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Usain Bolt, un dono per la Giamaica

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Al primo giorno di lavoro in downtown a Kingston, in giacca e cravatta e armato di valigetta, Usain Bolt è stato assalito dalla festa di migliaia di giamaicani. Accade ogni volta che si concede al pubblico, cioè spesso.

Ormai Bolt è un ex atleta: l’insolito incarico di Chief Speed Officer offerto dalla Digicel, principe compagnia telefonica di Centro America e Caraibi, rappresenta per lui l’inizio di una nuova vita e la fine dell’attività agonistica.

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Alle prossime Olimpiadi non ci sarà: l’uomo più veloce al mondo lascia senza che nessuno possa mettere in discussione questo suo status.

Chi già si sentisse orfano di un campione e di un personaggio che ha saputo appassionare tanti e catalizzato l’attenzione del pianeta durante le principali competizioni sportive degli ultimi anni, può rifarsi al cinema.

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Esce lunedì 28 novembre I am Bolt, film dedicato alla sua vita e alla sua carriera. La pellicola racconta la sua infanzia nella parrocchia di Trelawny e la sua consacrazione, la massacrante preparazione alle gare, le feste in spiaggia e la passione per la musica.

A dirigerla Gabe Turner e Benjamin Turner, la produzione è a cura di Fulwell 73. I am Bolt sarà trasmesso in diretta via satellite da Londra, dove ci sarà il red carpet alla presenza del fulmine giamaicano, in contemporanea mondiale alle 20.30. In Italia sarà presente in alcune sale, distribuito da Nexo Digital.

Della figura di Usain Bolt e della sua eredità a Olio di Canfora abbiamo parlato con Maria Carla Gullotta, console onorario del nostro Paese in Giamaica, che svela alcune curiosità sull’uomo delle nove medaglie olimpiche e sul suo rapporto viscerale con la terra del reggae

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  • Autore articolo
    Dario Falcini
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