“Sarà difficile che gli Stati Uniti dichiarino guerra al Venezuela” sono le parole di Donald Trump in un’intervista al programma 60 Minutes di CBS qualche ora fa. “Dubito dichiareremo guerra, anche se ci hanno trattato molto male” dice il presidente, che ha lasciato intendere, però, che i giorni di Nicolas Maduro alla guida del Venezuela sarebbero contati. Incalzato sulla possibilità che gli Stati Uniti stiano pianificando attacchi via terra, Trump è rimasto vago. “Non vi dirò cosa farò col Venezuela, non so se lo farò o meno”. Le sue parole arrivano in ore di grande tensione nelle acque dei Caraibi. Da una parte le continue operazioni missilistiche dell’esercito americano contro imbarcazioni che Washington ha definito “piene zeppe di presunti narcotrafficanti”. Almeno 64 persone sarebbero state uccise dall’inizio di settembre, secondo CBS News. Per Trump ogni singola imbarcazione abbattuta permetterebbe di prevenire l’uccisione di 25.000 americani per overdose di droga. Ma voci contrastanti continuano ad alzarsi dalle opposizioni e da certe fazioni del partito repubblicano, non solo perché non ci sono prove che quelle imbarcazioni colpite siano effettivamente ciò che la Casa Bianca dice che siano, ma anche perché molti legislatori, anche nell’ala libertaria conservatrice che sostiene Trump, credono sia il Congresso a dover dare il via libera al presidente per condurre attacchi di questo tipo. Intanto, i venti di guerra si intensificano. Sky News UK ha confermato ieri che una nave militare statunitense si troverebbe a poco meno di 200 km dalla costa del Venezuela, impegnata in esercitazioni militari.
Davide Mamone


