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Lo scontro finale nel Pd

Nel Pd è in atto uno scontro finale. La posta va oltre le alleanze in vista delle elezioni politiche. Riguarda la cultura stessa del partito, una volta si sarebbe detto l’ideologia.Nel Pd continuano a esserci due corpi separati, come prima della scissione.Renzi e i suoi da una parte, il resto del partito dall’altra.Usciti D’Alema, Bersani e la Ditta, lo scontro adesso è tra Renzi e gli altri fondatori. Veltroni, Franceschini, Romano Prodi. Quel che resta della cultura socialdemocratica e della componente cattolico sociale. Si scontrano con Renzi sul centrosinistra, ma gli stanno dicendo che ha stravolto l’essenza del Pd. Il ministro della Cultura lo afferma con chiarezza: “stiamo perdendo contatto coi ceti sociali che sono da sempre la base del nostro consenso”. Veltroni aveva parlato di un Pd senza più una identità. Renzi invece sta approfittando della sconfitta alle amministrative per allontanarsi ancora di più dal centrosinistra e la ragione è speculare: dare l’ultimo strappo alla cultura politica del partito, lavorando a una forza politica liberale che abbandoni al proprio destino la vecchia tradizione. Si spiega probabilmente così la ostentata indifferenza alle sconfitte nelle città storiche della sinistra, da Genova a Sesto San Giovanni. Renzi insegue il sogno di un macronismo in versione italiana, partendo da una struttura che già controlla, il Pd, invece che da zero come il neo presidente francese. Quanti consensi possa ottenere, è la vera incognita. In Italia, come in Francia, la destra è ormai salvinizzata nei temi prima ancora che nelle sigle e nelle formule. La sinistra è ai minimi termini. Ma le analogie finiscono qui. Il centro, per antica consuetudine, è cattolico, moderato, diviso tra anima conservatrice e anima sociale.E i sentimenti di insoddisfazione, di rabbia, di rifiuto della politica sono molto profondi e Renzi è un leader divisivo, catalizzatore di profonde antipatie. Fattori che rendono il calcolo di Renzi al limite dell’azzardo.

  • Autore articolo
    Luigi Ambrosio
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    Il 7 e l'8 novembre si è tenuta a Roma la Conferenza Nazionale governativa sulle Droghe e, contemporaneamente, la contro-conferenza della rete delle organizzazioni della società civile per la riforma delle politiche sulle droghe. Cosa è emerso? Ne abbiamo parlato con Leopoldo Grosso, responsabile dell'area tossicodipendenza del Gruppo Abele.

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    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Candida Felici è fra gli organizzatori della due giorni dedicata a Lucoiano Berio dal Conservatorio di Milano; al Chiostro Nina Vinchi del Piccolo Teatro Grassi si presenta il libro "La bella Resistenza" dedicato alle bambine e ai bambini, a cura di ANPI Scala; al Teatro Fontana di Milano è in scena "La città dei vivi", ispirato al libro di Nicola Lagioia, per la regia di Ivonne Capece; la rubrica di lirica a cura di Giovanni Chiodi...

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    Pubblica di giovedì 20/11/2025

    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

    Pubblica - 20-11-2025

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    Medicina: ricorso collettivo contro la ministra Bernini

    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

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    A come Africa di giovedì 20/11/2025

    A cura di Sara Milanese.

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    ENRICO DEAGLIO - LA PRESA DEL POTERE IN AMERICA - presentato da Michele Migone

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    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

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    Flavia Perina, Editorialista de La Stampa, ricostruisce per noi gli ultimi sviluppi dello scontro tra Fratelli d'Italia e il Quirinale; da chi arriva la mail, chi ha manipolato, perché l'attacco al Colle? Boomerang o inizio di campagna elettorale. Sandra Zampa, Senatrice PD, amica del consigliere Garofani denuncia il clima che questo caso alimenta: complotto, sfiducia, attacco alla figura istituzionale più riconosciuta dagli italiani. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari, ci racconta il perché del ricorso collettivo contro il semestre filtro per Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, che di fatto ha spostato la barriera all'entrata di qualche mese, aggravando costi e tempi di indecisione, oltre che favorendo le università privata che sono escluse dal provvedimento. Paolo Limonta, Presidente CIAI, Centro italiano aiuti infanzia, e maestro in pensione, nella Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia ci spiega quanto Milano abbia da fare sulla povertà assoluta, educativa, alimentare... tra sfratti, opportunità negate e un'attenzione pubblica molto distratta sul tema bambini e bambine.

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