Approfondimenti

La prima giornata del G7 in Puglia, le tensioni in Parlamento e le altre notizie della giornata

G7 Puglia ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 13 giugno 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Al via in Puglia il G7 sotto la presidenza italiana, mentre in Parlamento anche oggi c’è stata tensione sia al Senato sia alla Camera, con le votazioni sul premierato e sulla legge sull’autonomia. Il reddito di cittadinanza ha salvato dalla povertà oltre un milione di persone all’anno. Gli occupabili? Solo il 2% dei percettori. Stavolta lo dice il governo Meloni, con la commissione tecnica istituita per valutare la misura. Che la destra però ha cancellato. Sono ore di tensione tra Israele e gli Hezbollah libanesi: per il secondo giorno consecutivo dal Libano sono state lanciate decine di missili verso Israele.

La prima giornata di G7 e il passo indietro sull’aborto

Al via in Puglia il G7 sotto la presidenza italiana. Oggi la prima giornata, Africa e cambiamenti climatici e la guerra a Gaza i temi delle sessioni del mattino. Nel pomeriggio con l’arrivo di Zelensky si è parlato del conflitto in Ucraina. Il presidente ucraino ha annunciato che firmerà accordi sulla sicurezza con Stati Uniti e Giappone.
Zelensky incassa anche l’intesa sull’uso degli asset russi congelati per 50 miliardi di dollari a sostegno di Kiev.

I lavori del G7 continueranno fino a sabato. Domani è atteso anche Papa Francesco, che parlerà di intelligenza artificiale e avrà una decina di incontri bilaterali. Ci sono anche le prime indiscrezioni sul documento finale: nella bozza per ora i paesi del G7 avvertono Israele di non lanciare un’operazione di larga scala su Rafah. Tel Aviv viene invitata a rispettare i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale”, si legge nel testo. Sul documento finale il tema di dibattito è soprattutto un altro: quello dell’aborto, nella bozza, per ora, il termine non figura, soprattutto per le pressioni della delegazione italiana.

(di Luigi Ambrosio)

In un G7 che prende decisioni importanti su Gaza e sull’Ucraina, la presidenza italiana ha fatto perdere tempo e energie tentando di far fare un grande passo indietro sul diritto all’aborto.

 La Francia chiedeva che nella dichiarazione finale ci fosse una sottolineatura del diritto all’aborto più forte rispetto alla dichiarazione finale del summit di Hiroshima dell’anno scorso. Il governo italiano per tutta risposta ha provato a cancellare del tutto il tema. Dopo l’incontro di Meloni con Biden, fonti di Forza Italia smentivano, scaricavano sui giornalisti, dicevano “nessun passo indietro”. Solo poche ore prima però il ministro Lollobrigida affermava: “C’è il Papa, come facciamo a parlare di aborto”. 

Ora le ultime dicono che nella dichiarazione finale la parola aborto non ci sarà, ma ci sarà la conferma degli impegni presi a Hiroshima appunto. Compreso quindi la difesa del diritto all’aborto.

 Meloni e il suo governo giocano con le parole. Per non fare arrabbiare il Papa, come dice Lollobrigida. Per digerire un tema su cui ideologicamente sono divisi. Per portare a casa una bandierina.

La guerra a Gaza, la guerra in Ucraina, il rischio di una guerra commerciale con la Cina. Meloni si allinea su tutto. E alza la cortina fumogena sull’aborto. Per parlare d’altro.

Nuove tensioni in Parlamento dopo la rissa di ieri alla Camera

Bandiere italiane e cori antifascisti dalle opposizioni, inno di Mameli e un nuovo richiamo alla Decima Mas dalla maggioranza. In Parlamento anche oggi c’è stata tensione sia al Senato sia alla Camera, con le votazioni sul premierato e sulla legge sull’autonomia, contro cui c’è stata una manifestazione di piazza.

