Approfondimenti

Basaglia: oltre i manicomi, il ricordo di Massimo Cirri

FRANCO BASAGLIA

Nel centenario della nascita di Franco Basaglia, psichiatra e neurologo, innovatore e riformatore nel campo della salute mentale, fondatore di Psichiatria Democratica e ispiratore della legge 180 del 1978 che portò alla revisione delle strutture manicomiali italiane, Massimo Cirri torna in scena con Peppe Dell’Acqua con “(Tra parentesi): la vera storia di un’impensabile liberazione” al Teatro della Cooperativa di Milano. Ospite della trasmissione Cult di Radio Popolare. Cirri ha ricordato la straordinaria potenza del pensiero basagliano.

Il cambiamento che ha operato Basaglia si riflette ovunque. In questi anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto ai 198 paesi membri: “Se fate dei servizi di salute mentale, fateli come ha chiesto Franco Basaglia, Fateli come sono stati fatti a Trieste. Perché sono più efficienti, fanno soffrire meno le persone, costano meno, sono più umani e più scientifici”.

Basaglia vide un manicomio per la prima volta da direttore. Non ne aveva mai visto uno prima. Era novembre del 1961 e si trovava a Gorizia. Lui era uno sconfitto, voleva fare carriera all’università. Era a Padova alla clinica delle malattie nervose mentali. Era bravo, scriveva, studiava, ma leggeva troppi libri di filosofia. Era un eretico non allineato. Il suo professore, il barone accademico Giovan Battista Belloni, lo chiamava proprio così, “il filosofo”, e non era un complimento. A un certo punto capì, o gli fecero capire, che non avrebbe potuto fare la carriera di serie A, quella dell’applicazione universitaria, e gli toccò la carriera di serie B. Così andò a dirigere un manicomio e forse proprio perché un po’ disallineato, perché aveva letto molto le filosofie del Novecento vide davvero cos’era un manicomio. Vide le persone legate, rinchiuse, le centinaia di individui in un reparto che andavano avanti e indietro senza nulla da fare. Tuttavia, essendo un filosofo, riuscì a vedere qualcos’altro. Lui diceva: “Qui ci sono 650 internati, ma non c’è nessuno, perché è sparita ogni umanità, ogni soggettività”. Pensava a una cosa che nessuno aveva mai pensato prima. Pensava che potesse esistere una società senza manicomi e voleva distruggerli. Lo scrisse in un convegno per un congresso a Londra qualche anno dopo. Voleva cambiarli, mutarli, umanizzarli, ma soprattutto distruggerli. E così, quando ricominciò dieci anni dopo a Trieste, perché da Gorizia la politica lo cacciò, sviluppò un altro pensiero: “Cosa possiamo fare nella città al posto del manicomio per quelli che hanno un problema di salute mentale?”. Due invenzioni nell’arco di 20 anni e tanta capacità di visione.

Erika Rossi è una regista talentuosa. Ha trovato molti materiali di quegli anni. Abbiamo cercato di imbottigliare Peppe Dell’Acqua, che ha contribuito significativamente a questa storia. Peppe assumerà il ruolo occupato da Franco Basaglia negli anni ’80. È un narratore naturale straordinario, sia per la sua innata abilità che per la sua comprensione della vita delle persone. Ha capito che la vita delle persone che stanno male di cotenna la cambi se riesci a riannodare fili; se non dici: “Quella è una schizofrenica”, ma riesci a dire: “Quella è una donna dell’Istria che è venuta via durante le esodo…”, eccetera.
Sia Erika Rossi che io abbiamo cercato di imbottigliarlo, nonostante lui continui a cercare di sfuggire. Lo spettacolo dura due ore e a volte dobbiamo pregarlo di smettere.

Si tratta di un progetto che era nato già nel 2018, durante il quarantennale della legge Basaglia, ed è stato prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Non a caso. Come ci raccontavi, si fonda anche sulla convinzione che non sia importante solo raccontare la storia di un personaggio, di un intellettuale, di un attivista come Franco Basaglia, ma mescolarla anche con la vostra esperienza. Quella di Peppe Dell’Acqua, ma anche la tua.

Questa è la storia di tutti, è la storia di una città, di Trieste prima di Gorizia, che si è confrontata con la fatica del cambiamento. Per 200 anni i malati mentali sono stati chiusi in manicomio, era un posto orrendo, ma le cose funzionavano così. Poi qualcuno ha cominciato a dire che i malati possono stare nella città, perché nelle città si diventa matti e nelle città c’è il diritto di essere curati.

Quindi è un po’ la storia di tutti noi che adesso con uno sguardo diverso guardiamo la zia che è molto depressa, che è molto triste, che sta molto male. Guardiamo il figlio del nostro cugino, un ragazzino che sta sempre in casa e che non vuole uscire, e ci chiediamo: che cosa bisogna fare? Chiediamo che vengano curati bene, chiediamo che venga investito di più nella salute mentale e in tutta la sanità pubblica.

