Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 13 aprile 2020

Comune di Carpiano

Il racconto della giornata di lunedì 13 aprile 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dall’analisi dei dati dell’epidemia di Vittorio Agnoletto alle conseguenze di anni di privilegi alla sanità privata in Lombardia. Domani al via le prime riaperture in Italia, ma ogni Regione si muove in modo abbastanza autonomo e la Liguria allarga parecchio la forbice. Il governo italiano, intanto, fa sapere che chi non ha ancora ricevuto il bonus di 600 euro dall’INPS lo riceverà tra il 15 e il 17 aprile.
La Spagna accelera i tempi delle riaperture, nonostante i dati non siano poi così positivi. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

L’analisi di Vittorio Agnoletto sui dati dell’epidemia diffusi oggi

I dati di oggi resi noti dalla protezione civile sulla diffusione del coronavirus in Italia segnano uno stallo che continua da giorni, nonostante l’ottimismo ostentato: 103,616 positivi, i nuovi positivi sono 3.153; 566 morti; 3.260 terapia intensiva, -83; 28.023 ricoverati, +176; 72.273 isolamento domiciliare; 35.425 guariti, +1.224.

In Lombardia i dati sono negativi: sono 1.262 i nuovi positivi, e ci sono 280 nuovi morti. Milano preoccupa con 296 nuovi casi in città e 481 a livello provinciale. La valutazione di Vittorio Agnoletto:

 

Sanità pubblica: le conseguenze della politica in Lombardia

(di Michele Migone)

La Regione, Confindustria servizi e le associazioni della sanità privata hanno promosso una campagna pubblicitaria per spiegare quale è stato il loro impegno comune per combattere il coronavirus in Lombardia. 28.224 vite salvate, una sola sanità, gli slogan, e poi i grafici con l’incremento dei letti di terapia intensiva e dei posti letto acuti accreditati nel pubblico e nel privato prima e durante l’emergenza.
Quasi trentamila persone salvate sono tante, l’impegno del privato c’è stato, ed è stato importante, ma la vista di questa pubblicità fa venire in mente alcune considerazioni. La prima è relativa al dato, ormai oggettivo, secondo il quale c’è un rapporto diretto tra tasso di mortalità da coronavirus e disponibilità di posti in terapia intensiva. Più ne hai, più persone si salvano. In questa pandemia la Germania ha avuto un numero di vittime molto inferiore al nostro anche grazie al fatto di disporre più del quadruplo di quei posti letto. Vengono allora in mente i tagli alla sanità pubblica fatti in questi anni da tutti i governi, ma che in Lombardia sono dati decisi dalle giunte di centrodestra con lo scopo di favorire il settore privato.
Il settimanale tedesco Der Spiegel in un articolo dedicato al fallimento dei populisti nel governare la pandemia, dopo Trump e Boris Johnson, cita anche la Lega e la sua politica di privilegio delle cliniche private, poco interessate ai posti in terapia intensiva, a discapito degli ospedali pubblici.
La realtà è ormai evidente: lo tsunami che si è abbattuto sulla sanità lombarda avrebbe fatto meno vittime se gli argini fossero stati più alti. Ma forse è proprio per questo che compare ora questa pubblicità. Per difendere un modello, o un sistema, sanitario a detta di tutti eccellente, ma che si è rivelato invece debole, ma soprattutto governato in modo disastroso. Su Civiltà Cattolica, Gael Giraud, economista, gesuita, ispiratore di Papa Francesco, ha scritto un saggio sulla pandemia per dire, tra le altre cose, che lo smantellamento del sistema sanitario pubblico in Occidente ha trasformato questo virus in una catastrofe senza precedenti.
Radicale, ma lucidissimo, Giraud afferma che l’ideologia della privatizzazione della sanità si è mostrata per quello che è: un’ideologia che uccide. Forse sono parole che non piaceranno ai difensori del sistema lombardo, ma sono parole sulle quali si deve riflettere se vogliamo che lo tsunami faccia meno vittime.

Cosa riapre? Ogni Regione decide i suoi limiti

(di Claudio Jampaglia)

Da martedì mattina in alcune parti d’Italia potranno riaprire librerie, cartolibrerie e negozi d’abbigliamento per bambini oltre alle attività produttive legate alla silvicultura, alla fabbricazione di macchine agricole e per l’industria alimentare, utensili, fertilizzanti, computer, l’ingrosso di carta e cartone. Ma molte Regioni stanno emanando ordinanze che modulano territorialmente le disposizioni del decreto della presidenza del consiglio.
La Lombardia e il Piemonte non riapriranno librerie, come la Campania che ha confermato il divieto anche al cibo da asporto. In Lazio le librerie riapriranno dal 20 aprile.
L’Emilia Romagna, martedì varerà la sua ordinanza ma nelle provincie di Rimini e Piacenza non riaprirà nulla. Il Veneto vara quello che definisce un soft lockdown e abolisce i 200 metri di distanza massima dalla propria abitazione per sgranchirsi le gambe con passeggiate o jogging con obbligo di mascherina, guanti e gel comunque per uscire di casa, due metri la distanza necessaria nelle code ai supermercati.
Consentite le grigliate del 25 aprile e del 1 maggio nelle proprietà private e con i familiari. Le librerie aperte solo due giorni la settimana. Per tutti gli altri, fino al 4 maggio sarà possibile entrare nelle aziende per vigilanza, manutenzione e sanificazione, per la gestione dei pagamenti, per spedire e ricevere merci, previa comunicazione al prefetto.
Ci sarebbe uno studio del governo per anticipare la riapertura per le filiere moda, automotive e metallurgia.

