posto di Zuccatelli il governo ha nominato il rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, che però risulta indagato a Catania in un’inchiesta su concorsi universitari truccati. Tra i consulenti il governo ha annunciato anche il fondatore di Emergency, Gino Strada.
La Valle D’Aosta intanto domani valuterà l’ipotesi di chiusura totale delle scuole. Nel Lazio, infine, il Tar ha dato ragione ai medici di famiglia, che contestavano la decisione della Regione di affidare a loro la cura domiciliare dei pazienti, ritenuta invece compito delle USCA, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale. La Regione ha annunciato ricorso.

Approvata la manovra

(di Anna Bredice)

È di 38 miliardi la manovra economica approvata dal Consiglio dei Ministri e che passa da domani all’approvazione del Parlamento, che non avrà tempo per modifiche in doppia lettura. Deve dare il via libera entro 31 dicembre e nel frattempo, forse, affrontare altri decreti importanti, se è vero che già la prossima settimana potrà essere votato uno scostamento di bilancio per finanziare un nuovo provvedimento di sostegno alle attività chiuse per COVID. Un mese fa Palazzo Chigi aveva dato il via libera alla manovra “salvo intese”, ma nel frattempo la pandemia ha portato a progressive chiusure in tante regioni, facendo abbassare le saracinesche a negozi, bar e ristoranti. È stato prorogato il blocco dei licenziamenti fino al 31 marzo 2021, finanziate poi altre 12 settimane di cassa integrazione senza costi per le imprese, per le piccole imprese le 12 settimane potranno essere utilizzate fino a giugno. Ci sono 400 milioni per le spese per i vaccini, un fondo per le politiche attive da 500 milioni, una proroga al 2022 del credito d’imposta per gli investimenti al Sud. Viene meno l’attuale stretta alle pensioni a partire dall’anno prossimo. Poi altre misure a favore dell’imprenditoria femminile, per le famiglie e gli asili nido. Una manovra, quindi, nel segno della lotta al COVID, sapendo bene che questi 38 miliardi non basteranno e che l’unico riferimento concreto per poter impostare misure di sostegno forti all’economia arriveranno dal Recovery Fund. Sulla manovra, poi, si misura anche la possibilità di una collaborazione con Forza Italia. Da settimane Berlusconi lancia segnali di disponibilità, probabilmente interessata per possibili vantaggi alle sue aziende. Al Senato i voti di Forza Italia potrebbero essere utili ad evitare fronde interne ai Cinque Stelle e a Italia Viva, ma per ora c’è il no da parte dei grillini nei confronti di Berlusconi.

Gli errori del governo durante la pandemia

(di Michele Migone)

L’Abruzzo viaggia verso la zona rossa. I medici la vogliono anche per la Puglia. La Penisola piano piano si colora del colore della più grave emergenza. Metà dei malati negli ospedali sono ricoverati per il COVID, il numero quotidiano dei morti é costante. La seconda ondata è peggio della prima, ma la comunicazione del governo è all’insegna dell’ottimismo. “Abbiamo quasi raggiunto il plateau e poi ci sarà la discesa“. L’invito è di resistere perché tra poco arriverà la cavalleria, il vaccino. Ora però non possiamo dimenticare che se siamo arrivati a punto é a causa di alcune scelte ed errori fatti.
Il liberi tutti estivo, il ritorno a scuola senza prevedere le conseguenze sulla diffusione del contagio, il mancato miglioramento del trasporto pubblico, il sistema sanitario sviluppato poco e male, la mancanza di un vero sistema di tracciamento. Quando tutto questo ha fatto salire la curva del contagio é stato deciso che l’economia comunque avrebbe comandato sulla salute. Non c’è stata il lockdown che chiedevano i medici, ma è stato inventato un sistema di blande chiusure a macchia di leopardo, basato su criteri politici e di consenso e di confusione delle responsabilità.
I risultati di questo sistema vengono ora presentati in chiave positiva. I danni dell’epidemia sono limitati. Ma quei danni sono purtroppo le vittime del COVID, i malati per giorni su una barella, gli ospedali sotto stress. Quanti ne avremmo avuti in meno se non fossero stati compiuti certi errori? Il dibattito nell’opinione pubblica dovrebbe essere questo e non certo quello sul cenone di Natale e Capodanno, su quanti parenti sarà possibile invitare. Quello sulle feste è un dibattito che, alimentato ad arte, può distrarci dalle vere questioni, che può potenziare la voglia di rimozione che c’è nel Paese, ma che non ci farà certo uscire dall’epidemia.