(di Anna Bredice)

Nel pomeriggio davanti a Montecitorio i deputati dell’opposizione hanno raggiunto il presidio di giuristi, associazioni e studenti contro l’autonomia differenziata. C’erano bandiere dell’Anpi, persone anziane con il tricolore, quello che Calderoli non ha voluto prendere ieri in aula, e la lettura di brani di Calamandrei. Solo un anticipo della manifestazione unitaria che avverrà martedì pomeriggio. È la prima volta da mesi che tutta l’opposizione, ad eccezione di Azione e Italia Viva a cui è stato allargato l’invito, si ritroveranno per una battaglia comune, fatta dentro al Parlamento e fuori nella piazza. Soprattutto il Partito Democratico e i Cinque Stelle che da due giorni, dopo il voto delle europee e una campagna elettorale anche competitiva, condividono ora un ostruzionismo contro le due riforme del governo di destra, rispondendo in maniera compatta anche all’aggressione avvenuta ieri, parlando di squadrismo, di un clima sempre più pesante, con uno sdoganamento di gesti e azioni fasciste, come quello della Decima Mas. La discussione sull’Autonomia differenziata oggi alla Camera è stata sospesa, il Presidente Fontana poco fa ha comunicato le sanzioni contro gli aggressori ma anche contro l’aggredito, perché sono stati sanzionati i deputati che si sono scagliati contro Donno dei Cinque Stelle, innanzitutto Igor Iezzi, che ha ricevuto il divieto di partecipare ai lavori del Parlamento per 15 giorni. Punito anche Mollicone di Fratelli d’Italia. Sanzionato con 4 giorni, però, il deputato che ha ricevuto calci e pugni, per essersi avvicinato troppo a Calderoli con la bandiera. C’è stata tensione oggi anche al Senato, con una seduta che è andata avanti con molte interruzioni e mancanza di numero legale, l’approvazione del Premierato è prevista per martedì pomeriggio, l’opposizione protesta e tenta un ostruzionismo che si scontra con tempi ormai chiusi, tricolore sventolati anche al Senato.

L’ammissione del governo sul reddito di cittadinanza

(di Massimo Alberti)

Il reddito di cittadinanza ha salvato dalla povertà oltre un milione di persone all’anno. Gli occupabili? Solo il 2% dei percettori. Stavolta lo dice il governo Meloni, con la commissione tecnica istituita per valutare la misura. Che la destra però ha cancellato.
Quello che associazioni, studiosi ripetono da mesi sul reddito Di Cittadinanza. Ora lo dice anche lo stesso governo, che per ferocia sociale e odio per i poveri, ha cancellato la misura. Lo fa attraverso la commissione tecnica guidata da Natale Forlani, diretta emanazione della ministra del lavoro, una delle più accanite oppositrici della riforma.
Che smentisce tutte le balle raccontate in questi anni. La prima: divanisti, fannulloni, alimentata invero anche da pezzi di sinistra. Secondo il rapporto i cosidetti occupabili sono solo il 2,3% dei percettori. Il 30% già lavorava e aveva il sussidio per integrare stipendi troppo bassi, il restante è ad elevata difficoltà di inserimento o reinserimento.
Insomma, inoccupabili o quasi. E’ l’architrave su cui si è scelto di cancellarlo, ed è evidentemente assai grave, visto che la misura ha tolto dalla povertà assoluta ogni anno quasi mezzo milione di famiglie, oltre un milione di persone, dato che coincide con quello di istat e altri rapporti. Insomma, per ragioni ideologiche si è cancellata la più efficace misura contro la povertà del dopoguerra. che ha contribuito a ridurre dello 0,8% l’indice delle disuguaglianze e dell’1,8% il rischio di povertà. Lo studio conferma che semmai, il problema del sussidio era un altro: ha raggiunto solo il 38% di chi ne avrebbe avuto bisogno. Perché i paletti su reddito e patrimonio erano troppo stretti, penalizzando anziani, famiglie numerose, stranieri, lavoratori poveri. Dalla relazione mancano però i dati sull’efficacia delle misure di inserimento al lavoro.
All’epoca l’Anppal stimava nel 27% i percettori che avevano trovato un’occupazione, un tasso triplo che tra i disoccupati totali. Soprattutto, la relazione “dimentica” di dire
se e come stiano funzionando le misure sostitutive introdotte dal governo. Non è difficile dedurlo, visto che i paletti sono ancora più stretti. Infatti Istat nell’ultimo rapporto sulla povertà, indicava una risalita con la fine del sussidio, la cui cancellazione resta una delle pagine più vergognose e crudeli della politica italiana.

