Approfondimenti

Europa unita, progetto incompiuto

Sessant’anni. Di successi e fallimenti. Di passi avanti e bruschi stop. L’Unione europea è sempre stata una bestia strana. Non uno stato, né una federazione ma neanche un semplice gruppo di cooperazione.

Il progetto di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, dal confino fascista di Ventotene, era alto, idealistico. Era la reazione intellettuale alla tragedia della Seconda guerra mondiale. Un continente unito nella pace e nei diritti. Ma non è stato mai realizzato. Dovette fare i conti con la Guerra fredda. E così la partenza del progetto europeo fu limitata alla Comunità economica del carbone e dell’acciaio.

Poi venne la Comunità economica europea. Infine l’Unione europea. Sempre maggiore integrazione, sempre più ibrido fra accordo internazionale e federazione di Stati. Fra la democrazia che elegge il parlamento e il potere che resta nelle mani dei governi. Con il ruolo centrale della Commissione di Bruxelles che però rimane organismo più burocratico che politico.

Dopo la guerra nella ex Jugoslavia si decise di puntare sull’allargamento, anziché sulla maggiore integrazione. Ci si allarga invece che diventare una vera federazione di Stati. Secondo alcuni fu un errore. Troppi membri, troppi governi, ognuno con le sue esigenze e il potere di veto per bloccare tutto. L’Unione europea diventa grande prima di diventare adulta. E resta come un’adolescente, con slanci e chiusure. Una via di mezzo. Che oggi mostra tutti i suoi limiti. La crisi economica prima e quella dei migranti poi hanno messo a nudo tutta la sua debolezza. Di gigante economico e nano politico, come spesso si è detto. Per non parlare della politica estera dove l’Europa, con il suo alto rappresentante, fa poco più che da comparsa.

Un gruppo di Paesi decide di mettere in comune la moneta, nasce l’Euro. La moneta è uno dei simboli della sovranità nazionale. Il passo è storico. Ma anche qui si lasciano le cose a metà. Il governo dell’economia, le decisioni di politica economica restano in gran parte nelle mani degli Stati. L’Euro è l’esempio più importante di Stati che vanno avanti da soli, con chi ci sta. Oggi si punta molto su questo tipo di soluzione.

Sarà questo il punto più importante della giornata del 25 marzo: a Roma verranno celebrati i sessant’anni del Trattato che diede vita al primo nucleo dell’Unione. La parola d’ordine è “rilancio” e la strada scelta sembra essere quella dell’Europa a più velocità. Ma i punti di domanda sono tanti e tali da rendere l’espressione, al momento, una formula vuota. Su quali materie si andrà avanti? Chi potrà decidere di unirsi al gruppo di testa? Con quali requisiti? Verranno rivisti i Trattati per adeguare le istituzioni al gruppo di testa? Le bozze che circolano alla vigilia dell’appuntamento romano non sciolgono questi nodi cruciali. Vedremo se si andrà oltre le dichiarazioni di principio oppure no. Se verranno fissate delle tappe, delle scadenze che rendano concreto il percorso di maggiore integrazione.

L’ultimo anno per l’Europa è stato drammatico: sono tornati i muri. Il filo spinato ai confini. Sono tornati i nazionalismi. La Brexit ha rotto il tabù: dall’Unione europea si può andar via. Si può ritenere che convenga. Sul fatto che per superare questa fase ci voglia uno slancio sono tutti concordi. Che questa Europa smarrita ci riesca è tutto da vedere. Gli ultimi mesi giustificano un certo pessimismo. Anche perché siamo alla vigilia di tre elezioni fondamentali: Francia, Germania e Italia. Con le forze anti europee mai così visibili e agguerrite. Come fare passi decisivi senza sapere chi guiderà tre Paesi fondamentali per l’Unione?