Liguria, Toti allarga la forbice delle riaperture

(di Alessandra Fava)

La Regione Liguria sta inviando un decreto regionale ai prefetti per aumentare le aperture di attività nella regione. Alle cartolerie e alla silvicultura, il governatore Giovanni Toti aggiunge
i lavori negli orti e frutteti anche privati, dunque anche la manutenzione di campi da calcio e da golf, quella di stabilimenti balneari e chioschi e piccoli cantieri. Purché si lavori a piccole squadre o da soli.
Il disegno di Toti è un’apertura parziale e graduale di attività, addirittura parla di “sperimentazione su grandi aziende”, una sperimentazione da portare avanti con l’azienda regionale per la sanità Alisa.
Fincantieri, ad esempio, chiede di riaprire alcune lavorazioni che permettono la distanza di sicurezza tra gli operai. Potrebbero dunque riprendere il lavoro parte degli operai di Cornigliano a Genova e Riva Trigoso da metà marzo in vacanze forzate.
Toti dice che “si deve cambiare strategia”, che bisogna “organizzare la riapertura del Paese”. Questo senza dimenticare di mettere la mascherina quando si esce di casa oppure mantenere le distanze di sicurezza.
La presa di posizione arriva con una diminuzione della pandemia. In Liguria gli infetti oggi aumentano di 60, i positivi sono oltre 4.200. Nelle ultime 24 ore sono stati fatti oltre 23 mila test e sono decedute altre 11 persone (per un totale di 760 vittime). 1.146 sono ospedalizzati. I guariti sono 992. Oltre 3.200 in sorveglianza attiva.

INPS, i soldi arriveranno tra il 15 e il 17 aprile

(di Luigi Ambrosio)

I famosi 600 Euro per gli autonomi e la partite Iva non sono ancora arrivati, nella maggioranza dei casi. Su 4 milioni di persone che ne hanno fatto richiesta, circa un milione li ha visti sul conto corrente, fa sapere l’Inps. Per gli altri, il governo promette che tra il 15 e il 17 aprile i soldi arriveranno. Idem i soldi per le baby sitter.
Si tratta di soldi per 40mila persone. Il governo promette anche in questo caso che i soldi arriveranno a metà mese.
L’Italia nella settimana che inizia domani giocherà una partita decisiva in Europa per ottenere finanziamenti per affrontare la crisi economica causata dal coronavirus.
Germania, Olanda e Paesi del Nord continuano nella linea dura: no ai coronabond, ossia no a condividere l’onere del debito. Il governo italiano non intende usare lo strumento del Mes, proposto dai paesi del nord, che comporterebbe un onere importante dal punto di vista del debito e il rischio del commissariamento da parte della Troika. Lo ha ribadito il sottosegretario all’economia, Misiani.
E a proposito di Mes, Palazzo Chigi oggi attacca ancora le opposizioni: Conte ha smentito vere e proprie fake news che rischiavano di alimentare divisioni nel Paese e di danneggiarlo, compromettendo il “senso di comunità”, fondamentale soprattutto in questa fase di emergenza” scrive in una nota il governo.

Spagna, riaprono le aziende e gli uffici

(di Giulio Maria Piantadosi)

Dieci milioni di mascherine saranno distribuite nei prossimi giorni nei principali snodi di trasporto della Spagna. Si tratta di mascherine igieniche, con un livello di protezione inferiore a quelle chirurgiche.
È la misura che accompagna la riapertura di aziende e uffici in tutto il Paese. Negozi e scuole sono ancora chiuse ma hi non potrà usufruire di smart working dovrà andare a lavorare.
A Madrid il traffico di persone nella metropolitana è aumentato del 30%. Ai lavoratori con patologie croniche è permesso assentarsi, ma con una certificazione dell’azienda.
Il premier Pedro Sánchez si appoggia al miglioramento dei dati degli ultimi giorni e scommette che il sistema sanitario reggerà l’aumento di malati che inevitabilmente porterà la riattivazione dell’attività. Ma la credibilità del governo di Madrid è viene erosa dalla mancanza di una strategia chiara.
Ci si domanda perché permettere il ritorno al lavoro e vietare, per esempio, le corse o le passeggiate dei bambini. Le critiche più dure alla decisione sono venute dalle regioni. Catalogna, Castiglia e Galizia si sono opposte a una scelta che qualificano di irresponsabile. Il governatore della Catalogna Quim Torra ha chiesto al governo su quali basi scientifiche è stata presa la decisione.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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