Approfondimenti

Le richieste di lockdown per i non vaccinati, l’aporofobia nella politica italiana e le altre notizie della giornata

Mario Draghi stato di emergenza

Il racconto della giornata di mercoledì 17 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi sembra escludere, almeno per ora, l’ipotesi di un lockdown selettivo per i non vaccinati per evitare limitazioni ai consumi del periodo Natalizio, come chiesto a gran voce dalle regioni del nord Italia. Ormai da settimane da una parte del mondo politico e dei media è in atto una campagna durissima contro il sostegno ai più poveri, che passa proprio dalla delegittimazione e dal disprezzo di chi lo percepisce. A soli quattro giorni dalla fine della Cop26 di Glasgow, il mondo – da nord a sud – e nuovamente alle prese con gli effetti devastanti e distruttivi del cambiamento climatico. La Bielorussia, intanto, dopo che l’Unione europea ha approvato nuove sanzioni, oggi ha fermato – ufficialmente per una manutenzione non programmata – l’oleodotto “Druzhba” che porta 1,3 milioni di barili di petrolio al giorno verso l’Europa, attraversando il confine polacco. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Le Regioni del nord chiedono un lockdown selettivo per i non vaccinati

Per ora il presidente del consiglio Mario Draghi non pensa ad lockdown selettivo per i non vaccinati, chiesto a gran voce dalle regioni del Nord per evitare limitazioni ai consumi del periodo Natalizio. Domani mattina si riunirà proprio la conferenza delle Regioni che nel pomeriggio incontrerà la ministra per gli affari regionali Maria Stella Gelmini, che riferirà ai presidenti questa posizione del governo. Da Palazzo Chigi si guardano con attenzione i numeri e si prepara il decreto che cambierà la durata del green pass. Di altri provvedimenti non si parlerà, in ogni caso, prima di dicembre.
“Non è argomento all’ordine del giorno”. Sarebbero queste le parole che Mario Draghi avrebbe riferito ai suoi collaboratori per stoppare, almeno per ora, le ipotesi di un lockdown per i non vaccinati sul modello austriaco, chiesto a grano voce dalle regioni del nord e dalle associazioni imprenditoriali. Il no a questo scenario era arrivato anche dalle ministre Carfagna e Gelmini, che all’incontro di giovedì, alle regioni darà proprio questa risposta: “non siamo in Austria”. Mentre le parole del sottosegretario Sibilia “Se ci saranno restrizioni non potranno pesare su chi è vaccinato” conferma che, se il modello austriaco non è ora sul tavolo, potrebbe invece esserlo più avanti, magari dopo l’approvazione della legge di bilancio, per evitare che si scarichino lì le tensioni politiche scaturite da una decisione del genere, per quanto anche Salvini abbia fatto intuire che non si porrebbe di traverso, ma vatti a fidare. Al partito delle regioni, che temono per i consumi di Natale, si sono iscritti anche il presidente del Lazio Zingaretti e il sindaco di Milano: lo scenario austriaco avrebbe senso, ha detto Sala, ma sarebbe difficile controllare. L’Huffington Post cita anche una fonte di governo secondo cui, in ogni caso “un ragionamento su questi temi non c’è ancora ”, per quanto Draghi trovi comprensibili le preoccupazioni di una stretta al commercio sotto Natale. Ad oggi di concreto c’è il decreto per accorciare a 9 mesi la durata del green pass, e forse un ragionamento su quali tamponi fare per ottenerlo. La scommessa è che accelerando sulle terze dosi, e rosicchiando qualcosa sulle prime, la curva possa stabilizzarsi e scendere prima. Altrimenti forme di restrizione selettiva potrebbero tornare sul tavolo, ma in ogni caso non prima di dicembre e dell’approvazione della manovra. A meno di un aggravamento repentino della situazione, ma a quel punto sarebbe difficile che qualcuno fosse contrario.

