Approfondimenti

Earl “Guitar” Williams, la chitarra di Birmingham

Una casetta di mattoni rossi con il tetto rosa, nel cuore del quartiere nero di Bessemer (cittadina alle porte di Birmingham) ha due insegne alle pareti: Intensive Care Beauty Salon e Music Makers recording studio. Sono arrivata nel mondo al di là del palcoscenico di Earl “Guitar” Williams, 66 anni, parrucchiere per signora, abile chitarrista, cantante blues e carismatico showman.

Earl “Guitar” apre la porta sorridente, come al solito.
«Ti presento la signora “adesso-perdo-la-pazienza”» mi dice indicandomi una bambola, con una cuffia di plastica in testa, poggiata sul tavolino della reception.
«È da tanto che aspetta d’esser servita. Un giorno lo sarà, forse…». Ride.

Il mondo privato di Earl “Guitar” è un eccentrico salone dai mille colori, come la personalità di questo artista, che nel 2014 è stato introdotto nella Alabama Blues Hall of Fame (un’organizzazione che onora gli artisti che hanno contribuito al diffondersi del blues dell’Alabama).

Earl “Guitar” è considerato da pubblico ed esperti come una delle migliori chitarre della zona di Birmingham. Riesce infatti a tirar fuori da chitarre elettriche e da cigar box guitars (le sue preferite) suoni coinvolgenti, unici che ben accompagnano la voce profonda e calda dell’artista e le canzoni blues che compone.

Nella sala d’attesa chitarra, batteria a pedale e amplificatore fanno bella mostra di sé, perché, mi spiega, tante clienti sono curiose di ascoltare la sua musica. Prima il taglio e poi il blues, dunque. Le pareti sono decorate da quadri colorati con ritratti di donne nere e paesaggi del Sud. «È il tocco di mia moglie», mi spiega, «una donna eccezionale con la quale sono sposato da 38 anni. Ogni uomo dovrebbe avere una donna come lei».

Earl ha avuto due figli maschi dalla moglie e una figlia da un’altra donna quando era ancora adolescente. Nel 2010 uno dei figli è stato ucciso da dei ladri entrati in casa. Aveva 22 anni. «È stato un brutto momento della nostra vita, ma assieme siamo riusciti a superarlo». Prende poi in mano la chitarra suona e continua a raccontare la sua storia.

«Mi sono innamorato della chitarra da bambino. Nei saloni da barbiere nel centro di Bessemer ascoltavo incantato gli uomini anziani che suonavano le chitarre e mi sembrava incredibile che suoni così belli uscissero da quegli strumenti. In TV ascoltavo poi Elvis, Ricky Nelson e Roy Rogers. Adoravo la loro musica, soprattutto quella di Elvis. Ogni tanto mostravano anche i neri (cosa rara al tempo) come Freddie King e B. B. King. Ascoltavo questi artisti e volevo riprodurre la loro musica. La nonna aveva un pianoforte in casa, ma suonarlo non mi veniva naturale. La chitarra è sempre stata il mio strumento».

A casa Williams i soldi erano però pochi. Earl è infatti il sesto di nove figli.

«Mio padre era un operaio e i soldi per comprarmi la chitarra non ce li aveva. Avevo però sentito che [il chitarrista e cantante blues di Chicago] Bo Didley si costruiva le chitarre con le scatole dei sigari e così ho fatto anch’io».

Earl legò una scatola di sigari King Edwards a un manico di scopa. Le corde erano dei semplici fili da pesca. Con questo strumento improvvisato suonò Stand by me. «È stata la mia prima canzone. Avevo circa sette anni».

«Vivevamo a Bessemer dall’altra parte dei binari. Un canale, la ferrovia e una strada ci separavano dal quartiere dei bianchi. Un posto dove vivevano tanti uomini del ku klux klan. Mio padre attraversava la strada ogniqualvolta ne vedeva uno e evitava di trovarsi da quelle parti dopo il tramonto perché a quell’ora molti neri furono impiccati, o massacrati di botte. Per loro eravamo come animali».

