Mia cara Olympe

Il grande gioco del Quirinale: che (non) sia una donna…

Sentite anche voi questo bisogno di aria nuova, fresca, di un po’ di vento che scompigli il copione appesantito dalla pandemia delle nostre vite? Immaginare che questo desiderio non riguardi solo il nostro privato e possa investire anche la corsa al Quirinale, con i suoi bilancini, gli equilibrismi, tutte le ritualità del caso, ci rendiamo conto, è esercizio quasi di fantascienza. Ma oggi, primo gennaio 2022, dopo aver ascoltato l’ultimo discorso di  Sergio Mattarella – contenuti, sobrietà, stile c’erano tutti –  abbiamo un desiderio da esprimere sulla  sua successione. Ah certo direte, che sia una donna. Sarebbe la prima, e sai che forza simbolica avrebbe una scelta del genere in un paese come il nostro in cui la questione della rappresentanza politica delle donne è da sempre aperta e non riesce a fare quel salto di ‘normalità’ che altrove si è verificato? Aria fresca, insomma.

Ecco, appunto, no. Il desiderio di oggi è che non sia una donna. Che dall’ondata di ipotesi, analisi, articoli, retroscena a tema Quirinale che ha già da tempo cominciato a sommergerci scompaia, si autocancelli, evapori non appena scritta come accade nelle favole migliori, la frase ‘E se fosse una donna?’ nelle sue varianti ‘Perché non una donna?’, ‘E se sparigliassimo con una donna?’ ‘Ipotesi donna’ e via dicendo.
Basta così, grazie. Quella frase è ancora una volta il segno dell’eccezione e contiene un accento sminuente. Come se una valesse un’altra, e allora Cartabia vale Bindi, Casellati è eguale a Bonino, Moratti e Finocchiaro chi le distingue, tanto alla fine, è il sottinteso, tutte donne sono e nel grande gioco del Quirinale chi ci crede che non abbiano soltanto il ruolo di figuranti, di carte che, come capita nel Mercante in fiera con il Lattante, escono subito e non vincono mai?

Ecco, appunto. Le donne sopracitate – sono i loro nomi quelli che le cronache più di frequente avanzano – hanno idee, storie personali e politiche diversissime tra loro: un primo passo verso un paese più democratico ed equo è che queste biografie, queste differenze che sono importantissime venissero riconosciute, nominate e pesassero nelle analisi e nella valutazioni come pesano quelle degli uomini in gara per il Colle. Poi certo la corsa al Quirinale – e il  fatto che ci sia in campo Berlusconi  lo conferma – è fatta anche di una sostanza assai meno nobile, di accordi, trame e quant’altro. Ma che una o più donne, ciascuna con il proprio nome e cognome e la propria storia, comunque la si valuti, entrassero effettivamente nella partita del Colle, non strumentalmente, non per fare la fine del Lattante, non come espediente retorico di un giornalismo pigro e di una politica che non si schioda dalla propria arretratezza culturale (e questo purtroppo vale anche per alcune donne che stanno in quell’arena), beh, sarebbe bello. È il primo gennaio,  in fondo ci si può illudere che qualcosa anche in questo paese lento possa cambiare.

 

 

 

 

 

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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