Liberi tutti

La libertà è anche dire basta

Il parlamento spagnolo ha in questi giorni definitivamente accolto la proposta di legge sulla legalizzazione dell’eutanasia.
È stata accolta la richiesta promossa dal gruppo socialista, sotto la spinta dei familiari delle persone che hanno chiesto aiuto per morire e con il sostegno di un milione di firme. Il provvedimento è passato con 202 voti favorevoli, i contrari sono stati 141 mentre le astensioni 2.
Ora ci sono tre mesi di tempo perché la legge entri in vigore.
Questa che per me è una buona notizia, mi ha riportato a una lettera privata che ho ricevuto qualche mese fa.
Una lettera che ho riletto tante volte.

Signor Paladini

La leggo da parecchio tempo. Non sono sempre d’accordo con quello che scrive ma non la trovo banale, per questo la seguo. Vorrei raccontarle una cosa. Sto morendo. Il commovente tentativo di dissimulare dei miei cari è crollato banalmente guardandoli in faccia.

Uno che sta morendo lo sa, anche se intorno a lui si raccoglie una legione a provare a dirgli che non è così. Sto morendo non di covid, ma di quell’altra brutta bestia, che quest’anno anche il suo nucleo famigliare ha purtroppo conosciuto.

Non le scrivo per impietosirla, si figuri. È che io vorrei andarmene ora, in questo momento, mentre le scrivo. Non vorrei esitare un secondo in più. Vorrei esercitare il mio diritto a non vivere rincoglionito dalla morfina i miei ultimi giorni.

Lo vorrei anche per mia moglie e mia figlia che non meritano di vedermi diventare 35 kg e pieno di piaghe da decubito. Perché le scrivo? Perché mi piacerebbe mai come ora declinare la parola “libertà” in tutte le sue forme e sfumature.

Siete fra i movimenti che si battono per l’autodeterminazione. Cosa mai di più prezioso può esistere del decidere della propria dignità? Mi imbarazza chiederglielo, ma mi farebbe piacere, visto che comunque ha un buon seguito, che pubblicasse questo mio scritto.
Lo consideri il buon gesto di un carceriere che dona l’ultima sigaretta a un condannato.

E contribuisca per quanto ne è capace con tante altre associazioni benemerite, la Luca Coscioni in primis, a rendere giustizia anche a questo elementare bisogno di libertà”

Ho ripensato a questo signore e il diritto alla dignità che ciascuno legittimamente pone violata in un punto preciso del proprio percorso terreno. Ho osato provare a scrivergli poco tempo fa ma non si collega da più di due mesi. Forse non ha più neanche la forza di digitare dei tasti, forse è tornato libero. Come fra poco lo saranno tutti gli spagnoli che faranno valere, grazie a questa legge, il principio di autodeterminazione quelli per i quali è vero il principio che vivono male solo quelli che pensano di vivere per sempre.

  • Luca Paladini

    Nato a Milano 51 anni. Unito civilmente con un altro Luca. Fondatore e Portavoce del Movimento de I Sentinelli di Milano. Movimento che si batte contro ogni forma di discriminazione. Collabora con il quotidiano online TPI

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    Biometano fatto bene e transizione agroecologica per ridurre le emissioni climalteranti degli allevamenti. Legambiente e una parte del mondo degli agricoltori sta affrontando questo aspetto dell’inquinamento dell’aria della Pianura Padana. Il metano è molto più impattante sull’effetto serra dell’anidride carbonica, ottantaquattro volte in più. Se ne è discusso in un convegno alla Cascina Nascosta del Parco Sempione di Milano tra esperti scientifici, esperienze agricole e industriali, in Lombardia e Veneto, di recupero del metano dagli allevamenti. Uno dei focus è l’attenzione alle emissioni fuggitive, quelle nel ciclo del recupero primo e dopo lo stoccaggio nei reattori. Nell’Abc dei Domini Collettivi la professoressa Marta Villa dell’Università di Trento affronta Heimat, il legame con i territori di vita che accumuna gli usi civici di questi luoghi, da lasciare migliori per le generazioni future. Per Le Storie Agroalimentari Paolo Ambrosoni recensisce il libro Storie di Mozzarelle di Germano Mucchetti, un testo sulla diversità delle paste filate più famose, e i territori di produzione. Descriviamo la riscoperta e valorizzazione di grani locali e tradizionali dell’Appennino romagnolo, ma anche del Parco del Ticino milanese, nonché di antichi forni, del fattore alla Cascina Caremma di Besate, di comunità nel borgo di Morimondo e dell’adiacente Abbazia cistercense. Per gli autori fuori porta, geografie e storia dei paesaggi lombardi del Teatro Franco Parenti con la Fondazione Pierlombardo, in collaborazione con la Regione Lombardia, c’è la descrizione dell’agricoltore filologo Niccolò Reverdini dell’arazzo dedicato ai lavori in campagna di giugno, disegnato dal Bramantino ed esposto al Castello Sforzesco di Milano.

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