La casa dei Williams si trovava però a pochi isolati da quella di Mr. Henry Gipson, musicista blues e operaio, noto come Mr. Gip. Nel 1952 Mr. Gip aprì le porte di un capanno in fondo al suo cortile a chiunque volesse suonare il blues. Nasceva così il Gip’s Place, un juke joint che funziona tutt’oggi, un posto dove i neri potevano suonare la loro musica lontano dalle orecchie del ku klux klan e sentirsi liberi.

Mr. Gip falciava per i bambini del vicinato il grande spazio vicino alla sua casa perché potessero giocare a baseball. Earl era però più interessato alla musica che Mr. Gip e i suoi amici suonavano che al baseball.

«Il backyard di Mr. Gip era sempre pieno di musicisti. Suonavano il blues. Mr. Gip poi mi faceva usare le chitarre. Al tempo la musica che suonavano mi sembrava però musica da vecchi, io volevo suonare le canzoni della top ten. Un giorno imparai una nuova canzone e andai da Mr. Gip a fargliela sentire. Mi disse: “Wow, hai imparato! Suoni bene, ma devi imparare a suonare il blues. Il blues non muore mai.” Tutte le volte che facevo sentire ai grandi quello che avevo imparato mi dicevano: “Suoni il blues? Se non lo suoni, metti giù la chitarra”. Un giorno Mr. Gip mi disse che quando gli uomini invecchiavano si ammalavano di blues e che sarebbe successo anche a me».

A 12 anni Earl trovò lavoro come lustrascarpe nel retro di un negozio da barbiere per bianchi. Guadagnava 20 centesimi a scarpa e qualche decino di mancia. Riuscì così a racimolare i 13 dollari necessari per comprarsi la prima chitarra in un banco dei pegni. A 13 anni iniziò a suonare in una band chiamata The Corruptors. Di blues “s’ammalò” a 14 anni per la gioia di Mr. Gip.

Curtis Files, un noto bluesman della zona di Birmingham, lo sentì suonare e lo invitò a far parte della sua band.

«È stato un buon maestro mi insegnò diversi trucchi e passaggi difficili. La storia di Curtis Files è simile a quella di Mr. Gip: fu anche lui aggredito dagli uomini del klan che gli accoltellarono un braccio e perse il controllo di una mano. Dovette penare parecchio per riprendere a suonare».

Curtis Files è morto nel 2010 e nel 2014 è stato inserito nell’Alabama Blues Hall of Fame. Con questo artista Earl suonava nei juke joint dell’Alabama rurale, sottofondo ideale per qualsiasi blues.

«Andavamo spesso a Uniontown [nella Black Belt] in un club chiamato Congo. Per strada un giorno ci fermammo in una piccola cittadina. Nel Palazzo di giustizia di questo posto avevano impiccato un giovane nero. L’avevano ucciso senza motivo ai tempi della segregazione. Il giovane, ci avevano detto, appariva da una delle finestre del palazzo e vedemmo anche noi la sua faccia triste che guardava da quella finestra. Le autorità in seguito si stancarono dei pellegrinaggi di curiosi e smontarono la finestra. Il giovane non comparve più».

Il Congo apriva il sabato, il giorno libero dei raccoglitori di cotone.

«Era un posto incredibile. Il pavimento era di nudo cemento. Non c’era una sedia. La gente stava in piedi e ballava. Ricordo il primo giorno che misi piede lì dentro. Curtis mi presentò al pubblico. Disse che avevo 15 anni. A un certo punto un ragazzino urlò: “È mio fratello Richard!”. Aveva qualche anno più di me. Gli dissi che si sbagliava, ma lui era sicuro: ero il suo Richard, avevo 27 anni e mi ero arruolato nell’esercito. “Richard portami con te” mi diceva, “Non voglio più raccogliere il cotone”. Avevo delle belle scarpe ai piedi (ride) e il ragazzino, che era scalzo, pensava fossi ricco. “Richard, le compri anche a me le scarpe?” mi diceva. Chiamò la sorella e poi la madre e mi trovai con tre persone davanti che piangevano e mi chiamavano Richard. Niente male come debutto, pensai. Non sapevo cosa fare. Curtis mi disse che erano delle brave persone e non volevano farmi del male, di accettare, insomma, la situazione. E così feci. Sono venuti a Bessemer a conoscere la mia famiglia. Per loro sono però rimasto Richard. Quella è tuttora la mia famiglia estesa».

