Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Giovedì 2 luglio 2020

Zingaretti - Sondaggi elezioni

Il racconto della giornata di giovedì 2 luglio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia ai prossimi passi del governo italiano sul caso di Giulio Regeni. Oggi l’incontro tra il Presidente del Consiglio e Nicola Zingaretti mentre in Turchia Erdogan torna a parlare di trasformare Santa Sofia in moschea. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 201 nuovi positivi al coronavirus, un dato in crescita rispetto ai 187 del giorno prima. I guariti sono 366, erano stati 409 il giorno prima. Scostamenti che segnano un lieve peggioramento sulle 24 ore.
I morti sono stati 30, le terapie intensive sono calate di 5 posti letto e i ricoverati totali scendono di 62 portando il numero totale sotto ai mille. Non accadeva dal 2 marzo.
La Lombardia continua ad avere quasi la metà dei nuovi positivi e il 70% dei morti. Nino Cartabellotta della Fondazione Gimbe:

Nel Mondo, la Gran Bretagna si prepara a togliere la quarantena per chi arriva nel paese.
Sono attese da lunedì prossimo, alla scadenza del termine iniziale di tre settimane già previsto dal governo di Boris Johnson, le esenzioni dalla quarantena obbligatoria di 14 giorni imposta dall’8 giugno.
I contagi in diverse parti del mondo continuano ad aumentare. In Israele c’è stato un nuovo picco con oltre mille contagi nelle ultime 24 ore. In Sudamerica è sempre il Brasile a segnare i dati peggiori.
Negli Stati Uniti la situazione resta drammatica. “Ora negli Usa ci troviamo in una situazione seria“. Lo ha detto in una intervista alla BBC, Anthony Fauci, esperto mondiale di malattie infettive e membro della task force della Casa Bianca.

L’incontro tra Giuseppe Conte e Nicola Zingaretti

(di Anna Bredice)

Il governo ha la forza per decidere e fare le cose“, così scrive il Partito Democratico al termine dell’incontro che definisce di “chiarimento dopo le incomprensioni” con Conte. Parole che confermano le tensioni che esistevano, e si vedrà se sono superate, tra Zingaretti e il presidente del Consiglio su tanti temi: i soldi del Mes che il Pd vuole accettare presto, e invece Conte ancora rinvia, al testo sulle semplificazioni, fino ad arrivare alle alleanze per le regionali di settembre, per le quali Conte chiede di “andare uniti, se divisi, dice, sarebbe una sconfitta“. C’è tanta carne al fuoco, e ormai i contrasti non sono più solo con Italia viva, anzi stranamente Renzi appare più silenzioso rispetto al Pd.
Se la fase acuta della pandemia è finita, riprendono ora le tensioni tra i partiti, con un Conte che non vuole tornare nei ranghi. “È il momento del coraggio“, dice a proposito del decreto semplificazione, usa toni un po’ retorici per esprimere la necessità di agevolare la ripartenza ammorbidendo le regole sugli appalti pubblici, sulle valutazioni ambientali e i certificati antimafia. Temi che vedono ancora molto cauti sia Liberi e uguali che il Partito Democratico, anche se Zingaretti dice di essere il primo sostenitore del provvedimento, “rispettando le autonomie dei territori“. Infatti sono gli enti locali i primi a chiedere di ridurre i tempi delle autorizzazioni, andando in deroga ad alcune procedure del codice degli appalti. E a quanto pare sarà così, perché nel testo si prevede che fino a luglio del 2021, quindi per un anno, per i lavori entro i 150 mila euro l’appalto avvenga senza bando con un affidamento diretto, per quanto riguarda il certificato antimafia dovrebbe essere rilasciato con una liberatoria provvisoria dopo le consultazioni di un archivio e le risultanze delle banche dati. Su questo i partiti si stanno confrontando in un pre-vertice prima del consiglio dei ministri, che ci sarò nei prossimi giorni, e Conte spera che per allora un accordo definitivo ci sia.

