Ci vorranno ancora alcuni giorni prima di avere il via libera dalla prefettura per utilizzare il campo base di Expo per l’ospitalità dei profughi. Il Comune di Milano mercoledì ha incontrato la prefettura e ha in pratica rilanciato il piano esistente, allargandolo e provando a superare la sola gestione dell’emergenza. Gli obiettivi sono armonizzare la presenza dei cittadini stranieri nella città, distribuendoli in tutti i quartieri, dal centro alla periferia ed individuare più strutture piccole, per evitare che si ricrei un concentramento come quello dell’attuale hub di via Sammartini. L’importante, per l’assessore al Welfare del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino, è una maggior partecipazione a livello di città metropolitana
L’intervista integrale a Pierfrancesco Majorino
Per i minori non accompagnati presenti in città lunedì 18 luglio aprirà il primo centro Sprar in via Zendrini, zona Bande Nere: luogo dove potranno rimanere anche per un lungo periodo. Ospiterà trenta ragazzi, inviati soprattutto dalla Prefettura. Da qualche giorno i profughi sono ospitati anche nel memoriale della Shoah, al Binario 21 della stazione Centrale. Qui in tutto i posti sono quaranta. Entro sabato apriranno il Cam di via San Marco-Ponte delle Gabelle, che mette a disposizione 50 posti e altre due strutture destinate ad accogliere mamme con bambini: la prima a Cascina Cuccagna (20 posti), la seconda a Baggio (75 posti) nel Residence Carcano. Infine, anche Casa della Carità, insieme al Ceas, ospita al parco Lambro una quindicina di profughi. “L’emergenza deve essere affrontata in maniera seria, per ricostruire anche sicurezza e coesione sociale a tutta la città”, dice don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità.
L’intervista completa a don Virginio Colmegna