Con Curtis, Earl “Guitar” iniziò a farsi notare. I migliori club blues di Birmingham lo invitavano a suonare. Negli anni Settanta creò la Afro Blues band, che in seguito si chiamerà Kalu. Earl cuciva e disegnava i costumi della band, abiti sgargianti che imitavano gli abiti da scena di Elvis Presley. Oltre a suonare lavorava come operaio nell’acciaieria US Steel. La band fu invitata a esibirsi regolarmente nel locale di “Tall” Paul, un noto DJ del tempo.

Nel 1963, Martin Luther King arrivò a Birmingham e iniziarono le proteste per la conquista dei diritti civili. Oltre agli adulti in strada scesero anche i bambini e gli adolescenti. “Tall” Paul attraverso in microfoni di radio Wenn-AM, comunicava in codice ai giovani l’ora e il posto dove si sarebbe svolta la manifestazione di protesta.
«Il locale di “Tall” Paul era il terreno dei Commodores. Erano dei veri professionisti e nel loro show ci doveva essere un’altra band. Noi eravamo l’altra band e dividevamo il palco con loro. Ho imparato tantissimo dai Commodores», racconta.
Il sassofonista dei Kalu, Lee Mitchell si trasferì poi a Dallas per suonare con Johnnie Taylor, un vocalista famoso a livello nazionale. Earl “Guitar” prese un sabbatico dall’acciaieria e i Kalu divennero la band di Taylor.
Quando qualche anno dopo i Kalu lasciarono Johnnie Taylor, Earl “Guitar” tornò a Birmingham e riprese a lavorare per la US Steel.

Ben presto iniziò a suonare con la band di Cleve Eaton, un bassista jazz che ha suonato con Ramsey Lewis, Count Basie, Ella Fitzgerald e molti altri. Grazie a Cleve Eaton, Earl “Guitar” imparò a leggere la musica e perfezionò la sua abilità nel suonare l’armonica.

«Iniziai anche a scrivere la mia musica. Uno dei miei primi blues originali è ambientato nella US Steel. Il mio capo mi beccò un giorno a dormire al lavoro. Per non essere licenziato composi un blues. Lo suonai accompagnato da chitarra e armonica in modo che il capo lo sentisse. Funzionò. Si mise a ridere e me la fece passare».

Il dipartimento della US Steel dove lavorava chiuse e, come compenso, Earl “Guitar” ricevette due anni di college pagato. Studiò così per diventare parrucchiere. Agli inizi degli anni Ottanta, i Kalu diventarono la band di Benny Latimore, pianista e cantante blues e R&B noto a livello nazionale. Per circa quattro anni Earl “Guitar” viaggiò con questo artista.
«Abbiamo diviso il palcoscenico con B. B. King, Bobby Bland e tanti grandi del blues è stata una bella esperienza». Oltre a suonare la chitarra, Earl “Guitar” divenne il parrucchiere preferito di Latimore e della band.

Nel 1985 Earl “Guitar” decise di prendere una pausa dal palcoscenico. Tornò a Bessemer e aprì il negozio da parrucchiere.
«Ho suonato l’ultima volta con Latimore ad Atlanta. Gli dissi che volevo provare ad avere la mia attività e vedere se le cose funzionavano. Non tornai a suonare con Latimore perché con il mio negozio guadagnavo di più».
Earl appese la chitarra per circa otto anni per dedicarsi anima e corpo al negozio.
Riiniziò cantando i Gospel e poi ritornò a suonare il blues nel posto in cui tutto era iniziato: al Gip’s Place.

«Mi appassionai alle chitarre costruite dalle scatole dei sigari, come la mia prima chitarra. Me le faccio costruire da John Lowe di Memphis. Ne ho ormai sei. Amo il suono che producono questi strumenti».

Oggi Earl “Guitar” Williams suona regolarmente al Gip’s Place, alla Daniel Day Gallery, una galleria d’arte dove si suona il blues, e in diversi locali di Birmingham e dell’Alabama. È ospite regolare del Bob Sykes BBQ & Blues Festival di Bessemer, del Freedom Creek Festival, iniziato da Willie King, e del Cigar Box Festival di Huntsville, in Alabama.
Earl ha la sua band chiamata Earl “Guitar” Williams and the Juke Band.

