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Le linee guida delle Regioni per le riaperture, la pandemia peggiora in Europa e le altre notizie della giornata

Ursula von der Leyen

Il racconto della giornata di giovedì 15 aprile 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Le Regioni hanno approvato le linee guida da presentare al governo e al CTS per le riaperture già da maggio, mentre l’OMS specifica che l’Europa è ad un punto critico della pandemia e che ogni tipo di allentamento delle restrizioni dovrà essere fatto solo e unicamente sulla base dell’epidemiologia e della situazione degli ospedali. La Commissione Europea, intanto, guarda al futuro e punta a fare a meno dei vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson a partire dal 2022. Il caso della ex Tirrenia è la storia dell’ennesima privatizzazione che sta finendo male. Il Leone alla Carriera della 78esima Mostra del Cinema di Venezia verrà consegnato a Roberto Benigni. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia.

Le linee guida delle Regioni per le riaperture a maggio

(di Diana Santini)

Sono sei paginette fitte fitte, elaborate dagli uffici di prevenzione delle regioni sulla base delle linee guida utilizzate già la scorsa primavera. Nella premessa si fa riferimento a un’esigenza di semplificazione: le attività sono divise in macroaree omogenee, con regole valide per tutti: ristorazione, palestre e piscine, cinema e spettacoli dal vivo. Le norme, nella loro declinazione più rigida, possono essere applicate anche nelle zone rosse, e le attività dunque rimanere aperte. Per prime sono state studiate e messe a punto le regole per le attività più colpite dalle chiusure, anche perchè sono, si legge nel documento, settori in cui il rispetto delle misure previste è più controllabile rispetto alla pubblica via e ai comportamenti negativi che vi si registrano. Detto altrimenti: meglio con i controlli seduti in un ristorante che assiepati su una panchina con i cartoni delle pizze. E allora, si propone: nei ristoranti, nei locali e ai banconi: un metro di distanza tra i clienti (due in zona rossa), mascherine quando non si è al tavolo, disinfezione dei menu, finestre quanto più possibile aperte. C’è anche una postilla per gli amanti della partitella: giocare a carte è lecito, cambiare spesso il mazzo è buona norma. Nelle palestre e nelle piscine, sì agli allenamenti, no al contatto fisico. Distanziamento di due metri durante l’attività fisica, di uno da fermi. Per nuotare, 7 metri quadri di superficie d’acqua a testa, e poi armadietti individuali, distanziamento negli spogliatoi, registro delle presenza. Al cinema e a teatro, tra il pubblico, distanziamento di un metro con mascherine indossate e di due metri senza, e vale anche per circhi, arene e spettacoli viaggianti. Nel capitolo concerti, infine, particolare attenzione al distanziamento tra gli elementi del coro e tra i fiati. Il documento sarà sottoposto al parere del CTS.

160 nuovi casi di COVID al minuto in Europa

(di Martina Stefanoni)

In Europa vengono segnalati 9.500 nuovi casi di coronavirus ogni ora, 160 persone al minuto. L’ha detto oggi il direttore dello OMS per l’Europa Hans Kluge, presentando una situazione generale ancora molto grave. Kluge ha poi specificato che l’Europa è ad un punto critico della pandemia e che ogni tipo di allentamento delle restrizioni dovrà essere fatto solo e unicamente sulla base dell’epidemiologia e della situazione degli ospedali. Un monito che colpisce, soprattutto considerando che in Italia si sta programmando la riapertura, mentre nel resto dell’Unione Europea non solo la maggior parte dei paesi sono ancora in un lockdown rigido, ma in alcuni si sta pensando di prolungarlo.
In Francia, dove oggi con ogni probabilità verranno raggiunti i 100mila morti dall’inizio della pandemia (numero superato dall’Italia già a inizio marzo), il nuovo lockdown è iniziato il 3 aprile. Questa sera il presidente Macron ha indetto un incontro per ragionare su un possibile allentamento delle restrizioni, ma non è improbabile che la data individuata come punto di partenza per le riaperture, il 15 maggio, venga spostata più in là. Anche in Spagna il tasso di positivi ha superato i 10mila casi al giorno, il numero più alto da febbraio. Nel paese la fine dello stato di emergenza è prevista per il 9 maggio, ma il governo ha già fatto sapere che questo non significherà un allentamento delle restrizioni sociali e che si potrà ragionare sulle riaperture solo dopo aver contenuto questa ondata. In Germania, infine, sono state prolungate fino al 18 aprile le misure anti-COVID attualmente in vigore, che però non sembrano aver arginato la crescita dei contagi. Nelle ultime 24 ore, infatti, sono stati registrati quasi trentamila casi e le misure potrebbero essere ulteriormente inasprite con un lockdown nazionale. Necessità espressa dalla Cancelliera Angela Merkel e appoggiata dal Ministro della sanità Jens Georg Spahn, che ha chiarito: “Abbiamo bisogno di un lockdown per mettere fine all’ondata in corso”.

