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Immigrazione e sicurezza: unico concetto per Salvini

Giuseppe Conte e Matteo Salvini

Chi vive in un paese economicamente e drammaticamente povero non ha diritto alla protezione umanitaria, la può avere solo in caso di calamità naturale: se quel paese ad esempio viene colpito da una terribile carestia. Ma forse non avrebbe nemmeno la forza per affrontare il viaggio, morirebbe prima.

Anche perché chi fugge dalla povertà potrà farlo nell’unico modo possibile, le pericolose traversate organizzate dagli scafisti. Nel decreto e nella gestione salviniana dell’immigrazione non c’è nessuna idea di flussi o di quote di immigrati in ingresso in Italia perché siano inseriti nel mondo del lavoro: l’immigrazione è declinata solo insieme alla parola sicurezza, un binomio che serve a trasmettere la paura e il concetto di straniero come realtà destabilizzante e pericolosa.

È il tema della sua campagna elettorale permanente che diventa legge.

Il decreto presentato da Conte e Salvini, ma senza nessun ministro dei 5 Stelle presente in conferenza stampa – anzi, il Ministro per i rapporti con il Parlamento Fraccaro ha precisato che ora sarà il Parlamento a valutarlo – gira intorno a due punti principali: la protezione umanitaria viene drasticamente ridotta e chi attende l’asilo politico e chi si macchia di reati viene espulso.

Fatti salvi i rifugiati politici o chi fugge da una guerra o da Paesi dove rischia la pena di morte, l’istituto della protezione umanitaria viene ridotto e limitato ad alcuni casi, ad esempio per le vittime di tratta, per Paesi colpiti da calamità naturali, per cure mediche o per chi si è distinto per atti di valore.

Null’altro, il resto degli immigrati diventano soggetti sottoposti a rimpatri.

Il concetto dell’accoglienza non è previsto dal decreto, il sistema di protezione per i richiedenti asilo viene ridotto all’essenziale: interesserà solo i rifugiati e i minori non accompagnati. Il resto è un problema di sicurezza che riguarderà i poteri dei sindaci.

L’altro punto è quello delle espulsioni per i richiedenti asilo: con una condanna in primo grado la richiesta di asilo verrà sospesa, ed è un passo in avanti rispetto all’ipotesi iniziale, visto che sarebbe bastata una denuncia o l’intervento della polizia. Ora sarà necessaria una decisione della magistratura. E se per caso il richiedente asilo che nel frattempo è stato rimpatriato viene assolto in secondo grado, il suo rientro non è automatico.

La limatura di questo punto forse è dovuta ad un intervento degli uffici del Quirinale, ma rimane ad esempio l’interrogativo sulla costituzionalità di un’altra decisione: la revoca della cittadinanza per chi è stato condannato in via definitiva per reati legati al terrorismo: la cittadinanza è un diritto inviolabile.

Il decreto arriverà in queste ore al Presidente della Repubblica che dovrà decidere se firmarlo, prima però sul suo tavolo arriverà il decreto su Genova. Forse è questo lo scambio tra Di Maio e Salvini: aver il via libera sul ponte di Genova un’ora prima di quello sulla sicurezza.

Che Mattarella firmi Salvini ne è convinto. Conte ha cercato di essere meno tranchant. Di Maio non si è visto, ma tutti i suoi ministri hanno votato sì, come il capo della Lega si è precipitato a dire appena arrivato in sala stampa.

Giuseppe Conte e Matteo Salvini
Foto | Palazzo Chigi
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    Anna Bredice
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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