L'Ambrosiano

I ricordi vivono, non ci appartengono: 2 giugno, le donne, Milano

Non so se in nome della ripartenza la retorica del 2 giugno ha passato il segno. A me la Festa della Repubblica col virus ha evocato alcuni ricordi: quando da studente curioso trovai su una bancarella Risorgeva Milano (1953) di Antonio Greppi (1894-1982); un’intervista a Bianca Ceva (1897-1982); l’ascolto di Laura Conti (1921-1993) in Regione; una delibera di Maria Paola Colombo Svevo (1942-2010).

Il libro del Sindaco della Liberazione (socialista, ma in esergo cita Sant’Ambrogio: “Si rinnoverà come l’aquila la mia giovinezza”) mi colpì il titolo: l’imperfetto è il passato che continua, dice il presente, prospetta il futuro: è il tempo delle fiabe. Non c’è racconto più reale della vita quando è in gioco tutto di noi. Avevo conosciuto Bianca Ceva insegnate al Manzoni; il giornale cercava testimoni della Resistenza; andai; raccontò sé, la famiglia, il bisogno che i giovani conoscessero i sacrifici da dov’era nata la democrazia. Mi regalò il suo libro: Tempo dei vivi: 1943-1945; vi annotò: «Recensito da Montale sul Corriere nel 1954».

Della Conti seguii per anni gli interventi in Consiglio Regionale. Lottava per prevenzione e tutela ambientale. La sua scuola: medico e partigiana; antesignana di tempi di virus. La Colombo Svevo un giorno mi chiamò: «Fermata!». Assessore Dc ai Servizi Sociali bloccò la svendita del patrimonio ex Eca: in un’inchiesta avevo acceso la luce; nella stanza dei bottoni si stavano spartendo la torta. I ricordi non ci appartengono. Greppi aveva ricostruito la Scala a tempo di record: l’11 maggio ’46 Toscanini diresse, reduce dall’esilio. L’arte è amica delle scelte civili e politiche. Bianca, Laura, Maria Paola: tre delle donne che sull’onda del 2 giugno hanno praticato la lunga marcia della cittadinanza al femminile.

Scrive Shakespeare: «Andiamo incontro al tempo come esso ci cerca». Il 2 giugno «ci cerca» giorno per giorno. Se facessimo finta di niente o fuggissimo alla responsabilità dell’incontro sarebbero regressione, oblio, buio, morte. Memoria è energia vitale per noi, servizio alla comunità, a chi manco conosciamo, a chi verrà. Ricordare è modo d’essere, spirito che nutre la voglia di proseguire, è rinnovo repubblicano. Sognare a occhi aperti è vita!

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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