L’Aporofobia sempre più diffusa nella politica italiana

(di Massimo Alberti)

L’ultima trovata è stata ancora di Matteo Renzi, che per poche migliaia di truffe su milioni di beneficiari, ha storpiato il “reddito di cittadinanza” in “reddito di criminalità”. Da settimane da una parte del mondo politico e dei media è in atto una campagna durissima contro il sostegno ai più poveri, che passa proprio dalla delegittimazione e dal disprezzo di chi lo percepisce. Per definire questi attacchi esiste una parola, già diffusa in altri paesi, poco usata in Italia: Aporofobia.
In questi giorni gira sui social una fotografia scattata a Torino. Sono gli 8 tennisti partecipanti alle ATP finals che, ben vestiti, camminano sotto i portici. Chi ha scattato la descrive come “una foto che dà lustro alla città”. Peccato che sullo sfondo ci sia un uomo inginocchiato che chiede l’elemosina. Chi ha scattato – e gran parte di chi commenta – non lo ha nemmeno visto, trasformando l’immagine in un’involontaria icona dell’oggi dove la vita di chi è povero è invisibile.
L’indifferenza è una delle tante sfumature dell’“aporofobia”, termine poco noto in Italia ma ormai comune nel mondo ispanofono. Lo conia negli anni ’90 la filosofa spagnola Adele Cortina, che notò come molte apparenti manifestazioni di razzismo erano in realtà avversione per il migrante povero. Nel 2017 è stata “parola dell’anno” per la Reale Accademia Spagnola, e nel 2018 il senato spagnolo ne ha proposto una specifica aggravante di reato, accanto alla xenofobia ed all’omofobia.
La parola appare nel dibattito pubblico italiano nel 2019 in un editoriale su Avvenire dell’economista cattolico Stefano Zamagni, che usa “aporofobia” per descrivere l’attacco ai poveri del primo governo Conte. Zamagni evidenzia il paradosso che mentre si smantellava il sistema di accoglienza, stigmatizzando con violenza le azioni di chi praticava la solidarietà in terra o in mare, si approvava un provvedimento importante come il reddito di cittadinanza.
Ma era solo un primo capitolo: l’ “aporofobia” si declina con odio, indifferenza, ed anche con superiorità e colpevolizzazione. E oggi passa proprio dal dibattito sul reddito: fannulloni, state sul divano, se siete poveri è colpa vostra, la retorica della sofferenza, le parole di Renzi, Salvini o del Briatore di turno,fino alle modifiche vessatorie al reddito di cittadinanza portate dal governo Draghi. Tutto questo ora ha una parola per descriverlo, “aporofobia”, che è bene segnare nel nostro dizionario ed usare il più possibile, quando le circostanze lo richiedono, nel dibattito pubblico.

La Bielorussia ferma l’oleodotto “Druzhba” verso l’Europa

(di Alessandro Principe)

