Breaking Dad

“La guerra viene anche qui?”

“La guerra viene anche da noi, papà?”

Ore 20.30 di un giorno in cui forse non abbiamo più paura del virus ma dobbiamo di nuovo aver paura. La risposta non c’è, ma si deve trovare, subito, in fretta, l’inquietudine di un bambino non può aspettare.

Le maestre hanno chiesto, per domani, di indossare una maglietta bianca. Faranno una fotografia tutti insieme, bimbe e bimbi delle elementari, nell’androne della scuola. E canteranno “Give peace a chance”.

“Papà, è di quello che ti piace, John Lennon!”

E’ una bella idea, penso. Ma non so dare forma a questa sensazione. Perché è una bella idea? Si deve coinvolgere i bambini in questo nuovo incubo? Bisogna far loro vedere le immagini dei carriarmati? E cosa bisogna raccontare? E come?

Non che sia la prima guerra che  – in altri luoghi – abbia incrociato le loro giovani esistenze. No, questo non è vero. La Siria, per dirne una. Ma è lontana, la Siria. Cosa hanno percepito i loro occhi, i loro cuori? La gente che scappa e viene qui. I migranti, i rifugiati. Quello, credo, glielo abbiamo potuto raccontare così: bisogna accogliere quelle persone, quei bambini sfortunati, perché hanno bisogno, sono scappati via dalle bombe e noi li aiutiamo.

Ma adesso la faccenda è diversa.

“La guerra viene anche da noi?”

“Ma no, stai tranquillo, qui non viene”

“Ma noi siamo in Europa, no? E ho sentito che la guerra stavolta è in Europa…”. La voce è ferma, seria. Mi sembra di cogliere un lievissimo fremito su “stavolta”.

“Sì, è vero, ma l’Europa è grande e per fortuna qui c’è la pace”

“Ma ho sentito che può diventare la Guerra Mondiale… quindi vuol dire tutto il mondo in guerra, no?”

“No, non succede, stai tranquillo. Piuttosto com’è che hai detto che si chiama il tipo, lì, chi era… quel trapper nuovo…”.

Ecco, tutto qua. Parole improvvisate, dettate più che altro dall’istinto di protezione. Giuste, sbagliate, adeguate? Non lo so. Ho pensato che situazioni così stiano capitando a tanti genitori, nonni, insegnanti, in questi giorni. Così ne ho parlato alla Radio, invitando Daniele Novara, un pedagogista di grande esperienza e umanità. Gli ho fatto – in onda – quelle domande che ci stiamo facendo in tanti.

Il senso delle sue risposte – che mi permetto di riassumere – è stato: rassicurate i bambini. Soprattutto i più piccoli, fino alla quinta elementare – più o meno. Non fategli vedere immagini di distruzione, di morte. Cannoni, bombe, mitra, persone che piangono, sangue. Gli fate solo paura. Non diventeranno – in questo modo – pacifisti o più sensibili e attenti al mondo. Al contrario. Ne scapperanno. Saranno feriti, spaventati da un nemico troppo al di là della loro capacità di comprensione.

Proteggeteli, ci ha detto il professor Novara. Ma siccome qualcosa arriva loro comunque, inevitabilmente, fate che gli possano almeno dare una forma concreta a quell’ansia che si infiltra nei loro cuori. La maglietta bianca per fare la foto, ottima idea. La bandiera della Pace. Andare tutti insieme in piazza a cantare “Imagine”.

In trasmissione telefona un insegnante di scuola media. Racconta che i suoi ragazzi e le sue ragazze sono turbati, coglie in loro l’ansia. Ha deciso di guardare insieme a loro le prime pagine dei giornali, provare a commentare, a parlare a ruota libera. Lui insegna matematica, in realtà, ma in questo momento fa questa cosa qui.

Telefona un papà, dice che ha portato il bambino di otto anni alla manifestazione.  Racconta che lo ha visto contento, sereno. Anzi: “consapevole”, dice. Mi vengono dei dubbi, ma me li tengo, non devo far l’avvocato del diavolo: vorrei semplicemente capire come si fa.

Penso anche a Francesco che fa la prima superiore. Certo, l’età è ben diversa. Al liceo ne stanno parlando. Seguono le notizie, discutono. E credo che si stiano facendo delle domande, queste ragazze, questi ragazzi, che hanno vissuto due anni tra Dad, mascherine, terrore di ammalarsi e far ammalare i nonni. Due anni in cui hanno rispettato le regole perché hanno capito che era giusto farlo.

Credo che la vorrebbero rivolgere al mondo degli adulti quella domanda: ma veramente? Cioè veramente dopo tutto questo ora, cari adulti, ci dite che fate la guerra? Che vi ammazzate e magari ci coinvolgete tutti quanti? Così siete? E poi fate le pulci a noi se stiamo tanto al telefono?

