Breaking Dad

Fantasmi a cena

Ora di cena. E’ un bel momento. Siamo tutti e tre un po’ stanchi ma abbiamo ancora cose da dirci. Fabrizio è decisamente affamato. Lo è anche Francesco ma, con il suo tipico aplomb, alla domanda: hai fame? risponde: un po’. La luce entra dalla finestra che dà sulla piazza, una luce dorata (giallastra, direbbe Fabri, ma il concetto è quello), il tram passa sferragliando (facendo casino, direbbe sempre Fabri). Ci mettiamo a tavola. La pasta alla carbonara riempie i piatti.

-Volete che vi racconti una storia?

-Papà, veramente le storie si raccontano a letto, non a tavola!

-E chi lo ha detto? E poi questa non è una favola per dormire…

-In che senso?

-Nel senso che si tratta di una storia di fantasmi.

Francesco alza lo sguardo dal piatto. Fabrizio smette di masticare.

-Maddài!

-Ma fa paura?

-Solo un po’, Fabri, ma poco…

 

C’era una volta un principe. Anzi: un conte, ma siamo lì. Era tanti anni fa, quando i nonni erano ragazzi.

-Gli Anni 60?

-Sì, Franci, proprio gli Anni 60.

Questo conte era molto ricco e costruiva case, strade, palazzi, da tutte le parti. Un giorno vide un piccolissimo paese in collina, in un posto molto bello, sopra un lago e decise di comprarlo. Visto che era molto ricco e che era un conte poteva farlo: si comprò tutto quanto. Le case, i boschi, persino la collina: tutto diventò di sua proprietà.

-E perché se lo comprò?

– Anche le persone, papà?

Aspettate, aspettate. Ci arriviamo. No, le persone non se le può comprare nessuno, neanche un conte ricchissimo. Anzi, ricordatevelo. Ma le loro case sì. E sapete perché lo fece? Perché voleva costruire – proprio lì, proprio in quel luogo bellissimo – una città magica.

-Cioè, magica in che senso?

Una città dei balocchi, una città delle meraviglie. E così, il conte fece costruire dai suoi operai una strada nuova di zecca per arrivare facilmente al paese. E un giorno le sue ruspe arrivarono e cominciarono a buttare giù tutto: case, fattorie, alberi. La gente fece appena in tempo ad andare via, portare via le proprie cose e le proprie mucche. Buttarono giù perfino un pezzo di collina perché non faceva vedere bene il panorama…

-Ma era un conte cattivo, allora!

Era un po’ cattivo ma era anche un po’ strano. Ben presto, al posto del paesino che c’era prima, fece costruire: un castello, un grande albergo, una torre tipo quella della “Lampada di Aladino”, una pagoda come quelle che ci sono in Cina e sopra ci mise pure un grande cannone come quello dei Pirati dei Caraibi. E poi, ancora, luci, tante luci colorate e un trenino che faceva tutto il giro della collina, e posti per mangiare e per ballare tutta la notte…

-Fico!

-Ma era matto!

Aspettate… Dovete sapere che il paesino, in poco tempo, diventò famoso. Tutti ci volevano andare. Ma costava tanto e allora solo i più ricchi ci potevano andare. E c’erano feste bellissime, e musica, anche con cantanti famosi.

-Tipo Fedez?

-Ma sei scemo? Fedez non era neanche nato!

Per un po’ di anni il paesino fu un posto magico. Strano, un po’ tipo l’Isola che non c’è. Il conte non era mai soddisfatto e continuava a costruire nuove cose: come una grande fontana illuminata che faceva giochi d’acqua e spruzzi altissimi.

Poi, un giorno, nel 1966, una frana distrusse la strada e danneggiò un po’ di palazzi del conte. Lui fece cominciare subito i lavori per rimettere tutto a posto ma nel paesino, per un po’, non ci poté andare nessuno. Poi tutto ricominciò ma non era più come prima. La gente si era un po’ stancata, non era più una cosa nuova. E poi qualcuno diceva che forse era un po’ pericoloso, che buttare giù boschi e pezzi di collina a casaccio e metterci al loro posto il cemento poteva causare frane e altre cose simili.

-Ed è vero? Avevano ragione?

Oh, sì che avevano ragione. E infatti, piano piano, le persone lo capirono e capirono che quel posto non era tanto magico. Era buffo, era strano, era scintillante. Ma non tanto magico. E così smisero di andarci. Il conte era arrabbiato, cercava di convincere tutti a tornare al suo paese dei balocchi. Pensò anche di costruire una pista per le macchine da corsa proprio lì, sopra la collina. Ma poi lasciò perdere. Aveva capito che ormai la storia del paese incantanto stava finendo.

Poi, un giorno, nel 1976 una frana ancora più grande della precedente distrusse di nuovo la strada. E, questa volta, il conte non aveva più tanta voglia di rimetterla a posto. Passarono gli anni e, a poco a poco, il paese si svuotò. I palazzi vennero abbandonati, le luci spente, le fontane chiuse. Il tempo si fermò.

-In che senso il tempo si fermò, papà?

Nel senso che tutto quanto, il cannone, il trenino, la torre di Aladino, tutto rimase lì, fermo, spento, silenzioso. Tutti se ne andarono. Finì la storia del paese magico. E cominciò quella del paese fantasma.

-E c’è ancora? Ci si può andare?

Certo, ci si può andare. Bisogna stare un po’ attenti però…

-Ai fantasmi? C’è il fantasma del conte?

