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La nuova svolta atlantista di Meloni non convince gli alleati

GiorgiaMeloni

Il ricollocamento politico di Fratelli d’Italia per quanto riguarda i rapporti con la Russia è recentissimo. E’ degli ultimi sei mesi. Da quanto la Russia ha invaso l’Ucraina. E la virata ulteriore è ancora più recente. Solo dopo la caduta del governo Draghi Giorgia Meloni ha iniziato a sottolineare con insistenza che lei è filo atlantista, sta con l’occidente, è a favore delle sanzioni e che la linea di politica estera italiana non cambierà.

Quando Draghi è caduto è iniziata la campagna elettorale, lei pensa di poter vincere e andare a governare e la sua è una operazione di accreditamento. Soprattutto verso gli Stati Uniti che non si fidano. Adolfo Urso, presidente del Copasir, sta gestendo queste relazioni per conto di Fratelli d’Italia. Ieri è stato a Kiev e poi a Washington dove ha incontrato l’ex ambasciatore presso la Nato, Volker, il quale in una intervista aveva detto che anche Fratelli d’Italia avrebbe potuto prendere soldi da Mosca. Ieri dopo l’incontro Urso ha garantito che c’è la fiducia americana e che Volker glielo ha pure scritto in un biglietto.

Ma la svolta di Meloni come dicevamo è recente. Molto recente. Forse troppo recente perché gli alleati si fidino davvero. Ancora a febbraio scorso descrisse la linea europea come asservita a quella di Biden, definito uno che fa politica estera per nascondere i problemi interni. Un punto di vista un po’ trumpiano, un po’ putiniano. E’ la Meloni che aprì al vaccino Sputnik o che nel 2018 scrisse un post di entusiasti complimenti a Putin dopo la sua rielezione a presidente della Federazione Russa. Post mai cancellato a differenza di quelli in cui attaccava i no vax. Una vicinanza che era palese nel 2014 ai tempi della guerra in Crimea quando Mosca si annesse la penisola ucraina: a quel tempo anche Meloni si schierò contro le sanzioni europee alla Russia e i giovani del suo partito manifestavano in solidarietà al popolo russo.

Ma non c’è solo questo. C’è quella frase dell’altro giorno: “Europa, la pacchia è finita“, sulla linea di Orbàn e Le Pen. E sulla linea di Putin, che ha tra gli obiettivi la disarticolazione e la destabilizzazione dell’Unione Europea.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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