Al tempo stesso, perché c’è stato questo cambiamento veramente radicale, veramente filosofico, guardiamo la nostra zia che è veramente molto depressa, il figlio del nostro cugino che è veramente molto strano, con uno sguardo un po’ diverso, senza metterli dall’altra parte di un muro ideale. Capiamo che sono parte di noi, perché siamo un grande miscuglio di fragilità, di sofferenza, di capacità di ripresa, e quello che è stato fatto da Basaglia con una macchina sociale, con la visione sociale, con l’uso buono delle terapie, con l’intelligenza, con dei servizi che siano decenti, ha cambiato la nostra visione. Ora capiamo tutto quel miscuglio di sanità e di follia siamo noi.

Grazie all’opera di Basaglia, ora si ammette apertamente la necessità di aiuto anche nelle fasce di popolazione dove in passato il disagio mentale veniva nascosto e ignorato. Tuttavia, le politiche recenti hanno comportato una riduzione delle risorse, un problema antico ma particolarmente doloroso. Come evidenziato nel vostro spettacolo, si ritorna quasi a una sorta di manicomio involontario, con diagnosi tardive dovute alla carenza di risorse e all’abbandono di molte persone. Il vostro spettacolo è anche un monito?

È un invito a riflettere sul modello di società che desideriamo e su dove vogliamo investire. Io faccio sempre una provocazione. Siamo a Milano, uno dei posti più ricchi d’Europa. Stanotte alle 11 di sera quanti bar sono aperti? Mille, duemila, 500? Invece, se stanotte sto male di testa o se mio figlio ha un problema grave di salute mentale ci sono solo 4/5 reparti psichiatrici e nonostante la fatica di chi ci lavora, sono luoghi tristi, miseri, un po’ imprigionanti. Perché non siamo riusciti a costruire accanto a questi 500 bar, ad esempio, un pezzetto di accoglienza decente per coloro di noi che stanno male una sera?

 

FOTO | Una foto di Franco Basaglia, “padre” della legge 180

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio venerdì 18/07 19:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve venerdì 18/07 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 18/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 18/07/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Guida nella Jungla di sabato 19/07/2025

    Nata da un'idea di Paolo Minella e Luca Boselli, GnJ "Guida nella Jungla" è un programma dedicato alla cultura musicale underground contemporanea. Dalla metà degli anni '90, offre chart, interviste, dubplate corner e news, con ospiti come Mr. Finger, Apparat, Hype, Phil Asher, Ian O’Brien, Dj Kool Herc, Snowgoons, Tech N9ne, Dj Gruff, Dj Skizo, Club Dogo, Looptroop Rockers, Foreign Beggars e molti altri. Evolvendosi con il panorama musicale, è ora condotta da Matteo (East Milan) in collaborazione con la crew di Loopsessions Milano e O'Red. #prestaciascolto www.facebook.com/gnjradio www.instagram.com/gnjradio

    Guida nella Jungla - 18-07-2025

  • PlayStop

    Ultima Traccia di venerdì 18/07/2025

    Un viaggio musicale tra la prima metà degli anni 90 e i primi 2000 dedicato a chi ha vissuto l’adolescenza tra compilation masterizzate, squilli su MSN, pomeriggi a giocare al Game Boy o a registrare video da MTV. Ma Ultima Traccia è anche per chi non ha vissuto nulla di tutto questo e ha voglia di scoprire un mondo che sembrava analogico ma era già profondamente connesso. Ultima Traccia è un modo per chiudere la settimana come si chiudeva un CD: con l’ultima canzone, quella che ti lasciava addosso qualcosa.

    Ultima Traccia - 18-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di venerdì 18/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 18-07-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di venerdì 18/07/2025 delle 21:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 18-07-2025

  • PlayStop

    Jazz in un giorno d'estate di venerdì 18/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 18-07-2025

  • PlayStop

    Popsera di venerdì 18/07/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 18-07-2025

  • PlayStop

    Bolsonaro deve mettere il braccialetto elettronico. Trump minaccia il Brasile “fermate il processo”

    La Corte Suprema Brasiliana ha imposto all'ex presidente Jair Bolsonaro una serie di misure cautelari, tra cui l’obbligo di portare un braccialetto elettronico e di non contattare diplomatici stranieri. La corte ha motivato la decisione con l’elevato rischio di fuga dell’ex presidente, sotto processo per un tentativo di colpo di stato nel 2022. Sulla vicenda pesano anche i rapporti di Bolsonaro e di suo figlio con Donald Trump, che dopo aver imposto al paese dazi al 50% pubblica una lettera per dire che il processo “deve interrompersi immediatamente”. L’intreccio tra politica, economia e relazioni internazionali rende particolarmente tesa l’atmosfera in Brasile.Ne abbiamo parlato con il nostro collaboratore Alfredo Somoza.

    Clip - 18-07-2025

  • PlayStop

    Poveri ma in ferie di venerdì 18/07/2025

    quando vi chiediamo di smutandarvi metaforicamente svelando quali sono i vostri "guilty pleasure" e ne esce una colonna sonora a dir poco peculiare

    Poveri ma belli - 18-07-2025

  • PlayStop

    Almendra di venerdì 18/07/2025

    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

    Almendra - 18-07-2025

  • PlayStop

    Rock is dead di venerdì 18/07/2025

    Stagione XI - ep 10 - David Lynch

    A tempo di parola - 18-07-2025

  • PlayStop

    Rock is dead di venerdì 18/07/2025

    Stagione XI - ep 10 - David Lynch

    Rock is dead - 18-07-2025

Adesso in diretta