Nel 2011 ha inciso il CD Can of Alligator, nove tracce quasi tutte originali. Earl sta lavorando a un CD che sarà composto da pezzi blues e jazz. «Vorrei avere artisti come Cleve Eaton e Bo Berry nel nuovo album».

Bo Berry è un trombettista jazz molto noto a Birmingham. Berry negli anni Settanta è stato membro dei Commodores.

Qui potete ascoltare la musica di Earl “Guitar” Williams.

Earl “Guitar” Williams
Foto di Roger Stephenson

Per leggere storie di blues e del profondo Sud americano, visitate il blog di Francesca Mereu o il sito ufficiale della scrittrice.

  • Autore articolo
    Francesca Mereu
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    GR domenica 05/05 19:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle 16 edizioni quotidiane del Gr. Un appuntamento con la redazione che vi accompagna per tutta la giornata. Annunciati dalla “storica” sigla, i nostri conduttori vi racconteranno tutto quello che fa notizia, insieme alla redazione, ai corrispondenti, agli ospiti. La finestra di Radio Popolare che si apre sul mondo, a cominciare dalle 6.30 del mattino. Da non perdere per essere sempre informati.

    Giornale Radio - 05-05-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di domenica 05/05/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 05-05-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 03/05/2024 delle 19:48

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 03-05-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Prospettive Musicali di domenica 05/05/2024

    Prospettive musicali dà risalto a una serie di espressioni musicali che trovano generalmente poco spazio nelle programmazioni radiofoniche mainstream. Non pensando al genere come concetto limitativo, Prospettive musicali vuole suggerire percorsi di ascolto eterogenei. Prospettive musicali potrà accostare musiche medioevali e avanguardie elettroniche, free jazz e musiche per ambiente, danze etniche e partiture contemporanee, improvvisazione e composizione, avant rock e canzone, silenzio e rumore, invitando il proprio pubblico a condividere esperienze di ascolto coraggiose e «di confine». Alessandro Achilli collabora con Radio Popolare dal 17 marzo 1991 con i cicli Sciabadà (1991), Est (1992), Le vacanze di monsieur Hulot (1991, con Giovanni Venosta, e 1992), L’Orchestra (1996), Concerti da Babele (2001, 2002, 2003), Township Beat, musiche dal Sudafrica (2010) e corrispondenze dai festival Mimi (Provenza), Ring Ring (Belgrado), London Jazz Festival; ha inoltre curato la regia e l’adattamento di un ciclo condotto da Robert Wyatt, interviste in diretta a Shelley Hirsch, Arto Lindsay, Peter Blegvad e Robert Wyatt, e puntate monografiche di Cantaloop, In genere, Zona disco, Replicanti, Yuppi do, Il giardino degli dei, 5 giri, Jazz Anthology, Happy Together e Notturnover estate. Clicca qui per notizie sulle sue attività con Musica Jazz, Musiche, Radio3 Rai e come fotografo non professionista e traduttore. Fabio Barbieri collabora con Radio Popolare dal 1997. È stato ideatore e conduttore di Tropici e meridiani e ha realizzato collegamenti e interviste per Notturnover,Candid, Sidecar, Zoe, Alaska e per il gr in network. Ha collaborato con la redazione musicale del quotidiano Il Manifesto. Suoi articoli e recensioni sono apparsi su Rockerilla, Lost Trails e nel volume Bassa fedeltà (Bollati Boringhieri). Nella stagione 2003-2004 ha curato per Patchanka una serie di corrispondenze settimanali da Londra, intitolata London Calling. Da quell’esperienza è nato un blog: http://www.fabiocalling.blogspot.co.uk/ Gigi Longo collabora con Radio Popolare dal 1987. Ha condotto Jazz Anthology, Music Mag, Onda su onda e Cibo per psiconauti. In veste di inviato, ha recensito decine di concerti jazz, rock e world music per Notturnover. Ha realizzato trasmissioni speciali su Charles Mingus, Gil Evans, Duke Ellington e Miles Davis. È stato collaboratore dell’Associazione Jazz Capolinea, del mensile Il Buscadero e dela rivista Alp Grandi Montagne.

