Una lettera cordiale in cui il primo ministro britannico Keir Starmer invita la Francia a fare di più per lottare contro questo “peso condiviso” della migrazione nella Manica: questo è il contenuto del documento che il giornale francese Le Monde ha potuto consultare. Una lettera chiara e diretta, che spinge il presidente Emmanuel Macron a fare di più per limitare le partenze delle cosiddette “small boats”, soprattutto gommoni, che dalle coste di Calais e Dunkerque cercano di attraversare il mare fino alle coste inglesi.
Un messaggio non particolarmente nuovo da parte del governo britannico e che è simbolo del clima teso che si sta respirando da una parte e dall’altra del Canale della Manica in questi mesi. Attualmente infatti si sta discutendo del nuovo ciclo di finanziamenti da parte di Londra per la messa in sicurezza del confine franco-britannico nel periodo 2026-2029. Finanziamenti importanti che da decenni entrano nelle casse dello stato francese: secondo i dati del quotidiano The Guardian, il Regno Unito ha stanziato oltre 700 milioni di sterline alla Francia per prevenire l’immigrazione clandestina nel periodo di tempo che va dal 2014 al 2024.
Lachlan Macrae, ex volontario dell’associazione Calais Food Collective, spiega in che modo i soldi britannici sono usati in Francia. “Per quanto ne so, neanche una parte di questi soldi viene spesa per servizi necessari a Calais. Non ci sono servizi reali che lo Stato francese fornisce alle persone migranti. I soldi che arrivano dalla Gran Bretagna vengono spesi per gli sgomberi, le espulsioni, e la polizia. A Calais si può vedere dove vanno i soldi vanno a finire”.
Una politica che cerca di impedire al massimo le partenze e, allo stesso tempo, di rendere ostile la permanenza sulla costa francese: questo è quanto si vede sul litorale nord. All’interno della lettera consultata da Le Monde, il premier britannico mette in guardia il presidente Macron: «se non riusciremo a (…) risolvere questa crisi insieme, coloro che verranno dopo di noi cercheranno di farlo al posto nostro. Potrebbero scegliere una strada molto diversa, rompendo con i trattati, le convenzioni e la cooperazione internazionale e mettendo le nazioni l’una contro l’altra”.
E la Francia risponde alle pressioni inglesi, intensificando e indurendo la sua politica migratoria. Il quotidiano Le Monde e Lighthouse Reports hanno infatti rivelato, in un’inchiesta congiunta, che le autorità francesi sono attualmente pronte a sperimentare una nuova tecnica nella politica di intercettazione delle imbarcazioni di persone migranti. Secondo quanto mostrato dall’inchiesta, la nuova tecnica consisterebbe nel fermare le small boats tramite l’utilizzo di reti, una manovra fino ad ora considerata troppo pericolosa per la vita dei passeggeri. Il rischio principale è infatti quello di collusione tra l’imbarcazione della polizia e quella (sempre precaria e sovraffollata) delle persone migranti. Eventi mortali di questo tipo si sono già verificati in passato a Mayotte.
Secondo una fonte dell’inchiesta di Le Monde e Lighthouse, la manovra sarebbe così rischiosa che le forze dell’ordine avrebbero richiesto garanzie di una limitazione dei casi di perseguimento penale in questo contesto.
di Veronica Gennari