Da una parte ci sono la geopolitica, la diplomazia, le sanzioni e le rappresaglie. Dopo che l’Unione europea ha approvato nuove sanzioni nei confronti della Bielorussia – il quinto pacchetto – Minsk oggi ha fermato – ufficialmente per una manutenzione non programmata – l’oleodotto “Druzhba” che porta 1,3 milioni di barili di petrolio al giorno verso l’Europa, attraversando il confine polacco.
Il leader bielorusso Lukashenko oggi ha parlato nuovamente al telefono con Angela Merkel. Hanno concordato di avviare colloqui con l’Unione Europea.
La presidente della Commissione Von Der Leyen ha annunciato lo stanziamento di 700mila euro per aiuti umanitari: cibo, coperte, kit medici da portare ai profughi chiusi fuori, al confine dell’Europa.
Contemporaneamente la Commissione ha stabilito di destinare a Varsavia 115 milioni di euro del bilancio Ue per la gestione delle frontiere. “Non dovranno essere usati per costruire i muri”, ha spiegato il portavoce di Bruxelles, che però non ha escluso possano essere utilizzati per costruire “barriere fisiche”.
Chiamiamole come vi pare, ma si tratta – in sostanza – di soldi dati alla Polonia per tener fuori i migranti. Ecco. La diplomazia, le sanzioni, il braccio di ferro Varsavia-Minsk, da una parte.
Dall’altra parte ci sono loro. Al freddo, per terra, con i bambini affamati. Di notte nella boscaglia di confine la temperatura va sotto zero. Sono circa 4.000 persone. Gran parte di loro provengono da Iraq e Siria. Hanno pagato agenzie – spesso incentivate dal governo bielorusso – che promettono l’attraversamento del confine per arrivare in Europa.
La Polonia ha blindato il confine con 15mila militari. Che hanno usato cannoni ad acqua e lacrimogeni per respingere i migranti.
Oggi l’Agenzia Onu per i rifugiati ha ricordato che accogliere chi scappa da paesi in conflitto e chiede asilo è un dovere. La Convenzione internazionale sui rifugiati stabilisce che attraversare una frontiera per chiedere asilo è un diritto umano, tutelato dalla Convenzione stessa e dai trattati europei. Che venga negato proprio dall’Europa, è quello che il presidente Mattarella ha definito “sconcertante”.

Il Mondo di nuovo alle prese con gli effetti devastanti del cambiamento climatico

(di Martina Stefanoni)

A soli quattro giorni dalla fine della Cop26 di Glasgow, il mondo – da nord a sud – e nuovamente alle prese con gli effetti devastanti e distruttivi del cambiamento climatico. Oggi vi portiamo due esempi, uno è il Canada – un paese considerato virtuoso in questo senso – e l’altro è l’India che è stato un po’ la causa dello smorzamento finale dell’accordo sulla riduzione delle emissioni di combustibili fossili.
In Canada il maltempo è arrivato lunedì e ha provocato forti piogge, inondazioni e colate di fango, portando alla chiusura di molte strade oltre che del porto di Vancouver, una delle città più grandi e popolose del Canada. Il ministro provinciale dei Trasporti Rob Fleming l’ha definita la «peggiore tempesta meteorologica del secolo.
A Lillooet, circa 250 chilometri a nord di Vancouver, la polizia ha trovato il corpo di una donna, morta dopo essere rimasta bloccata su una strada inondata, e i dispersi sono diversi. La protezione civile in una conferenza stampa ha detto che sperano di trovarli vivi, ma le speranze si riducono ogni minuto che passa.
I video che arrivano dalle aree colpite sono impressionanti, strade allagate e interi piani di case e palazzi sono completamente sommersi da metri di acqua e fango. Il sindaco della cittadina di Abbotsford, un importante centro agricolo nella regione e una delle zone più colpite, oggi ha chiesto agli allevatori di abbandonare gli animali e di mettersi in salvo. Ha aggiunto anche che se dovesse verificarsi un altro evento atmosferico estremo del genere non sarebbero in grado di affrontarlo.
In India, invece, in particolare nella capitale Delhi, il governo ha introdotto una sorta di lockdown causato non dal covid ma dall’inquinamento.
La qualità dell’aria ha raggiunto livelli talmente bassi che le autorità locali ha ordinato la chiusura delle scuole a data da destinarsi proprio per far fronte all’inquinamento che nelle ultime settimane si è intensificato al punto che il cielo non si vede da diversi giorni. La chiusura delle scuole per una settimana era già stata annunciata settimana scorsa, ma oggi è stata prolungata indefinitamente. Oltre a questo, anche i lavori edili dovranno essere sospesi fino almeno al 21 novembre ed è stato stabilito anche il divieto di accesso in città per i camion, tranne quelli che trasportano beni essenziali. In più, è stato raccomandato che almeno il 50 per cento dei dipendenti pubblici e se possibile quelli delle imprese private lavorino da casa. Il livelli di pm nella capitale hanno superato quota 400, rendendo Delhi la città più inquinata al mondo, ben oltre il livello considerato “accettabile” che sta tra il 51 e il 100. Tra le cause dell’aumento dell’inquinamento, oltre ai trasporti, i roghi agricoli e le industrie, secondo gli esperti hanno contribuito anche i festeggiamenti per la festa del diwali, che con candele, fuochi d’artificio e fumogeno hanno rilasciato nell’aria molto fumo.

