L'Ambrosiano

La semina, la morte, la vita

«Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto» (Gv 12, 24-26). Morire, non morire: alternativa che sconvolge. Perder la vita su un gommone, in Ucraina, nell’Africa della fame e del colonialismo infinito, in Iran per la libertà delle donne, sul lavoro in Italia, nelle tensioni/provocazioni d’israeliani e palestinesi: ha un senso? Rientro dalla Terra che lo scontro morte-vita rende Santa; porto a casa una convinzione: le pulsioni di morte mai riusciranno a sopraffare la vita. Il Gesù dell’evangelista Giovanni parlando di morte puntava alla vita, a ciò che nel mondo si può produrre in virtù della natura e grazie all’uomo. Il frumento si presenta in grani, guscio secco, inerte, quasi insignificante; eppure, è vita. Il seme muore nel senso che si libera delle difese (guscio) e attiva un lavorio nascosto. Il chicco cerca nutrimento; allunga tenere radici in profondità e protende uno stelo dalla terra alla luce. Il chicco si trasforma: forme e vite nuove e tante potenzialità. La metafora è storia. Se l’Io non molla i comodi gusci l’uomo resta solo con egoismi, taccagnerie, agi solo per sé e i clan da difendere con muri e armi. Mentre ero a Gerusalemme Netanyahu ha vinto e monta il problema identitario per Israele e Palestinesi; Putin ha tenuto in scacco il mondo e bombardato; l’Italia meloniana e salviniana ha cominciato la sua guerra: proiettare sui migranti le ragioni d’una crisi dell’Occidente e d’una globalizzazione fatta di mercati. Le avversità ci sono, però so (e non son solo!) d’esempi di vita che è e sarà sempre più forte della morte. Si va oltre la morte se si ha naturalezza, senso del limite, coraggio del seminatore: mette tutto sé stesso e sa che il raccolto potrà prodursi non per sé ma per figli, nipoti, figli di nipoti. Daniel Varujan nella poesia “La semina” ha scritto: «Colma i solchi, fendi le fertili pianure, / luci d’oro zampillano dal grembo della terra. / Ecco, il giorno imbruna – e l’ombra del tuo braccio / si allunga sugli orizzonti di stelle». Aveva cucito i fogli coi versi nel vestito; furono rinvenuti quando gli amici recuperarono il corpo del poeta trucidato dai turchi del genocidio armeno. Poesia, sprone e senso. Per chi vuole la vita.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    La casa editrice "Passaggio al Bosco", che pubblica testi fascisti e nazisti, non è stata esclusa da "Più libri Più liberi", la fiera dell’editoria di Roma. E ieri il ministro della Cultura Giuli, che a sua volta proviene dalla destra radicale, ha cercato di mettere a tacere le proteste in nome del pluralismo. La decisione di alcuni autori, come Zero Calcare, di non partecipare alla manifestazione e l’appello per l’estromissione della casa editrice che ha in catalogo buona parte dell’armamentario ideologico del nazifascismo, firmato da decine di personalità della cultura, non sono serviti a nulla. "Passaggio al Bosco" è legata al gruppo Casaggi di Firenze, che è una cerniera tra la destra neofascista e i giovani di Fratelli d’Italia. Luigi Ambrosio ne ha parlato con Valerio Renzi, giornalista esperto di estrema destra.

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