Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Sabato 9 maggio 2020

Il racconto della giornata di sabato 9 maggio 2020 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La liberazione di Silvia Romano dopo un anno e mezzo dal suo rapimento in Kenya. Poi l’analisi dei dati dell’epidemia, le difficoltà nella distribuzione delle mascherine e nel reperimento dei tamponi, la ripartenza in Sardegna, la diffusione del contagio in Brasile. L’addio a Little Richard il pioniere del rock and roll morto all’età di 88 anni. Infine i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

Silvia Romano è libera

(di Alessandro Principe)

Silvia Romano è libera. La notizia è stata data dal presidente del consiglio Conte: “Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence. Silvia, ti aspettiamo in Italia!”.

“Sono stata forte, ho resistito, sto bene e non vedo l’ora di tornare in Italia!” queste le sue prime parole.

La giovane cooperante milanese, che durante la prigionia ha compiuto 24 anni, era stata rapita quasi un anno e mezzo fa, nel novembre del 2018.

Si trovava a Chakama, una località nel sud-est del Kenya, un centinaio di chilometri da Malindi. Era lì per… CONTINUA A LEGGERE

I dati dell’epidemia diffusi oggi

(di Chiara Ronzani)

La lenta discesa della curva di contagiati e morti con coronavirus in Italia riporta il livello a quelli dei giorni in cui è scattato il lockdown nazionale, intorno al 10 di marzo.

I nuovi casi accertati sono stati 1083, mentre i morti sono scesi sotto quota 200, a 194, una cinquantina meno di ieri.

Ci sono per la prima volta 8 regioni senza vittime (Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Trentino, Umbria, Sardegna, Molise, Basilicata e Calabria). Soltanto in Basilicata non ci sono stati nuovi casi. 

Il numero di morti dall’inizio dell’epidemia è 30395.

In Lombardia si sono registrati quasi la metà dei nuovi contagi, 502, e quasi la metà dei decessi di tutta Italia, 85.

I morti da inizio pandemia sfiorano i 15mila, sono 14924.

Tra i nuovi positivi, ancora una volta la maggioranza, oltre un terzo del totale, sono in provincia di Milano (178) e 98 a Milano città.

Tutte le difficoltà del piano sanitario nazionale

(di Mattia Guastafierro)

“Dal 4 maggio potremo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno”. Così il commissario Arcuri salutava a fine aprile l’inizio della fase 2. Ad oggi il rifornimento di mascherine resta un problema. I 51 macchinari acquistati per la produzione non sono ancora partiti. La maggior parte dei pezzi recuperati e pronti per essere distribuiti deve ancora essere validata dall’Istituto superiore di sanità. Il prezzo calmierato a 50 centesimi poi ha creato problemi di margine a farmacie e fornitori. 

Sui tamponi il cortocircuito più evidente. Il numero non è ancora adeguato per un tracciamento a tappeto dei positivi. Non c’è una regia nazionale e le regioni procedono in ordine sparso. Il governo ha inviato oltre 2 milioni di bastoncini con cui si preleva la saliva, ma a mancare sono i reagenti chimici per elaborarli. Ogni laboratorio ha i suoi macchinari a cui corrispondono reagenti diversi. L’approvvigionamento deve quindi partire dalle regioni, ma le sostanze chimiche scarseggiano. Non solo in Italia ma anche all’estero.

La disomogeneità regionale si nota anche sui test sierologici per individuare gli anticorpi al coronavirus. Gli enti locali procedono per conto proprio anche qui. C’è chi li ha previsti solo per le categorie più esposte, chi ha avviato piani più ampi. In Lombardia ad esempio si aspetta ancora la delibera che faccia chiarezza.

Infine c’è l’app Immuni. Tra problemi di sviluppo, proprietà e privacy, il lancio è stato rinviato. La data annunciata è il 18 maggio. Ma già si inizia a parlare di fine mese.

Il pasticcio delle riaperture in Sardegna

(di Monia Melis)

In Sardegna la Fase 2 si complica ulteriormente. Dall’11 maggio le aperture di negozi, parrucchieri e centri estetici sono infatti regolate – secondo ordinanza regionale – dall’indice RT, che rivela la trasmissibilità del Covid19. La soglia prevista per il via libera è sotto lo 0,50 – su base comunale, cadenza quotidiana e responsabilità dei sindaci.

Ebbene, quasi alla vigilia, il presidente della Regione Christian Solinas (sardista – leghista) ha comunicato, però, che per quasi tutti i comuni (363 su 377) l’indice non esiste. Semplicemente perché, senza un numero minimo di casi, almeno trenta, non ha significato statistico.

La media è sullo 0,48, con importanti differenze: il capoluogo, Cagliari, è sopra soglia; Sassari quasi al doppio con lo 0,96. Olbia e Nuoro non classificate.

Ed ecco quindi l’ennesimo ordine sparso: in Gallura si aprirà, così come in Ogliastra. Niente da fare a Oristano, Alghero e nei 17 comuni della Città metropolitana di Cagliari nonostante il lasciapassare di una nuova media di gruppo diffusa dalla Regione. Rabbia tra chi era pronto a ripartire a due mesi dallo stop, tra spese di sanificazione, affitti e il timore degli abusivi.

Brasile, il virus mette alle corde Bolsonaro

Nel giorno peggiore per il Brasile in pandemia, il presidente Jair Bolsonaro è sempre più un politico disperato. La mega grigliata che organizzerà nel Palazzo presidenziale di Brasilia, e alla quale sarebbero ormai confermati 3000 invitati paganti, segna il punto di rottura con il neo ministro della sanità Nelson Teich che vorrebbe semplicemente seguire le indicazioni dell’OMS.

Le mosse eversive di Bolsonaro, che pochi giorni fa aveva sostenuto una manifestazione dell’estrema destra contro il Parlamento, tradiscono però la sua debolezza. Non ha mai saputo sintonizzarsi con il suo “popolo” in questa crisi, seguendo la linea di Donald Trump a modo suo. Ora ha perso il suo principale alleato, l’ex giudice Sergio Moro, ha contro la scienza e tutti i partiti di opposizione, è ai ferri corti con i Governatori e con il Parlamento, dove in questi giorni sono state protocollate diverse richieste di impeachment e soprattutto la sua luna di miele con l’esercito sembra finita. Il suo potente vice presidente, il generale Hamilton Mourao, ha infatti commentato con ironia di non essere stato invitato alla grigliata presidenziale e che il biglietto d’ingresso di 70 reais è troppo alto. 

Le ultime cartucce populiste che sta sparando Bolsonaro, in un clima di crescente caos istituzionale, non funzionano. La sua popolarità è crollata sotto il 35% e ormai è chiaramente iniziato il countdown per la sua fine politica, un’agonia che nessun analista riesce a immaginare quanto possa essere breve o lunga. 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

 

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