Il governo italiano e il caso Regeni

(di Michele Migone)

Cosa farà il nostro governo ora che è chiaro che le autorità de Il Cairo non hanno alcuna intenzione di collaborare con la magistratura romana sull’omicidio di Giulio Regeni? Giuseppe Conte aveva cercato di vendere all’opinione pubblica italiana la sua strategia di sorrisi e accordi commerciali con l’Egitto come la strada migliore per convincere Al Sisi a dire la verità sulla morte del ricercatore. Se mai Conte ha creduto in quello che diceva, il muro di gomma con cui i giudici egiziani si sono presentanti alla videoconferenza con la Procura di Roma è stato uno schiaffo dato anche a lui. Cosa farà Luigi Di Maio? Nel 2016 disse che l’Italia avrebbe dovuto varare sanzioni contro l’Egitto. Quattro anni dopo, titolare della Farnesina, non sa che cosa fare se non sposare la real politik dell’esecutivo. La famiglia Regeni gli ha chiesto di ritirare l’ambasciatore italiano, ma non accadrà. Conte è contrario e Di Maio, al massimo, per salvare la faccia, potrebbe ordinare al nostro diplomatico di ritornare a Roma per consultazioni. Ma lo farà? Il PD tace, imbarazzato. Qualche settimana fa anche i suoi ministri hanno approvato senza alcuna contestazione la vendita delle navi militari ad Al Sisi. Nel 2017 fu il governo Gentiloni a rimandare al Cairo il nostro ambasciatore dopo che nel 2016 era stato richiamato da Renzi. Ora vorrebbe lanciare qualche piccolo segnale per differenziarsi, ma non sa cosa fare. Per mandare un messaggio ad Al Sisi, l’unica cosa da fare sarebbe quello che chiedono di fare Paola e Claudio Regeni. Ma non verrà fatto. Per realismo e allo stesso debolezza politica.

Santa Sofia forse trasformata in moschea a Istanbul

(di Serena Tarabini)

Guardai e mi fuggì un’esclamazione di stupore . Un’ombra enorme, una mole altissima e leggera, si sollevava al cielo dalla sommità di un’altura, e rotondeggiava gloriosamente nell’aria, in mezzo a 4 minareti b smisurati e snelli, di cui le punte inargentate scintillavano ai primi raggi del sole. – Aya Sofia! Grido un marinaio, e una delle due signore ateniesi disse a bassa voce: Aghia Sofia- Santa Sapienza”.