L’UE rinuncerà al vaccino di AstraZeneca dal 2022?

(di Mattia Guastafierro)

La notizia è passata in sordina, ma se confermata potrebbe avere risvolti importanti. Dal 2022 la Commissione europea potrebbe acquistare solo i vaccini di Pfizer e Moderna, quelli a Rna messaggero. Al contrario, i contratti con le aziende che producono i vaccini a vettore virale, AstraZeneca e Johnson & Johnson, non saranno rinnovati. La soffiata, riferita da La Stampa, arriverebbe dal Ministero della Salute. Alla base ci sarebbero due motivazioni. Da una parte l’irritazione per i ritardi di AstraZeneca, bacchettata nelle scorse settimane dallo stesso Draghi. Dall’altra il tema della sicurezza di questa famiglia di vaccini. A causa dei legami con rari eventi di trombosi, il siero di AstraZeneca è raccomandato in Italia solo sopra i 60 anni di età. Mentre il preparato di Johnson & Johnson è tutt’ora fermo, in attesa di indicazioni dalle autorità del farmaco.
Il segnale che l’Europa si sta muovendo in questa direzione è arrivato da Von der Leyen. Dopo aver firmato il nuovo accordo per 50 milioni di dosi aggiuntive, la presidente della Commissione ha prima ringraziato pubblicamente Pfizer, definendolo un partner affidabile, e poi in modo ancora più esplicito ha aggiunto: “Dobbiamo focalizzarci sulle tecnologie che hanno dimostrato il loro valore: i vaccini a Rna messaggero”. Di fatto una bocciatura degli altri farmaci.
L’incognita della nuova strategia europea al momento è il costo. In vista dei futuri accordi con Bruxelles, Pfizer avrebbe deciso di aumentare il prezzo delle dosi. Fino a 19,50 euro, come riportato da Reuters. Molto più dei 2 euro di AstraZeneca. La seconda incognita riguarda Moderna, l’altro vaccino a Rna messaggero. L’azienda che lo produce è di fatto una start-up, non un gigante come Pfizer. Per fare un esempio, all’Italia quest’anno garantirà solo 20 milioni di dosi, la metà di quelle promesse da AstraZeneca.

I contratti segreti della Pfizer

(di Vittorio Agnoletto)

Proprio mentre l’Unione Europea sceglie di affidare la propria campagna vaccinale alla Pfizer, in Brasile, secondo quanto riportato dal Folha de São Paulo, il Ministero della Salute, nonostante la clausola di riservatezza, ha pubblicato sul suo sito web il contratto stipulato con il colosso statunitense.
L’accordo afferma che Pfizer non sarà responsabile di eventuali effetti negativi dei vaccini sui pazienti, che qualsiasi controversia legale deve essere risolta fuori dal Paese, nei tribunali di New York e che nel caso in cui vi sia una sentenza di condanna ai risarcimenti, il Brasile dovrà rinunciare all’immunità sovrana di tutte le sue agenzie, compresa la Banca Centrale Nazionale. Il contratto stabilisce anche che in nessuna circostanza la Pfizer sarà soggetta ad alcuna penale per il ritardo nella consegna.
Big Pharma aveva chiesto di inserire clausole simili anche negli accordi con l’Unione Europea, ma i contratti sono segretati. Inoltre, dalle notizie trapelate, sembra che, sulle nuove forniture alla Comunità Europea, la Pfizer abbia imposto un aumento superiore al 50% del prezzo precedente.
È in questo contesto che 243 ONG di tutto il mondo hanno inviato una lettera aperta alla direttrice del WTO Ngozi Okonjo, chiedendole di accettare la proposta di moratoria sui brevetti avanzata da India e Sudafrica.
Contemporaneamente tre giorni fa l’Unione Africana, in un continente abbandonato al proprio destino, ha avviato un percorso che ha come obiettivo una futura produzione locale di vaccini. Ma che ora appare solo come una lontana speranza, mentre la crescita costante dei decessi è una realtà quotidiana.