Cosa sarà allora il Sessantesimo anniversario del Trattato di Roma? Una celebrazione, certo, con molta retorica, sicuramente. La speranza è che sia anche un’occasione di rilancio, ma lo sia davvero. Ricordando che l’Europa, con tutti i suoi limiti, ha anche dato tanto ai suoi cittadini. Sessant’anni di pace. Per cominciare. E non è poco. Ricordare i pregi, riconoscere i difetti. E puntare a un nuovo passo avanti. Una nuova legittimazione, riavvicinandosi alla vita dei cittadini. Combattendo le disuguaglianze, promuovendo una crescita economica sostenibile ed ecologica, facendosi apripista dei diritti, anche quando i governi nazionali non ne sono all’altezza. Dando più forza alla democrazia, cioè al Parlamento eletto direttamente dai cittadini. Tutto questo non avverrà il 25 marzo. Ma non è possibile aspettare anni. O il rischio concreto è che questo sia l’ultimo anniversario tondo da festeggiare.

  • Autore articolo
    Alessandro Principe
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 18/11 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-11-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 18/11 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-11-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 18/11/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-11-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 18/11/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-11-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 18/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 18-11-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 18/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 18-11-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 18/11/2025

    Un po' di nuovi ascolti ma anche i compleanni di due album storici: Achtung Baby degli U2 e Psychocandy dei Jesus And Mary Chain. L'intervista di Niccolò Vecchia al cantautore texano Micah P. Hinson e il suo nuovo album The Tomorrow Man, l'evento di Live Pop del 20 novembre a cura di Claudio Agostoni e il consueto quiz sul cinema per concludere.

    Volume - 18-11-2025

  • PlayStop

    “Un cambiamento profondo nella mia vita”: Micah P Hinson racconta il nuovo album The Tomorrow Man

    Il cantautore texano Micah P Hinson questa sera sarà dal vivo a Milano, a Santeria (e poi a Roma il 19 novembre e a Torino il 22), con le canzoni di un album ambizioso ed emozionante. È il secondo disco che realizza con Alessandro "Asso" Stefana, che ha conosciuto allo Sponz Fest di Vinicio Capossela: "Devo tantissimo ad Asso, in questi anni è stato il mio cheerleader e il mio manager: ha avuto una visione sul mio futuro musicale e mi ha aiutato a raggiungerlo". In questa intervista con Niccolò Vecchia, Micah P Hinson ci ha raccontato come e quanto questo nuovo album sia il disco di cui è più orgoglioso.

    Clip - 18-11-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 18/11/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 18-11-2025

  • PlayStop

    Walter Valdi e la Milano di una cena a mille lire. L'intervista al regista Valerio Finessi

    “Mi ricordavo di questo omino con gli occhiali che leggeva degli annunci un po’ strani”, racconta Valerio Finessi, regista di “Walter Valdi, un milanese a Milano”. Finessi descrive in un documentario la figura di Walter Valdi (Nicola Walter Gianni Pinnetti 1930-2003), cantautore e cabarettista della squadra storica del Derby Club di Milano. Prima avvocato e poi attore, è stato diretto da Giorgio Strehler, ha sempre scelto di cantare in dialetto milanese, senza però ottenere il successo di altri suoi compagni di lavoro come Cochi e Renato, Giorgio Gaber, Enzo Jannacci. “E’ stato dimenticato perché la scelta del dialetto meneghino lo ha un po’ isolato” spiega Finessi. Walter Valdi ha scritto brani per il Coro dell’Antoniano, portati in scena allo Zecchino d’Oro e ha recitato in alcuni film di Maurizio Nichetti, Carlo Lizzani, Ermanno Olmi e Luigi Comencini. Ascolta l'intervista di Barbara Sorrentini a Valerio Finessi.

    Clip - 18-11-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 18/11/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 18-11-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 18/11/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: a Fondazione Feltrinelli il ciclo di incontri "All You Can News" curato da Roberto Luna; al Collegio Ghislieri di Pavia un incontro dedicato alle "Democrazie illiberali"; all'Elfo Puccini di Milano arriva "Il birrai di Preston" di A. Camilleri, per la regia di Giuseppe Dipasquale; la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 18-11-2025

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 18/11/2025

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 18-11-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 18/11/2025

    Donald Trump e la svolta conservatrice della democrazia USA. A cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonello.

    A come America - 18-11-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 18/11/2025

    a cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonelli

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 18-11-2025

  • PlayStop

    MASSIMO FAGIOLI - DA DIO A TRUMP

    MASSIMO FAGIOLI - DA DIO A TRUMP - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 18-11-2025

Adesso in diretta