Sono le parole con cui Edmondo De Amicis nel libro Costantinopoli descrive uno dei simboli di Istanbul al suo ingresso in città a bordo di una nave lungo il Bosforo. Era il 1874 ed all’epoca l’autore del libro Cuore era corrispondente letterario per l’Illustrazione. Già da queste prime poche parole si evincono le due anime del monumento: quella di oriente e quella di occidente. Eretta nel 537 da Giustiniano come cattedrale greco-cattolica e poi ortodossa, fu convertita per un breve periodo dai crociati a cattedrale di rito romano nel 1200, poi tornò al patriarcato di Costantinopoli sino a quando, nel 1453, arrivò il sultano Maometto II. L’atrio sparì, un mausoleo prese il posto del battistero, si innalzarono i minareti dedicati ciascuno a un sultano diverso: Santa Sofia divenne Aya Sofia, una moschea ottomana. In quella veste la vide lo scrittore italiano e così rimase fino al 1935 quando Mustafa Kemal Ataturk, il fondatore della Repubblica Turca, proibì l’uso del complesso come luogo di culto e decise di trasformarla in un museo.
Che l’attuale Presidente Turco Recep Taiyp Erdogan non abbia la stessa visione laica del padre di tutti i turchi è cosa nota, ma da lì a cambiare davvero lo status di Santa Sofia ce ne corre. La riconversione del Museo a Moschea è un suo classico cavallo di battaglia che all’occorrenza torna a far galoppare. Alla vigilia delle ultime elezioni nel 2019 annunciò di voler cambiare il nome al monumento, introducendo il termine “Moschea”, un evidente tentativo di recuperare voti fra l’elettorato musulmano. L’ultima provocazione risale allo scorso 29 maggio, quando nell’anniversario della presa ottomana di Costantinopoli, versetti del Corano sono stati letti all’interno del Monumento
La questione è in ballo da anni e fino ad adesso c’è sempre stato molto fumo e poco arrosto. Al Presidente turco Erdogan conviene di più la polemica che l’effettiva decisione, che difatti resta ancora in ballo. La tanto attesa decisione del Consiglio di Stato turco, che doveva esprimersi sul ricorso presentato da un’associazione locale, è stata rinviata di 15 giorni
Nel frattempo, visto che Aya Sofia è un monumento patrimonio mondiale dell’umanità, le polemiche sono dilagate ben oltre i confini dell’Ex impero ottomano. Anche Segretario di Stato americano Pompeo è intervenuto per chiedere alla Turchia di evitare modifiche allo status, per non parlare delle numerose e vibranti proteste della Grecia. In tempi di difficoltà politiche ed economiche come quelle che Erdogan sta attraversando, tutto fa brodo.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 10/12 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 10-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 10/12 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 10-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 10/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 10-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 10/12/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 10-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Pop Music di giovedì 11/12/2025

    Una trasmissione di musica, senza confini e senza barriere. Canzoni da scoprire e da riconoscere, canzoni da canticchiare e da cui farsi cullare. Senza conduttori, senza didascalie: solo e soltanto musica.

    Pop Music - 10-12-2025

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 10/12/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 10-12-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 10/12/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 10-12-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 10/12/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni mercoledì approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 10-12-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 10/12/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Elena Mordiglia e Marianna Usuelli, in redazione Lorenzo Tecleme e Gianluca Ruggieri.

    Il giusto clima - 10-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 10/12/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 10-12-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 10/12/2025

    1) A Gaza le disgrazie non arrivano mai sole. Nella striscia arriva la tempesta Byron: centinaia di migliaia di persone a rischio mentre pioggia e vento distruggono tende e rifugi. (Sami Abu Omar) 2) Siria, l’incognita della convivenza. Il futuro del paese dipenderà anche da come le diverse comunità etniche religiose riusciranno a vivere insieme. Reportage dalla zona Alawita della Siria. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti, dopo 28 anni la candidata democratica diventa sindaca di Miami. Per Donald Trump, che ripete che il paese non è mai stato così bene, è un altro campanello d’allarme. (Roberto Festa) 4) Regno Unito, il labourista Starmer ha appena iniziato la sua battaglia contro l’immigrazione. Il primo ministro britannico ora vuole modificare la convenzione europea sui diritti umani. (Elena Siniscalco) 5) Operazione Overlord. I militanti di estrema destra inglesi che vogliono fermare le barche dei migranti che partono dalla Francia verso il Regno Unito. (Veronica Gennari) 6) Un mondo sempre più ricco e sempre più diseguale. Secondo il World Inequality report lo 0,001 controllano una ricchezza tre volte superiore a quella di metà dell'umanità. (Alice Franchi)

    Esteri - 10-12-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 10/12 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 10-12-2025

  • PlayStop

    Tommy WA: la nuova promessa del folk africano si racconta a Radio Pop

    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

    Clip - 10-12-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 10/12/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 10-12-2025

  • PlayStop

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

    Clip - 10-12-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 10/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 10-12-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 10/12/2025

    Il commento alla classifica di NME dei migliori album del 2025, l'intervista al musicista nigeriano Tommy Wà a cura di Niccolò Vecchia e la storia di Jesse Welles, da fenomeno social a uno dei cantautori americani più apprezzati del momento.

    Volume - 10-12-2025

Adesso in diretta