La rinascita del Cinema Odeon di Milano

(di Barbara Sorrentini)

Per molto tempo quando Corso Vittorio Emanuele, alle spalle del Duomo, aveva una sala di proiezione quasi ogni 100 metri si usava dire “Milano la città dei cinema”. Negli ultimi vent’anni poco a poco si sono spente le luci dei proiettori per lasciare spazio alle vetrine di negozi di abbigliamento, di maquillage, di biancheria intima e scarpe. L’ultimo in ordine di tempo, nel 2017 è stato l’Apollo, sostituito dal megastore della Apple. Ora è arrivata la notizia, che già circolava in via ufficiosa, del dimezzamento del Cinema Odeon: nel 2024 cinquemila metri quadri di quegli spazi diventeranno un centro commerciale. Nato come teatro nel 1803, diventato cinema nel 1929 e multisala nel 1986, nella nuova versione l’Oeon dovrà comunque preservare i vincolo architettonici, come il foyer, i pavimenti in marmo e lo scalone principale. Il luogo che sabato sera ha puntato i suoi fari su Lady Gaga per l’anteprima glamour di House of Gucci è pronto per spegnere le luci e aprire i cantieri.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

https://twitter.com/RegLombardia/status/1461029262580977673

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR venerdì 03/05 10:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 03-05-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di venerdì 03/05/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 03-05-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 03/05/2024 delle 7:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-05-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Uscita di Sicurezza di venerdì 03/05/2024

    La trasmissione in collaborazione con la Camera del Lavoro di Milano che racconta e approfondisce con il vostro aiuto le condizioni di pericolo per la salute e la sicurezza che si vivono quotidianamente nei luoghi di lavoro. Perché quando succede un incidente è sempre troppo tardi, bisognava prevedere e prevenire prima. Una questione di cultura e di responsabilità di tutte e tutti, noi compresi. con Stefano Ruberto, responsabile salute e sicurezza della Camera del Lavoro di Milano conduce Luca Parena

    Uscita di Sicurezza - 03-05-2024

  • PlayStop

    Giorni migliori di venerdì 03/05/2024

    Ogni mattina il racconto di quel che propone l’informazione, i fatti e gli avvenimenti in presa diretta con i nostri inviati, i commenti e gli approfondimenti di esperte, studiosi, commentatrici e personaggi del mondo della politica. Dal lunedì al venerdì dalle 7.45 alle 10. Una trasmissione di Massimo Alberti e Claudio Jampaglia; senza mai rinunciare alla speranza del domani.

    Giorni Migliori – Intro - 03-05-2024

  • PlayStop

    Note dell’autore di venerdì 03/05/2024

    Un appuntamento quasi quotidiano, sintetico e significativo con un autore, al microfono delle voci di Radio Popolare. Note dell’autore è letteratura, saggistica, poesia, drammaturgia e molto altro. Tutto concentrato in sei minuti, più o meno il tempo di un caffè!

