Approfondimenti

L’ultima imperdibile puntata di Guarda che Lune!

Gustav Martner - greenpeace

Ritira il premio… Al Festival di Cannes della pubblicità, il più grande evento mondiale del settore (piccola curiosità, un tempo era a Venezia) sono state premiate molte campagne che vi abbiamo raccontato quest’anno (due su tutte: Google Real Tone e il quotidiano An Nahar) e sono successi due fatti: il primo è l’irruzione sul palco di Gustav Martner, che è un pubblicitario ma anche un attivista di Greenpeace, il quale ha sventolato uno striscione con su scritto “nessun premio per un pianeta morto”, restituendo i premi che aveva vinto in passato e chiedendo una legge che vieti la pubblicità e le sponsorizzazioni sui combustibili fossili.


Ovviamente è stato espulso dal festival ma GreenPeace è tornata a protestare sula spiaggia della Croisette.

L’ospite speciale del festival era ancora una volta il presidente Zelensky che attorniato dai pubblicitari ucraini ha chiarito il suo manifesto comunicativo e politico, un appello all’aiuto e alla libertà: “Ora potete portare la pace in Europa semplicemente applicando le vostre qualità professionali”. E qui c’è l’incaglio, perché questa pace di cui parla Zelensky è una vittoria militare.

Dopo l’appello a “essere coraggiosi come gli ucraini”, i discorsi ai Parlamenti e le campagne “se succedesse a voi”, la strategia comunicativa dell’Ucraina segnala una mutazione nel modo in cui un governo si rivolge al mondo e all’opinione pubblica (piaccia o meno). Il caso di Largo Murani a Milano dove l’Esselunga distrugge dei murales di 45 anni fa per costruire un suo supermercato e propone un’opera compensativa del collettivo Toilet Paper di Cattelan e Ferrari, ci pone il temadi come sia cambiate, invece, l’arte nello spazio pubblico. Il caso estremo del murales di Bosch sempre a Milano lo dimostra bene. Il business si sta mangiando la street art. Come i divani svizzeri Bailani si sono mangiati “Bella Ciao” in una deriva pop che fa storcere il naso. Il premio allora lo diamo noi, quello annuale al “comunicare senza potere” 2022 lo vince l’ex prigioniera politica filippina Cristina Bawagan, che ha protestato contro la candidatura alla presidenza del figlio del ex dittatore Marcos (70.000 persone imprigionate, 34.000 torturate e 3.240 uccise) mostrando alla stampa, l’abito che indossava il 27 maggio del 1981, nel giorno in cui era stata arrestata torturata e violentata dai soldati durante la legge marziale imposta dal dittatore (e lo ha raccontato quel giorno). Omaggiamo con lei tutti i senza potere che non smettono di mettere in comune, ossia di comunicare, la verità delle cose e della storia. Toccherà anche alle donne Usa per avere diritto all’interruzione volontaria di gravidanza.

Infine, grazie alle vostre segnalazioni (grazie a Mimosa in questo caso) che ci interroga sulla siccità: “zero discorso pubblico, zero coinvolgimento dei cittadini, zero comunicazione”. Se andate sul sito del gruppo Cap, gestore del servizio idrico di Milano, per esempio, vi dicono di scaricare un pdf, la solitudine del cittadino insomma. Eppure la Lombardia ha appena varato una gara da 47 milioni di euro, mica bruscolini, per i prossimi 4 anni di comunicazione istituzionale. Ma questa è materia per la ripresa di settembre. Per ora buona estate da Claudio Jampaglia, Giuseppe Mazza e Marta Zambon

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    Claudio Jampaglia
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