    Prospettive Musicali - 05-05-2024

  • PlayStop

    News della notte di domenica 05/05/2024

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 05-05-2024

  • PlayStop

    La sacca del diavolo di domenica 05/05/2024

    “La sacca del diavolo. Settimanale radiodiffuso di musica, musica acustica, musica etnica, musica tradizionale popolare, di cultura popolare, dai paesi e dai popoli del mondo, prodotto e condotto in studio dal vostro bacicin…” Comincia così, praticamente da quando esiste Radio Popolare, la trasmissione di Giancarlo Nostrini. Ascoltare per credere. Ogni domenica dalle 21.30 alle 22.30.

    La sacca del diavolo - 05-05-2024

  • PlayStop

    Agitanti di domenica 05/05/2024

    Un programma per gente che muove mente, corpo e spirito. Un programma di sport – sport paralimpico – per imparare a conoscere le vite, i sogni, le discipline degli atleti che stanno cercando di qualificarsi per Parigi 2024. Per arrivare preparati alle prossime Paralimpiadi, al via il 28 agosto: sapendo cosa cercare, dove guardare, come godere della grandissima competizione che le discipline che gli sport per persone con disabilità riservano. Un magazine che prende il suo nome dagli Agitos (dal latno “agito”, metto in movimento), le tre anime – verde, rossa e blu, come i colori più diffusi nelle bandiere del mondo – che compongono lo stendardo dei giochi paralimpici e che rappresentano appunto mente, corpo e spirito. Magari – chissà – ascoltandolo scoprirai che esistono discipline a cui non avevi pensato. In cui puoi metterti in gioco con il corpo che hai, esattamente per come è fatto: metterti alla prova, sudare, divertirti, competere, tenerti in forma e spostare il tuo limite un po’ più in là. “You can’t be what you can’t see”, diceva Marian Wright Edelman, la prima donna afroamericana ammessa all’albo degli avvocati del Mississippi nel 1965. Non puoi essere ciò che non puoi vedere: ci vogliono modelli in cui ci si riconosce per come si è, altrimenti è difficile persino sognare di poter diventare qualcosa. Un discorso che vale per tutti quelli che in qualche misura vengono etichettati come “diversi”. Ogni domenica alle 21 per mezz’ora su Radio Popolare. Conduce Giulia Riva, giornalista e nuotatrice paralimpica. Un programma di corpi, teste e voci “diversamente” agili.

    Agitanti - 05-05-2024

  • PlayStop

    Bohmenica In di domenica 05/05/2024

    A cura di Gianpiero Kesten In co-conduzione: Zeina Ayache, Gaia Grassi, Astrid Serughetti, Clarice Trombella Ospite fisso: Andrea Bellati La famiglia allargata di Di tutto un boh colonizza la domenica di Radio Popolare! Tra domande scientifiche e curiosità esistenziali (a cui dare risposte, naturalmente) tutti i membri della squadra porteranno ogni settimana il proprio contributo, un po’ come i pasticcini o, ancora meglio, gli avanzi da spartire la domenica, tra buoni amici. La missione divulgativa e di infotainment di Di tutto un boh vivrà e lotterà insieme a noi. Ma la domenica, si sa, è anche il giorno delle somme da tirare, dei buoni propositi e della condivisione. Anche tra le famiglie atipiche e allargatissime, come quella della squadra di Di tutto boh e del pubblico di Radio Popolare. Bohmenica In va in onda ogni domenica dalle 19 alle 21.

    Bohmenica In! - 05-05-2024

  • PlayStop

    L'artista della settimana di domenica 05/05/2024

    Ogni settimana Radio Popolare sceglierà un o una musicista, un gruppo, un progetto musicale, a cui dare particolare spazio nelle sue trasmissioni, musicali e non. La nostra scelta racconterà molte novità discografiche, ma non soltanto. E ogni domenica, con mezz’ora di speciale, concluderemo i sette giorni proponendo un profilo approfondito del nostro Artista della Settimana.

