L'Ambrosiano

La bandiera della cura

Son cent’anni dall’assassinio di Matteotti e governa la destra. Di De Gasperi ricorre l’80°; del centro che guarda a sinistra però non ci sono eredi: solo omini che boccheggiano sul 4 per cento. Il divorzio è sancito da 50 anni, ma i diritti civili di cui quel referendum fu capofila irritano il potere. In milioni salutarono Berlinguer 40 anni fa; la Schlein lo mette sulla tessera d’un Pd che dell’incontro cattolici-sinistre fa bilancino tra correnti. Cultura e politica che furon sangue e anima della Costituzione han bandiere da esporre con orgoglio. La destra che comanda no. A meno che il 10 agosto qualcuno non voglia celebrare gli 80 anni da quando 15 partigiani per ordine del comando nazista vennero fucilati in Piazzale Loreto a Milano da militi della Ettore Muti, RSI, cioè Mussolini “statista” secondo un generale candidato Lega alle Europee. Eppure la destra dai vessilli posti in cantina o mandati in tintoria se qualche esponente cerca di assolvere le SS (l’AfD tedesca «ha passato il limite» pure per Le Pen e Salvini: toh!) governa in Italia e vuol ribaltare le alleanze in Europa. FdI lo proclama: portare a Bruxelles il modello Meloni: premierato; nuovo Patto di Varsavia nel contrasto ai diritti (tutti a Est i Paesi che con Roma non han firmato contro l’omofobia); blocco sociale cementato da condoni (ultimo la casa dopo altri 18), no redditometro, disinformatia: dar colpa di incapacità, inadeguatezze, miserie proprie ad altri: chi è venuto prima, migranti, sinistra, poteri forti. Il cantante Ultimo 28 anni a Aldo Cazzullo sul Corriere ha detto: «Non conosco coetanei che votino o vadano in chiesa. Essere giovani è tremendo». Ma ha precisato che lui si cura, va in analisi, sente «una gran fede dentro», crede «nelle energie […] in quelle che Jung chiamava sincronicità: come incontrare la persona giusta al momento giusto». Dobbiamo proprio tornare a sperare, ritrovare la cura, farne bandiera. Il Covid non è passato, crediamo ancora d’esser noi sani in un mondo malato. Non porta voti dire da Vespa “se non cambiamo noi il mondo continua ad andar male”; anzi Meloni ammicca ai novax per un po’ di voti. Ma curarsi è la via. Convinciamoci tutti! Impopolare? La politica è servizio.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    Un debutto interessante quello dei Satantango, nuovo progetto shoegaze proveniente dalla provincia cremonese. Il duo, composto da Valentina e Gianmarco, è oggi passato a Volume per raccontare e suonare in acustico alcuni brani del nuovo album “Satantango”. Il titolo è lo stesso di un film ungherese del 1994 della durata di oltre sette ore: “l’ambientazione e le atmosfere sono molto simili a quelle che ci sono nei nostri posti”, spiega il duo. Tra shoegaze, dream pop e slowcore, l’album dipinge un immaginario bianco e nero tra malinconie di provincia e nebbia, cinema chiusi e un senso di innocenza perduta, ed è ricco di riferimenti a pellicole vintage come “Gioventù Amore e Rabbia”. L'intervista di Elisa Graci e Dario Grande e il MiniLive dei Satantango.

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