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“Riforma pericolosa, tutti i poteri al premier”

“Chiediamo che ci sia una sospensione del referendum fino a quando la Corte Costituzionale non si sarà pronunciata sul nostro ricorso sul quesito”.

Lo ha detto Valerio Onida intervistato da Radio Popolare.

Il Presidente Emerito della Corte Costituzionale ha presentato un ricorso per ottenere che si voti sulla riforma punto per punto, con più quesiti. Il 27 ottobre il Tribunale di Milano deciderà se mandare il ricorso alla Consulta o rigettarlo.

Questa riforma è pericolosa – afferma Onida, sostenitore del No – perché, assieme alla legge elettorale, sposta tutti i poteri nelle mani del Governo e anzi del Premier”.

Non c’è rischio dittatura alle porte ma la riforma assegna enorme potere al Presidente del Consiglio, forte del cosiddetto “combinato disposto” con la legge elettorale, è il pensiero di Onida. il quale denuncia il populismo alla base delle due riforme.

Non è vero che il sistema attuale provochi ritardi o blocchi nella produzione delle leggi. Facciamo troppe leggi con troppa fretta e spesso sono scritte male e cambiano continuamente. I ritardi, come il caso del reato di tortura sono politici. Sono i tempi della politica, non del procedimento legislativo. Se la politica non vuole, una legge non si fa”.

“La instabilità -contiuna Onida non è data dal bicameralismo. La instabilità ancora una volta dipende da fattori politici“.

Secondo Onida siamo di fronte a un attacco al parlamentarismo:

“Dietro sta l’idea che occorra spostare esercizio potere politico sul Governo”.

Come se questa riforma fosse la sintesi, il portato di una cultura politica introdotta in Italia con la fine della prima repubblica?

“Esattamente. E’ iniziato con Craxi, poi Berlusconi ne ha fatto un cavallo di battaglia”. Riforma e legge elettorale concentrano “il potere sul partito e su una persona”. Una forzatura della Costituzione.

Ascolta l’intervista a Valerio Onida a cura di Lorenza Ghidini e Luigi Ambrosio

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    Errando per Antiche Vie è una grande azione performativa in cui artisti e pubblico percorrono a piedi la distanza che separa Cortina e Milano, tra il 5 e il 16 dicembre, a un mese dall’inizio delle Olimpiadi, per raccontare un territorio incredibile, contraddittorio che per la prima volta viene messo in luce dalle Olimpiadi. Un cammino lungo oltre 250 km, spettacoli teatrali e di danza, letture, pasti di comunità, incontri e dibattiti: un racconto della montagna fatto di sostenibilità, di protagonismo dei territori alpini e prealpini, di chi decide di vivere e lavorare in quota e nei territori periferici, al di là della spettacolarizzazione del momento olimpico. Michele Losi di Campsirago Residenza ha raccontato a Cult tutto il percorso. L'intervista di Ira Rubini.

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