  • Alessandro Principe

    Mi chiamo Alessandro. E, fin qui, nulla di strano. Già “Principe”, mi ha attirato centinaia di battutine, anche di perfetti sconosciuti. Faccio il giornalista, il chitarrista, il cuoco, lo scrittore, l’alpinista, il maratoneta, il biografo di Paul McCartney, il manager di Vasco Rossi e, mi pare, qualcos’altro. Cioè, in realtà faccio solo il giornalista, per davvero. Il resto più che altro è un’aspirazione. Si, bè, due libri li ho pubblicati sul serio, qualche corsetta la faccio. Ma Paul non mi risponde al telefono, lo devo ammettere. Ah, ci sarebbe anche un’altra cosa, quella sì. Ci sono due bambini che ogni giorno mi fanno dannare e divertire. Ecco, faccio il loro papà.

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 27/11 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 27-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 27/11 15:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 27-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 27/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 27-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 27/11/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 27-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 27/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 27-11-2025

  • PlayStop

    Volume di giovedì 27/11/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 27-11-2025

  • PlayStop

    Il 7 dicembre la Scala apre la stagione con l’opera censurata da Stalin

    Nel cinquantenario della morte di Šostakovič il Teatro alla Scala inaugura la Stagione con il suo capolavoro Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, tratto dal racconto di Nikolaj Leskov in cui una giovane sposa con la complicità dell’amante uccide il marito e il tirannico suocero, ma viene scoperta e finisce per suicidarsi in Siberia, tradita da tutti. Dopo il debutto a San Pietroburgo, l’opera, che avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia sulla condizione della donna in Russia, ebbe enorme successo in patria e all’estero. Stalin assistette a una rappresentazione a Mosca nel 1936; due giorni dopo apparve sulla Pravda la celebre stroncatura dal titolo “Caos invece di musica” con cui il regime metteva all’indice l’opera e il compositore. Anni dopo Šostakovič preparò una nuova versione che andò in scena a Mosca nel 1963 con il titolo Katarina Izmajlova, dopo che il sovrintendente Ghiringhelli aveva invano cercato di ottenerne la prima per la Scala. Oggi il Teatro presenta la versione del 1934 con la direzione del M° Chailly e il debutto del regista Vasily Barkhatov. Ascolta Riccardo Chailly nella presentazione dell’opera.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 27/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 27-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 27/11/2025

    Considera l'armadillo di giovedì 27 novembre 2025 ospite Filippo Bamberghi, coordinatore delle @Guardie WWF Italia - Nucleo Lombardia per parlare dei dati sul bracconaggio in Lombardia. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 27-11-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 27/11/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Riccardo Chailly dirige e Vasily Barkhatov firma la regia di "Una lady Macbeth nel distretto di Mcensk" che inaugura la stagione del Teatro alla Scala il prossimo 7 dicembre; il sindaco di Lecco Marco Gattinoni introduce la riapertura del Teatro della Società; La Fura dels Baus torna a Milano con "SONS Ser o no ser" ispirato all'Amelto di Shakespeare, alla Fabbrica del Vapore; la rubrica di lirica a cura di Giovanni Chiodi; la Libreria Verso di Milano festeggia i suoi primi 10 anni...

    Cult - 27-11-2025

  • PlayStop

    «Autoritarismi in democrazia» 1

    Il trumpismo fa paura. L'autoritarismo trumpista ancora di più. A Pubblica la prima sintesi degli incontri alla Casa della Cultura di Milano per il ciclo "Autoritarismi in democrazia" (Osservatorio autoritarismo, Università Statale Milano, Libertà e Giustizia, Castelvecchi) di cui Radio Popolare è media partner (qui il programma https://www.libertaegiustizia.it/2025/11/21/autoritarismi-in-democrazia/). Ospite del primo incontro (22 novembre 2025) la filosofa Chiara Bottici, della New School for Social Research di New York. «Il clima negli Stati Uniti – ha raccontato la filosofa - è estremamente allarmante, estremamente preoccupante. Quando parlo di neofascismo non è un'esagerazione, non è un modo per dire "questi sono cattivi, Trump è autoritario"».

    Pubblica - 27-11-2025

  • PlayStop

    A come Atlante di giovedì 27/11/2025

    Trasmissione trisettimanale, il lunedì dedicata all’America Latina con Chawki Senouci, il mercoledì all’Asia con Diana Santini, il giovedì all’Africa con Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 27-11-2025

  • PlayStop

    MAURIZIO DE GIOVANNI - L'OROLOGIAIO DI BREST

    MAURIZIO DE GIOVANNI - L'OROLOGIAIO DI BREST - presentato da Cecilia Di Lieto

    Note dell’autore - 27-11-2025

  • PlayStop

    Sanità al verde, Garattini: "Serve una tassa sulla ricchezza"

    A Radio Popolare il farmacologo Silvio Garattini commenta l'aumento della sanità privata a discapito del pubblico e invoca scelte coraggiose. "È necessario un cambiamento radicale. Per finanziare il SSN serve una tassa sulla ricchezza e sugli extraprofitti. Chi ha ricevuto di più, ora deve dare indietro qualcosa alla società", dice il fondatore dell'Istituto Mario Negri ai microfoni di Mattia Guastafierro.

    Clip - 27-11-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 27/11/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 27-11-2025

Adesso in diretta