L'Ambrosiano

Le mille bolle blu e la pietruzza bianca

La politica è una bolla. Vive di sondaggi, slogan, ecolalie. Il voto dovrebbe essere test di realtà e sgonfiare le bolle. Ma per una che s’affloscia (le amministrative) la successiva è apparecchiata da strabici talk show sui risultati: un occhio ai numeri, l’altro al “cosa accadrà ora” (Quirinale, elezioni, riforme) fatta come se il futuro dipendesse da fattori esterni, non da scelte, autocritiche, pensiero elaborato, coraggio, dialoghi. Ogni fenomeno ingloba il suo opposto. Le mille bolle blu della politica possono contenere la “pietruzza bianca” dell’Apocalisse (citazione pertinente: dopo le catastrofi si vorrebbe risorgere) sulla quale «sta scritto un nome nuovo [il vincitore], che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve». Non è Draghi il nome nuovo. Né va cercato un salvatore della patria (abbiamo già dato!). La “pietruzza” è il cambio di mentalità: tocca a ognuno senza attendere che sia l’altro a far la prima mossa.

Trasformazione è dall’arrangiarsi per sopravvivere (patologia della politica ma di altre professioni) passare a necessità vitali: essere (ri)costruttori dopo la pandemia, puntare sulle generazioni a venire, rendere pensabile il futuro, conciliare un po’ di illuminismo (tipo l’école de Milan: Beccaria e fratelli Verri) e un po’ di immaginazione (che non è ingenua “fantasia al potere”, ma il nutrimento del “pensare per immagini” di poesia e avanguardie). Draghi è intelligente. Lascia ai partiti d’intestarsi successi, annunciar barricate, creare e sgonfiare bolle su botteghe e schieramenti, straparlare via web; governando mostra a suo modo che la politica è curabile, ma denuncia l’insufficienza della rappresentatività così com’è.

La “pietruzza bianca” è il piccolo tesoro che ciascuno ha da far valere per esser cittadino attivo. Ma è dura se i partiti son sordi, non han lungimiranza, attrattiva per uomini e donne su idee forti, praticabili, relazioni buone, formazione. Cabotaggio, bolle: e gli elettori trattati da utenti rispondon come tali: votano, disertano, cambiano, vanno in piazza. La democrazia può diventare ordine pubblico. Dall’Apocalisse della speranza all’Apocalypse now? Speriamo di no! Ma si deve vigilare: a qualcuno la democrazia continua a non piacere.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Violenza stradale, numeri un po' in calo. Il rimedio: l’educazione e diminuire la velocità

    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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