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Schwazer: cronaca di una condanna annunciata

Antonio La Torre, allenatore federale di atletica, uno dei massimi esperti di marcia in Italia e nel mondo, commenta la sentenza della Tas che ha condannato Alex Schwazer a una squalifica di otto anni; per lui è la cronaca di una condanna annunciata. “Non avevo illusioni sull’esito del processo. E’ vero che il Tas ha ascoltato gli argomenti di Schwazer e del suo allenatore Sandro Donati, ma io ho l’impressione che abbia solo preso tempo in attesa di emanare una sentenza di condanna già decisa. La mia idea – prosegue La Torre – è che la presenza  durante l’udienza del Tas di Thomas Capdevielle, l’antidoping senior manager della Federazione internazionale, fosse il segnale che, in qualche modo, la decisione fosse già presa”.

La tesi di Antonio La Torre è molto semplice: la Federazione Internazionale d’Atletica Leggera è un’organizzazione già molto screditata e accettare il ricorso di Schwazer avrebbe voluto dire perdere ulteriormente credibilità. C’è stato accanimento contro il marciatore altoatesino. L’IAAF si è accanita contro di lui più di quanto abbia fatto con la Russia per il caso del doping di stato che ha escluso gli atleti russi dai Giochi Olimpici di Rio.

schwazer

Ascolta qui l’intervento di Antonio La Torre a Podi Podi, la trasmissione di Radio Popolare sulle Olimpiadi

Antonio La Torre

Anche secondo Eugenio Capodacqua, giornalista sportivo, esperto di doping, la sentenza di condanna era prevedibile, anche se non scontata. E la squalifica arriva grazie a una storia oscura (l’unico test positivo nella scorso gennaio sulle decine di test fatti su Alex Schwazer) che ha coinvolto un atleta che aveva fatto dell’anti doping la sua nuova bandiera. “Il nuovo corso di Alex rapprsentava una vera e propria rivoluzione per un sistema corrotto. Una rivoluzione perché dimostrava che si potevano fare prestazione di vertice anche senza l’aiuto di sostanze dopanti”.

Ascolta l’intervista a Eugenio Capodacqua

Eugenio Capodacqua

(080821) -- BEIJING, Aug. 22, 2008 (Xinhua) -- Italy's Alex Schwazer jubilates after crossing the finish line during men's 50km walk final at the National Stadium, also known as the Bird's Nest, during Beijing 2008 Olympic Games in Beijing, China, Aug. 22, 2008. Italy's Alex Schwazer won the title with 3:37:09 and set a new Olympic record. (Xinhua/Chen Kai) (bmm)

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    L'abbiamo scoperto con l'EP "Somewhere only we go" e oggi a Volume abbiamo avuto modo di conoscere meglio la storia di questo cantautore nigeriano, che si è poi formato musicalmente in Ghana: "Nel corso degli anni le nostre musiche si sono fuse: l'highlife ghanese, il palm-wine, il folk di Kumasi, il suono contemporaneo della chitarra. Ho potuto unire questi due mondi, mescolandoli con le radio occidentali che ascoltavo da ragazzo". Il risultato è un folk pop pieno di anima e di profondità: "Il mio obiettivo non è solo una carriera internazionale, ma costruire qualcosa in Africa. Voglio creare una struttura che funzioni per artisti come me, gente con una chitarra o un tamburo, artisti contemporanei che non hanno modo di raggiungere il loro pubblico". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Tommy WA.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale

    Teatro. La rivoluzione delle "piscinine" milanesi vista da due piccioni in crisi esistenziale Al Teatro della Cooperativa, a Milano ha debuttato in prima nazionale "Lo sciopero delle bambine", in scena Rita Pelusio e Rossana Mola di PEM Habitat Teatrali, compagnia che porta avanti una ricerca artista che declina contenuti civili e ironia. Lo spettacolo, con la regia di Enrico Messina, racconta una storia avvenuta a Milano nel 1902, quando le “piscinine”, che in dialetto meneghino significa “piccoline”, bambine, tra i sei e i tredici anni, che lavoravano senza diritti, sfruttate e sottopagate, ebbero la forza di scioperare e, per cinque giorni, fermare l’industria della moda della città. A raccontare la vicenda delle piscinine in scena sono due piccioni, due creature che abitano le piazze, le cui parole rispecchiano lo sguardo dei contemporanei, spesso stanchi e disillusi davanti alle sfide della storia. Nella trasmissione Cult Ira Rubini ha intervistato l’attrice Rita Pelusio.

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