    L’Artista della settimana - 05-05-2024

  • PlayStop

    Bollicine di domenica 05/05/2024

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 15, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 05-05-2024

  • PlayStop

    Archivio Ricordi di domenica 05/05/2024

    Era da tempo che pensavo ad un nuovo programma, e non mi accorgevo che era già lì…ma dove? Semplice, nei vari supporti magnetici e negli hard disk dei miei due pc contenenti i miei incontri musicali (che non voglio chiamare interviste) degli ultimi quarantasei anni: quindi oramai un archivio, un archivio di parole e di voci che raccontano e portano alla musica! Quindi un archivio parlato, un Archivio Ricordi, da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni, che ci ha conservato - tra le altre - la storia del melodramma: quello è l’Archivio storico Ricordi. Il mio non è ancora storico ma ci manca poco, eppoi vale la continuità: dalla conservazione su carta a quella digitale, tutto scorre… Ad ogni puntata un personaggio: spesso musicista, o in qualche modo legato alla musica, e non proprio un’intervista ma una conversazione con un’intelligenza musicale, potremmo dire. Qualche nome per le prime settimane? Bruno Canino, Claudio Abbado, Giorgio Gaslini, Franco Battiato, Maurizio Pollini, Riccardo Chilly, Sergio Endrigo, Karlheinz Stockhausen, Ennio Morricone… Un archivio sonoro che non si ferma, e che mentre racconta nel passato continua ad alimentarsi nel presente. E senza accorgerci ci troveremo su un sentiero della Storia della Musica. Buon ascolto. Claudio Ricordi settembre 2022

    Archivio Ricordi - 05-05-2024

  • PlayStop

    Mitologia Popular di domenica 05/05/2024

    Mitologia Popular esplora e racconta il folclore e la cultura popolare brasiliana: da miti e leggende come Saci Pererê, Mula sem cabeça, Cuca alla storia di piatti tipici come la feijoada o la moqueca, passando per la letteratura, il carnevale, la storia delle città più famose e la musica, ovviamente. Conduce Loretta da Costa Perrone, brasiliana nata a Santos che, pur vivendo a Milano da anni, è rimasta molto connessa con le sue origini. È autrice del podcast Lendas con il quale ha vinto gli Italian Podcast Award per il secondo anno consecutivo.

    Mitologia Popular - 05-05-2024

  • PlayStop

    Giocare col fuoco di domenica 05/05/2024

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 05-05-2024

  • PlayStop

    Pop Music di domenica 05/05/2024

    Una trasmissione di musica, senza confini e senza barriere. Canzoni da scoprire e da riconoscere, canzoni da canticchiare e da cui farsi cullare. Senza conduttori, senza didascalie: solo e soltanto musica.

    Pop Music - 05-05-2024

  • PlayStop

    Comizi d’amore di domenica 05/05/2024

    Quaranta minuti di musica e dialoghi cinematografici trasposti, isolati, destrutturati per creare nuove forme emotive di ascolto. Ogni domenica dalle 13.20 alle 14.00, a cura di Stefano Ghittoni.

    Comizi d’amore - 05-05-2024

  • PlayStop

    C'è di buono di domenica 05/05/2024

    La cucina, la gastronomia, quello che mangiamo…hanno un ruolo fondamentale nella vita di tutti noi. Il cibo che scegliamo ci cambia, ci influenza e parla di noi. Ci può far stare bene o male in base a quello che scegliamo di avvicinare alla bocca. L’atto di cucinare e di mangiare ogni giorno è uno dei più importanti che possiamo fare. E va affrontato con consapevolezza, con conoscenza, oltre che con uno spirito divertito. Per questo Niccolò Vecchia a C’è di buono ogni settimana racconterà di prodotti e di cucina, raccogliendo storie contadine antiche e contemporanee, parlando di una cultura che può essere, insieme, popolare e raffinata.

    C’è di buono - 05-05-2024

  • PlayStop

    Onde Road di domenica 05/05/2024

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 05-05-2024

  • PlayStop

    La domenica dei libri di domenica 05/05/2024

    La domenica dei libri è la trasmissione di libri e cultura di Radio Popolare. Ogni settimana, interviste agli autori, approfondimenti, le novità del dibattito culturale, soprattutto la passione della lettura e delle idee. Condotta da Roberto Festa

    La domenica dei libri - 05-05-2024

Adesso in diretta