    Note dell’autore - 03-05-2024

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di venerdì 03/05/2024

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 03-05-2024

  • PlayStop

    Labirinti Musicali di giovedì 02/05/2024

    Finita la quasi quarantennale militanza domenicale della “classica apertura”, la redazione musicale classica di Radio Popolare ha ideato un programma che si intitolerà Labirinti Musicali: ovvero un titolo generico da contenitore di storie, aneddoti, curiosità legate tra di loro da un qualsivoglia soggetto/percorso/monografia proposto da uno di noi in forma di racconto, con ascolti ad esso legati, sempre con buona alternanza di parole e di musica. Uno spazio radiofonico che può essere la storia di un disco, un libro, un personaggio anche famoso, ma proposta da angolazioni nuove, curiose. Non una lezione, quasi una confidenza all’orecchio di un ascoltatore. I labirinti sono luoghi reali e circoscritti, e allo stesso tempo irreali: sono la sorpresa, sono l’incontro, sono l’imprevisto…e anche la musica è qualcosa che si muove in uno spazio acustico-temporale ben determinato, qualcosa che ci stupisce e sparisce dietro un angolo per poi farci ritornare al punto di partenza senza avere avuto il tempo di memorizzarne il percorso melodico, armonico, ritmico. Ci perdiamo nella musica proprio come in un labirinto, e la ritroviamo nei meandri più nascosti della mente… Viviamo in un labirinto di idee diverse nel quale ognuno di noi deve trovare un proprio spazio, e per uscire da questo labirinto dobbiamo affidarci alla nostra ragione…e al potere semantico della musica. Nel Medioevo si diceva che il labirinto è come la vita, e la vita come un labirinto. Ma nel labirinto non ci si perde, nel labirinto ci si trova. Con la complicità della musica.

    Labirinti Musicali - 02-05-2024

  • PlayStop

    News della notte di giovedì 02/05/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 02-05-2024

  • PlayStop

    Musiche dal mondo di giovedì 02/05/2024

    Musiche dal mondo è una trasmissione nel solco della lunga consuetudine di Radio Popolare con la world music – da prima che questa discussa espressione entrasse nell’uso internazionale – e in rapporto con World Music Charts Europe. WMCE è una iniziativa a cui Radio Popolare ha aderito e partecipa dall’inizio: una classifica europea realizzata attraverso il sondaggio mensile di animatori di programmi di world music su emittenti pubbliche, aderenti all’Ebu, appunto l’associazione delle emittenti pubbliche europee, ma con qualche eccezione come Radio Popolare, che è una radio privata di ispirazione comunitaria. Nel 1991 l’EBU sondò la Rai, per coinvolgerla in WMCE, ma la Rai snobbò la proposta. Però all’Ebu segnalarono che c’era una radio che sulle musiche del mondo aveva una certa tradizione e che probabilmente avrebbe risposto con interesse… L’Ebu si fece viva con noi, e Radio Popolare aderì entusiasticamente. Ormai quasi trent’anni dopo, WMCE continua e Radio Popolare continua a farne parte, assieme ad emittenti per lo più pubbliche di ventiquattro paesi europei, fra cui la britannica BBC, le francesi Radio Nova e RFI, le tedesche WDR, NDR e RBB, l’austriaca ORF, Radio Nacional de Espana, la russa Echo of Moskow, la croata Radio Student. Attraverso WMCE, Musiche dal mondo riceve annualmente centinaia di novità discografiche inviate dalle etichette o direttamente dagli artisti, dal vintage dell’Africa nera al canto di gola siberiano, dalle fanfare macedoni al tango finlandese: proponendo musica che difficilmente le radio mainstream fanno ascoltare e di cui i media correntemente non si occupano, Musiche dal mondo è una trasmissione per la salvaguardia e lo sviluppo della biodiversità musicale.

    Musiche dal mondo - 02-05-2024

  • PlayStop

    Live Pop di giovedì 02/05/2024

    Ogni giovedì alle 21, l’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare ospita concerti, presentazioni di libri, reading e serate speciali aperte al pubblico.

    Live Pop - 02-05-2024

  • PlayStop

    Quel che resta del giorno di giovedì 02/05/2024

    I fatti più importanti della giornata sottoposti al dibattito degli ascoltatori e delle ascoltatrici. A cura di Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro

    Quel che resta del giorno - 02-05-2024

Adesso in diretta