Il caso Tirrenia. Storia dell’ennesima privatizzazione che sta finendo male

(di Massimo Alberti)

Dopo il fascicolo aperto senza indagati sui finanziamenti alla politica, la Procura di Milano ha depositato al Tribunale istanza di fallimento nei confronti di Cin, la Compagnia italiana di navigazione dell’armatore Vincenzo Onorato.
Secondo la procura la società avrebbe un passivo di circa 200 milioni e debiti scaduti per circa 400 milioni, di cui 180 con lo stato per l’acquisizione della ex Tirrenia. Che senza un accordo con i creditori, ora allo stato potrebbe ritornare. A rischio ci sono 4.000 posti di lavoro.
“È stata la privatizzazione fallimentare di un’azienda che ora rischia di morire per scelte finanziarie azzardate. Perchè il lavoro c’è e non è in discussione. Ma non è stato certo ben gestito”. [CONTINUA A LEGGERE]

Venezia 78, Leone alla Carriera a Roberto Benigni

(di Barbara Sorrentini)

Il Leone alla Carriera della 78esima Mostra del Cinema di Venezia verrà consegnato a Roberto Benigni. Le motivazioni principali di questa proposta avanzata dal direttore artistico Alberto Barbera e accettata dal CdA della Biennale comprendono l’opera omnia dell’attore e regista, iniziata con una ventata innovatrice e irrispettosa di regole e tradizioni, che lo hanno portato a vincere un Oscar per “La vita è bella”. Si vuole premiare la sua esuberanza e irruenza e la generosità con cui Benigni si concede al pubblico. Ha scritto Alberto Barbera nella nota diffusa dalla Biennale CInema. Che prosegue sottolineando l’eclettismo con cui è passato dall’attore al regista memorabile e popolare, per trasformarsi nel più apprezzato interprete e divulgatore della ‘Divina Commedia’ dantesca. Pochi artisti, continua Barbera, hanno saputo come Benigni, fondere la sua comicità esplosiva, spesso accompagnata da una satira dissacrante, a mirabili doti da interprete.    

Restiamo Umani, 10 anni senza Vik Arrigoni

vik arrigoni

Dieci anni fa, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 2011 Vittorio Arrigoni veniva rapito e ucciso a Gaza da un gruppo di terroristi che si dichiarò jihadista. Vik aveva 36 anni. Durante l’offensiva militare israeliana ‘Piombo fuso’ Vik raccontò anche a Radio Popolare il dramma della popolazione della Striscia, chiudendo ognuna delle sue storie con l’esortazione: ‘Restiamo Umani’. Questa mattina nella trasmissione ‘Fino alle otto’ Sara Milanese ha intervistato Egidia Beretta, mamma di Vittorio. [ASCOLTA L’INTERVISTA]

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

In Italia oggi sono state comunicate 380 morti legate al coronavirus e 17mila nuovi contagi. La percentuale di persone positive su quelle che hanno fatto il tampone è salita al 5,3%, dal 4,8% di ieri. Diminuiscono i pazienti ricoverati, ma ce ne sono ancora migliaia in terapia inensiva e circa 25mila negli altri reparti COVID. Stamattina la fondazione sanitaria Gimbe ha certificato che nell’ultima settimana i nuovi contagi sono calati, ma i morti sono aumentati e in 13 regioni il livello di occupazione delle terapie intensive è sopra la soglia di allerta.

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