Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Domenica 22 novembre 2020

Piano Pandemico - Terapie Intensive Campania

Il racconto della giornata di domenica 22 novembre 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia alla corsa per le riaperture, nonostante l’epidemia galoppi ancora. Il caso della Sicilia pone l’interrogativo su quanto le Regioni siano trasparenti nel fornire i propri dati. In Egitto Patrick Zaki resta in carcere e finiscono a processo anche suoi tre compagni della ONG Eipr. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Sono 28.337 i nuovi casi di coronavirus individuati in Italia nelle ultime 24ore, oltre 6mila meno di ieri. Dato il numero di tamponi molto più basso, la percentuale fra tamponi e positivi rimane stabile al 15%. In calo l’incremento delle vittime, 562 in un giorno mentre ieri erano state 692.

Salgono invece nettamente le terapie intensive: 43 più di ieri. L’aumento nella giornata di sabato era stato di 10 ricoveri. Il totale delle persone in terapia intensiva arriva a 3800. 

Questi i dati. Poi ci sono le decisioni che riguardano le riaperture delle prossime settimane e in vista del periodo festivo. Oggi ha parlato il coordinatore del comitato scientifico Agostino Miozzo. Invito alla cautela e tre punti in particolare. 

Il primo: i negozi. No agli assembramenti a Natale o rischiamo una terza ondata di Covid. Così Miozzo a mette in guardia sui rischi del prossimo preiodo delle feste con la possibile riapertura dei negozi. “Per evitare l’assembramento da shopping – dice Miozzo – ci vorrà un monitoraggio rigoroso e sanzioni rigorose. Se non sarà così salta tutto e a gennaio siamo con la terza ondata”. 

Secondo punto: la scuola: “È un elemento fondamentale della crescita e del processo formativo dei nostri ragazzi” – afferma Miozzo –  e, dunque, la riapertura degli istituti “deve essere una priorità”.

Terza questione: la possibilità di spostarsi da una regione all’altra. 

“Dobbiamo valutare l’andamento della curva epidemica nelle prossime due settimane. Solo in base a quella si potrà decidere”.

Le regioni vogliono riaprire il prima possibile

(di Michele Migone)

Alla base delle scelte fatte dalle regioni c’è la  fretta di riaprire per evitare che ci sia una prolungata perdita sul fronte economico. 

In realtà, anche il governo condivide l’idea che si debba salvaguardare il commercio e i consumi.

L’opzione a cui si sta lavorando è di avere una finestra di una decina di giorni in cui riattivare i consumi in vista delle feste. 

Per quanto riguarda il commercio, il  governo sta pensando a una apertura generalizzata dei negozi a partire dal 4 dicembre con orari più lunghi, ameno fino alle 22 per permettere un afflusso scaglionato dei clienti. 

Questo provvedimento dovrebbe essere valido in tutte le regioni, a parte, forse quelle in Zona Rossa, ma non è ancora chiaro come sarà effettivamente regolata questa apertura.

Per periodo di Natale e Capodanno, si pensa a una forte limitazione negli spostamenti da regione a regione, ma non a un divieto assoluto. Le scuole dovrebbero rimanere chiuse in tutte le regioni almeno fino al 7 gennaio.

In realtà, tra Zone Rosse e situazione locali nelle regioni arancioni e gialle, attualmente sono almeno tre milioni gli studenti, nella stragrande maggioranza delle scuole superiori, che sono costretti a fare didattica a distanza.  Visto la situazione dell’epidemia, per loro non è assicurato il ritorno a scuola neppure a gennaio.

Il Presidente dell’Associazione nazionale Presidi Antonello Giannelli è pessimista. Non è stato fatto ancora nulla sul fronte sanitario e del trasporto pubblico per permettere il ritorno a scuola.  Sentiamo la sua denuncia ai nostri microfoni.

 

La Sicilia ha “barato” per non finire in zona rossa?

Per evitare la Zona Arancione la Regione Sicilia avrebbe alterato il numero dei posti in terapia intensiva. Il sospetto è sorto dopo la pubblicazione dell’audio in cui un dirigente regionale sembra fare pressioni sui manager degli ospedali dell’Isola.

Il Ministero della Salute ha inviato gli ispettori per accertamenti. Il caso solleva ancora di più dubbi sulla gestione dei dati da parte delle Regioni nella settimana che precede la data del 27 novembre, giorno in cui il governo dovrebbe decidere quali Regioni rimangono in Zona Rossa e quali invece vengono promosse. 

Secondo il segretario del sindacato degli Anestesisti Italiani, Alessandro Vergallo quello della Sicilia non sarebbe un caso isolato: c’è una sorta di corsa da parte delle Regioni a dichiarare un maggiore numero di posti letto in terapia intensiva per poter superare la prova dei 21 criteri chiesti dal governo ma molti di questi posti sono soltanto sulla carta.

Sentiamo la sua denuncia ai nostri microfoni. 

 

In Egitto a processo i colleghi di ONG di Patrick Zaki

Domani al Cairo si terrà la prima udienza per i tre dirigenti della Ong Eipr arrestati nei giorni scorsi. È la stessa organizzazione per i diritti umani per cui collaborava Patrick Zaki. I tre sono accusati di adesione a un gruppo terrorista e diffusione di notizie false. Accuse analoghe a quelle mosse contro Zaki, a cui ieri è stata rinnovata per altre 45 giorni la custodia cautelare in carcere. 

Lo studente dell’università di Bologna è in carcere da più di nove mesi. “Un accanimento”, denuncia Amnesty International che chiede al governo italiano di fare di più.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty:

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

 

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