Il rischio di un’escalation tra Israele e gli Hezbollah libanesi

Sono ore di tensione tra Israele e gli Hezbollah libanesi. Per il secondo giorno consecutivo dal Libano sono state lanciate decine di missili verso Israele. Questa sera si riunirà il gabinetto di guerra Israeliano per discutere l’escalation delle ostilità nel nord di Israele.
Hezbollah ha promesso di aumentare ulteriormente l’intensità dei suoi attacchi contro Israele dopo che due giorni fa l’esercito israeliano ha ucciso uno dei suoi comandanti più importanti.
Gli Stati Uniti si sono detti preoccupati per la situazione e fonti americane hanno fatto sapere che Washington sta lavorando dietro le quinte per impedire lo scoppio di una guerra totale tra Hezbollah e Israele.

A Gaza intanto non si fermano i bombardamenti. Nelle ultime ore sono state colpite ancora Rafah e il centro della striscia. I combattimenti nel sud impediscono anche l’arrivo di aiuti umanitari e l’Unrwa ha accusato Israele di impedirne la distribuzione. L’OMS ha detto che la fame nella striscia è catastrofica.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 07/05 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 07-05-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 07/05 07:00

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 07-05-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 07/05/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 07-05-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 07/05/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 07-05-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di mercoledì 07/05/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 07-05-2025

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 07/05/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 06-05-2025

  • PlayStop

    Avenida Brasil di martedì 06/05/2025

    La trasmissione di musica brasiliana di Radio Popolare in onda dal 1995! Da nord a sud, da est ad ovest e anche quella prodotta in giro per il mondo: il Brasile musicale di ieri, di oggi e qualche volta di domani... Ogni martedì dalle 23.00 alle 24.00, a cura di Monica Paes. Potrete anche, come sempre, scaricare i podcast e sentirla quando e quante volte volete... https://www.facebook.com/groups/avenidabrasil.radio/ https://www.facebook.com/avenidabrasil.radio/

    Avenida Brasil - 06-05-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 06/05/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 06-05-2025

  • PlayStop

    Delorean di martedì 06/05/2025

    Un mezzo di trasporto specializzato in viaggi del tempo musicali, per intercettare le frequenze di dischi storici o di nicchie sfigatissime, attraverso gli occhi della “generazione boh”. Tutti i martedì dalle 21:30, a cura di Luca Santoro. IG: @lucaa.santoro

    Delorean - 06-05-2025

  • PlayStop

    Tutti in classe di martedì 06/05/2025

    a cura di Alex Corlazzoli e Lara Pipitone

    Tutti in classe - 06-05-2025

  • PlayStop

    Campagna abbonamenti di martedì 06/05/2025 delle 20:03

    L’Abbonaggio di Radio Popolare minuto per minuto

    Campagna abbonamenti - 06-05-2025

  • PlayStop

    Germania, Merz cancelliere alla seconda votazione: prima volta nella storia recente

    In Germania il leader della CDU Friedrich Merz ha ottenuto la fiducia come nuovo cancelliere tedesco alla seconda votazione a scrutinio segreto nel Bundestag. Durante la prima votazione, infatti, inaspettatamente non aveva raggiunto la maggioranza, per soli sei voti (ne aveva presi 310 sui 316 necessari): è la prima volta nella storia recente della Germania che succede. Arturo Winters, politologo e nostro collaboratore da Berlino.

    Clip - 06-05-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 06/05/2025

    1) Distruggere, occupare, privatizzare. Israele si prepara a prendere il controllo della distribuzione degli aiuti umanitari nella striscia di Gaza, escludendo le nazioni unite e le ong. (Paolo Pezzati – Oxfam Italia) 2) Germania, per la prima volta nella storia della repubblica, il parlamento tedesco ha eletto il cancelliere alla seconda votazione. Merz, bocciato al primo voto, guiderà una coalizione instabile come mai prima. (Arturo Winters) 3) Make Hollywood Great Again. Trump vuole imporre dazi del 100% anche sul cinema, tassando i film stranieri che entrano negli Stati Uniti. (Roberto Festa) 4) Spagna, una settimana dopo il più grande blackout della storia recente ancora non ci sono certezze sulle cause. (Giulio Maria Piantadosi) 5) Il futuro della pace nell’era digitale. Inizia domani a Bologna la settima edizione del Peacebuildnig forum. (Bernardo Venturi – Agency for Peacebuilding) 6) Rubrica Sportiva. Gli effetti della sentenza della corte suprema britannica sulle donne trans colpiscono il mondo dello sport. (Luca Parena) 7) E’ morto Lucio Manisco. Durante la guerra del golfo è stata una delle poche voci per la pace. Il ricordo di Esteri

    Esteri - 06-05-2025

Adesso in diretta