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“100mila persone in un mese”: le Sardine rilanciano ai nostri microfoni

Le Sardine a Bologna

Mattia Santori, il giovane bolognese che insieme a tre ex coinquilini ha dato il via al movimento spontaneo delle Sardine per dimostrare all’intero Paese che l’ascesa della Lega di Matteo Salvini non coinvolgerà anche l’Emilia Romagna, è intervenuto oggi ai microfoni di Radio Popolare dopo il grande successo ottenuto anche a Modena, dove oltre 7mila cittadini sono scesi in piazza in risposta alla presenza di Salvini in città.

L’intervista di Roberto Maggioni e Lorenza Ghidini a Prisma.

Mattia Santori, sardina di Bologna di 32 anni, è colui che insieme ai suoi tre ex coinquilini ha fatto partire questo movimento. Anche tu ieri sera eri a Modena.

Sì, anche io ero in trasferta. La cosa incredibile è che l’appello che avevamo lanciato a 6mila persone a Bologna è stato raccolto da 15mila-20mila persone, i numeri non sono chiari. È bello perchè i giornali scrivono “gli organizzatori dicono” a proposito dei numeri, ma noi eravamo in quattro in piedi sopra ad un risciò e vedevamo una fiumana di persone. Nella vita non facciamo questo, non siamo abituati a fare i conti delle presenze. Quello che conta è che da Bologna l’ondata delle Sardine si sta allargando non solo all’Emilia Romagna, ma anche in tutta Italia. È già partita a Firenze ed è stata lanciata a Parma, Reggio Emilia e Genova.

Secondo te questo movimento resterà agganciato agli appuntamenti di Matteo Salvini o sono pensabili anche delle manifestazioni a sé stanti?

Il modello è stato: arriva Salvini in città portando la sua narrativa classica fatta di marketing e campagna commerciale, ad esempio non è un caso che sia stato coinvolto anche Luca Toni, e abbiamo deciso di dare una risposta a Bologna in quel modo. Ovviamente la gente questo l’ha apprezzato e l’ha capito e adesso i promotori delle altre città tendono a seguire quel modello, che si sta già evolvendo. Noi agli organizzatori chiediamo anche di continuare ad innovare. Siamo state Sardine a Bologna, ma in altre città potremo essere altro.
E poi non è detto che si debba inseguire per forza Salvini, anche se in un certo modo è anche importante. La gente dell’Emilia Romagna vuole rispondere a una campagna elettorale che ha funzionato altrove ma che in Emilia Romagna non funziona.

Come le vedi le Sardine tra qualche settimana? E cosa pensate dei partiti?

È un movimento di resistenza a questa retorica populista e a questo modo di fare campagna elettorale molto sporco e che usa Facebook e l’informazione sui giornali e che tende a imporre un pensiero unico dominante. Noi crediamo nella democrazia e visto che l’Emilia Romagna ha gli anticorpi per questa patologia alla democrazia che sta attraversando tutta Italia abbiamo deciso di dare una risposta. Ovviamente non si tratta di un movimento politico, ma di una risposta dal basso a qualcosa che fino all’altro giorno sembrava inevitabile.
È molto difficile adesso sapere cosa saremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. L’obiettivo è portare in un mese 100mila persone in piazza in tutt’Italia e mandare un segnale. Visto che Salvini tende a giocare con il consenso, noi iniziamo a tornare nelle piazze e iniziare a dire che un’alternativa c’è. Poi sarà la politica a doverla cogliere.

100mila persone in tutta Italia.

Sì, perchè per il 30 novembre a a Firenze ci sono già 30mila adesioni. E secondo me, senza scherzare, andranno tra le 40mila e le 50mila.

Ieri La Verità titolava che dietro alle Sardine c’è la Mortadella, come la mettiamo?

Emma Bonino dice che l’insulto qualifica chi lo fa e la diffamazione qualifica chi la fa. Io ho già risposto sui giornali e mi sembra allucinante che debba continuare a rispondere. Nel momento in cui La Verità o chi per loro, perchè anche Libero o Il Giornale funzionano allo stesso modo, vi porteranno un documento in cui c’è scritto che nella città in cui lavoro c’è Prodi o chi per lui nel comitato scientifico ammetterò che sono pagato da Prodi. Io faccio anche il giornalista di lavoro e nel momento in cui intervisto Prodi e riporto l’intervista di Prodi è molto facile dire che sono legato a Prodi. A Bologna Prodi è comunque una personalità e per il lavoro che faccio andava intervistato: è uno che conosce l’Africa e conosce l’energia.

Vi vedete come un esempio di contro-narrazione rispetto a quella leghista. Poi chiaramente andrete anche voi a votare e questo lo state facendo in funzione della campagna elettorale in Emilia Romagna.

Vorremmo che le Sardine che aderiscono da tutta Italia ribadissero il sostegno e la resistenza emiliano-romagnola. È un messaggio che mandiamo, stiamo dicendo che quello che sta succedendo qui arriverà anche altrove. È per questo che la Toscana ha aderito subito, loro saranno i prossimi. Questo è nato da noi perchè sapevamo quello che era successo in Umbria, sapevamo già che sarebbero andati dai vecchietti in coda alle Poste a dire di votare Lega e sarebbero andati a distruggere tutti i pensieri diversi e le alternative politiche. Sapevamo già tutto questo e ad un certo punto, a forza di non dormirci la notte, abbiamo deciso di proporre un’alternativa.

Chissà se qualcuno sta pensando di esportare le Sardine anche qui a Milano.

In questo momento a noi i contatti arrivano indirettamente. Siamo pieni di richieste per organizzare altrove questi eventi, ma adesso il nostro obiettivo è spiegare a tutte le altre sardine che non siamo noi ad organizzare, ma si tratta di movimenti spontanei. Noi possiamo dare una mano ad organizzare e dare visibilità, ma è giusto che siano movimenti spontanei come è accaduto a Bologna.

Foto dal profilo Facebook di Andrea Pizzamiglio

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    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune importanti formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i suoi meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

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