Mmm… chissà, può essere. Ma bisogna soprattutto stare attenti a non farsi male in mezzo a tutti quei palazzi mezzi rotti.

-Ci andiamo?

-Dai, papà ci andiamo?

Affare fatto. La prossima gita sarà al paese fantasma.

P.S.

Il paese fantasma esiste davvero: si chiama Consonno ed è una frazione del Comune di Olginate, nella Brianza lecchese. La storia che ho raccontato ai ragazzi è suppergiù vera: il conte, la torre, il cannone, la frana. E’ successo davvero. Esistono siti Internet che la raccontano e pubblicano immagini d’epoca. E c’è pure una associazione –Amici di Consonno – che lavora per riqualificare la zona.

  • Alessandro Principe

    Mi chiamo Alessandro. E, fin qui, nulla di strano. Già “Principe”, mi ha attirato centinaia di battutine, anche di perfetti sconosciuti. Faccio il giornalista, il chitarrista, il cuoco, lo scrittore, l’alpinista, il maratoneta, il biografo di Paul McCartney, il manager di Vasco Rossi e, mi pare, qualcos’altro. Cioè, in realtà faccio solo il giornalista, per davvero. Il resto più che altro è un’aspirazione. Si, bè, due libri li ho pubblicati sul serio, qualche corsetta la faccio. Ma Paul non mi risponde al telefono, lo devo ammettere. Ah, ci sarebbe anche un’altra cosa, quella sì. Ci sono due bambini che ogni giorno mi fanno dannare e divertire. Ecco, faccio il loro papà.

ALTRO DAL BLOGVedi tutti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 18/07 19:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 18/07 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 18/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 18/07/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Ultima Traccia di venerdì 18/07/2025

    Un viaggio musicale tra la prima metà degli anni 90 e i primi 2000 dedicato a chi ha vissuto l’adolescenza tra compilation masterizzate, squilli su MSN, pomeriggi a giocare al Game Boy o a registrare video da MTV. Ma Ultima Traccia è anche per chi non ha vissuto nulla di tutto questo e ha voglia di scoprire un mondo che sembrava analogico ma era già profondamente connesso. Ultima Traccia è un modo per chiudere la settimana come si chiudeva un CD: con l’ultima canzone, quella che ti lasciava addosso qualcosa.

    Ultima Traccia - 18-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 18/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 18-07-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di venerdì 18/07/2025 delle 21:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 18-07-2025

  • PlayStop

    Jazz in un giorno d'estate di venerdì 18/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 18-07-2025

  • PlayStop

    Popsera di venerdì 18/07/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 18-07-2025

  • PlayStop

    Bolsonaro deve mettere il braccialetto elettronico. Trump minaccia il Brasile “fermate il processo”

    La Corte Suprema Brasiliana ha imposto all'ex presidente Jair Bolsonaro una serie di misure cautelari, tra cui l’obbligo di portare un braccialetto elettronico e di non contattare diplomatici stranieri. La corte ha motivato la decisione con l’elevato rischio di fuga dell’ex presidente, sotto processo per un tentativo di colpo di stato nel 2022. Sulla vicenda pesano anche i rapporti di Bolsonaro e di suo figlio con Donald Trump, che dopo aver imposto al paese dazi al 50% pubblica una lettera per dire che il processo “deve interrompersi immediatamente”. L’intreccio tra politica, economia e relazioni internazionali rende particolarmente tesa l’atmosfera in Brasile.Ne abbiamo parlato con il nostro collaboratore Alfredo Somoza.

    Clip - 18-07-2025

  • PlayStop

    Poveri ma in ferie di venerdì 18/07/2025

    quando vi chiediamo di smutandarvi metaforicamente svelando quali sono i vostri "guilty pleasure" e ne esce una colonna sonora a dir poco peculiare

    Poveri ma belli - 18-07-2025

  • PlayStop

    Almendra di venerdì 18/07/2025

    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

    Almendra - 18-07-2025

  • PlayStop

    Rock is dead di venerdì 18/07/2025

    Stagione XI - ep 10 - David Lynch

    A tempo di parola - 18-07-2025

  • PlayStop

    Rock is dead di venerdì 18/07/2025

    Stagione XI - ep 10 - David Lynch

    Rock is dead - 18-07-2025

  • PlayStop

    Epstein Files: spunta una lettera di Trump

    La notizia che pubblica il Wall Steet Journal è clamorosa. Il quotidiano finanziario di New York ha reso pubblica una lettera che Trump scrisse a Jeffrey Epstein, morto in carcere dove era rinchiuso con accuse di traffico sessuale tra minorenni, per il suo 50esimo compleanno in cui si faceva esplicita allusione all’intesa tra i due per via del rapporto con le ragazze di Epstein. La lettera è contenuta in un album con le lettere di altri amici di Epstein. Trump scrisse un immaginario dialogo tra i due in cui alludeva alle avventure sessuali come il piu forte legame della loro amicizia, corredato dalla foto di una ragazza nuda. Trump ha reagito alla solita maniera: è una fake news, ha detto, e ha annunciato una causa al giorrnale e all’editore Rupert Murdoch. Poi ha detto che il ministero della giustizia renderà noti i documenti su Epstein. In realtà il complotto degli Epstein Files fu alimentato proprio dagli ambienti della Alt Right statunitense che sostiene Trump. E lo stesso Trump ha accusato di nuovo i democratici. Mario Del Pero, professore alla univeristà Science Po.

    Clip - 18-07-2025

Adesso in diretta