L’ottimismo frettoloso di Arcuri sulle terapie intensive

(di Massimo Alberti)

Nel cambio di comunicazione istituzionale, a mostrare un ottimismo piuttosto frettoloso, ora viene messa in discussione anche la situazione negli ospedali. “Non c’è pressione sulle terapie intensive, sono occupate solo un terzo”, ha detto il Commissario all’emergenza Arcuri. Che scorda però, che quel 30% è la soglia considerata critica, uno dei parametri più importanti nel valutare la situazione di gravità in una regione. Questo perché, in una situazione non di emergenza, il 70% dei posti in TI viene occupato da pazienti non COVID: traumi gravi, patologie, interventi e post operatorio che necessitano di respirazione artificiale. Superare il 30% significa mandare in tilt l’intero sistema sanitario, e cioè trasferire pazienti, rimandare interventi, aumentare l’attesa di chi necessiterebbe il ricovero in questi reparti. Chi ha il ruolo di Arcuri non può ignorarlo, e rilasciare dichiarazioni fuorvianti. Secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornato al 13 novembre, 11 Regioni sono oltre questa soglia critica. Mentre per quanto riguarda i ricoveri nei normali reparti Covid, sono ben 14 le Regioni in cui la soglia critica (in questo caso del 40 per cento dei posti letto) è stata già superata. Le situazioni peggiori in Umbria, Provincia autonoma di Bolzano), Lombardia, tutte sopra il 50% di TI occupate. Nei reparti COVID Bolzano è al 97%.

Bilancio UE 2021-2022, Polonia e Ungheria pongono il veto

Polonia e Ungheria hanno posto il veto, bloccando l’accordo sul Bilancio Ue 2021-2022. Nella riunione degli ambasciatori era passato con un voto a maggioranza qualificata il via libera all’accordo tra Consiglio e Eurocamera sulla condizionalità sullo stato di diritto legato al bilancio. E, secondo quanto scrive su Twitter il portavoce della presidenza di turno tedesca, Sebastian Fischer, è proprio su questo punto che “i due Stati membri hanno espresso la loro opposizione” ma non “sulla sostanza dell’accordo sul Bilancio“.

Roberto Saviano: “Gridate forte ciò che non sopportate più”

Roberto Saviano è uscito pochi giorni fa col suo nuovo lavoro, “Gridalo“, edito da Bompiani, un libro che attraverso il racconto di molte storie ci esorta a non tacere davanti all’ingiustizia e al malaffare, e a non voltarci dall’altra parte quando le cose non vanno come dovrebbero. Oggi lo scrittore ci ha raccontato come è nato questo libro e ha commentato con noi alcune vicende di stretta attualità. [LEGGI L’INTERVISTA A PRISMA]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    L’esercito israeliano ha lanciato questa notte l’invasione di terra su Gaza City. Da ieri i carri armati sono entrati nel cuore della principale città della striscia, e i bombardamenti hanno colpito senza sosta strade, case, infrastrutture. Da questa mattina, i morti sono 89. Centinaia di migliaia di persone vivono ancora nella città. Migliaia di persone stanno invece cercando di fuggire, in un esodo verso un sud che non ha più spazio per ospitarli. Il servizio di Valeria Schroter.

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    1) “Gaza brucia di fronte al suo mare, testimone della sua tragedia”. L’esercito israeliano ha lanciato l’offensiva di terra sulla principale città della striscia. L’esodo in mezzo alle bombe. Quasi 90 i morti da questa mattina. (Valeria Schroter) 2) Israele come Sparta. Mentre l’ONU stabilisce che quello in corso a Gaza è genocidio, Netanyahu ammette l’isolamento internazionale e dipinge un futuro di autarchia e guerra permanente. (Anna Foa, Eric Salerno) 3) Gli Stati Uniti continuano a colpire il Venezuela. Trump punta a rovesciare il regime di Maduro con la scusa della lotta al narcotraffico. (Alfredo Somoza) 4) Cinquant’anni fa l’indipendenza della Papua Nuova Guinea. Il paese oggi è vittima della maledizione della ricchezza e rischia di finire ostaggio di un nuovo braccio di ferro tra occidente e Cina. (Chawki Senouci) 5) Spagna, l’estrema destra torna a riunirsi a Madrid. Il primo passo verso una grande alleanza di tutte le destre europee. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Rubrica Sportiva. Julia Paternain, la maratoneta uruguayana entra nella storia vincendo la prima medaglia ai mondiali di atletica per il paese sudamericano. (Luca Parena)

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    Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

    “E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana. “Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico. Con la sua musica Woody Guthrie "affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà": lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti. Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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