Approfondimenti

Una memoria larga sui genocidi del ‘900

Anna Foa, storica dell’Università la Sapienza di Roma, è una studiosa della storia degli ebrei. Figlia di Vittorio Foa (un padre della repubblica, antifascista, partigiano, deputato alla Costituente), la professoressa Foa è anche un’esperta dei rapporti tra la Chiesa cattolica e l’ebraismo. Ebrea per parte di padre, la famiglia di Vittorio Foa apparteneva alla borghesia laica piemontese, Anna Foa si è convertita all’ebraismo in età adulta. L’abbiamo ospitata a Memos per parlare della Shoah nella Giornata della memoria delle vittime dello sterminio nazista degli ebrei.

Cosa è cambiato in questi anni, da quando è stato istituito nel 2000 il Giorno della Memoria, nel modo di ricordare la Shoah?

«Innanzitutto – dice la professoressa Foa – il modo di ricordare la Shoah si è molto allargato, nel senso che si è esteso enormemente a tutte le scuole e le istituzioni. E’ diventata una ricorrenza molto sentita nella società. Inoltre si è anche allargato il modo di intendere la Shoah: dalla Shoah degli ebrei si è passati a riflettere sul rapporto tra i vari genocidi, su quello che può essere l’insegnamento per il futuro della Shoah. C’è stata quindi un’apertura, del resto già prevista nella legge votata in Italia. Un’apertura del campo su cui riflettere, oltre che un approfondimento generale della società. Devo però dire che è anche cambiato, almeno negli ultimi due anni, il contesto in cui operiamo: la domanda che ci si pone di fronte – quando accadono stermini come quello in Siria ad opera di Assad, stermini ovunque generalizzati, attentati – è se il mondo non sia profondamente cambiato, se non ci troviamo di fronte al problema di cambiare la nostra memoria del passato, in particolare la memoria dell’evento simbolo della svolta accaduta in passato, il male più grande raggiunto sinora, che è la Shoah».

Occorre allargare la giornata della memoria anche agli altri genocidi del Novecento: dagli armeni alla Bosnia, dalla Cambogia al Rwanda. Lei qualche tempo fa ha sostenuto che allargare la memoria ad altri genocidi significa rimettere la Shoah nella storia del Novecento, non separarla, non farla diventare un dogma. Perché?

«La Shoah fa parte della storia del Novecento, anche se ha assunto ai nostri occhi un valore simbolico molto forte che ci spinge a farne una lente per interpretare tutti i genocidi e gli stermini di questo lungo Novecento di orrori. La Shoah non solo ci insegna la storia del passato, ma ci apre al nostro futuro. Penso alle questioni legate ai diritti umani e alle riflessioni sui genocidi. La giornata della memoria può essere legata alla nostra concezione di Europa, perché è una giornata internazionale che è profondamente correlata all’esistenza di un coordinamento fra i popoli e fra gli stati europei. Il fatto che l’Europa sia in bilico forse rimette in discussione anche il nostro modo di vedere questo passato europeo».

La memoria delle vittime della Shoah e la memoria delle responsabilità dei carnefici. L’anno scorso abbiamo avuto ospite il 27 gennaio lo storico Simon Levis Sullman che ci ha raccontato dei “carnefici italiani” (titolo di un suo libro), dei crimini da loro commessi e di quanto quei crimini siano rimasti impuniti. La responsabilità negata. Cosa ne pensa?

«L’unico paese – sostiene Anna Foa – che veramente ha elaborato fino in fondo il concetto di responsabilità è stata la Germania. Lo ha fatto con ritardo, ma lo ha fatto. E lo ha fatto con profondità, mentre negli altri paesi il processo è stato ancora più lungo. In Italia ancora si fatica a parlare delle responsabilità del regime di Salò nella consegna degli ebrei ai nazisti, diciamolo chiaro e tondo, e nei rastrellamenti degli ebrei fatti per lo più dai fascisti in un lungo periodo di tempo, a partire da subito dopo l’8 settembre. In Francia si è faticato moltissimo ad affrontare le responsabilità del governo di Vichy, le responsabilità francesi nella Shoah. Ci sono altri paesi in cui questo tema non viene nemmeno toccato e suscita delle profonde divergenze. Mi ricordo il film straordinario di Claude Lanzmann che ha messo sotto accusa la popolazione polacca che in qualche modo sapeva cosa stava succedendo sotto i propri occhi, almeno stando alle testimonianze di coloro che vengono intervistati nel film documentario. Il problema delle responsabilità è stato scaricato dall’Europa nei primi decenni dopo la Shoah, tranne che quando la Germania ad un certo punto ha dovuto affrontarlo, per forza di cose poiché era il maggiore responsabile. Noi italiani siamo ancora fermi al livello storiografico, nel senso che la storiografia racconta e dà per assodate ormai molte cose sulle responsabilità del regime di Salò. Nella mentalità comune, però, tutto questo non viene recepito».

Perché la memoria delle responsabilità del regime fascista di Mussolini e di Salò è così labile, fragile?

«Perché c’è stata effettivamente da parte del governo di Mussolini, fino all’8 settembre, una politica di non consegna degli ebrei ai nazisti. Una decisione voluta per lo più da Mussolini per motivi di prestigio, nel senso che la consegna voleva dire cedere dei propri cittadini o persone che avevano trovato rifugio in Italia, anche se di serie B, ai nazisti. C’è tutta una storiografia che sottolinea questo aspetto, riferito ai territori occupati nella Francia meridionale e in una fetta della Yugoslavia: e cioè che gli italiani abbiano impedito che gli ebrei venissero consegnati. Tutto questo cambia radicalmente con la nascita della Repubblica di Salò che emana, alla fine di novembre del 1943, delle leggi durissime contro gli ebrei, considerati nemici e quindi soggetti all’arresto immediato. La detenzione avveniva in piccoli campi di internamento che pullulavano in tutta Italia e successivamente, molto spesso, si procedeva con la consegna ai nazisti e il passaggio da Fossoli ad Auschwitz».

L’intervista con Anna Foa si conclude con un riferimento ad un tema, le donne e la Shoah. Il prossimo 3 febbraio la professoressa Foa interverrà al Festival Fare Memoria. “Le donne e la Shoah: è possibile un discorso di genere?”  sarà il titolo della sua relazione nel Salone Marchettiano di Chiari (Brescia).

Ascolta tutta la puntata di Memos

 

  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 16/09 12:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 16-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 16/09 17:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 16-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 16/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 16-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 16/09/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 16-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 16/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 16-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 16/09/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 16-09-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 16/09/2025

    Iniziamo parlando del festival Coachella 2026 di cui è appena stata annunciata la lineup e ricordando Victor Jara, cantautore cileno simbolo della canzone sociale e di protesta che scomparse oggi 52 anni fa durante la dittatura Pinochet. Proseguiamo con il mini live in studio delle Guthrie Family Singers, trio di discendenti di terza e quarta generazione dell'icona folk americana Woody Guthrie. Nell'ultima parte accenniamo al concerto di raccolta fondi per la Palestina del 18 settembre, organizzato a Firenze da Piero Pelù, e ricordiamo la stella del cinema Robert Redford appena scomparsa.

    Volume - 16-09-2025

  • PlayStop

    Una Napoli sconosciuta in bianco e nero in “Sotto le nuvole” di Gianfranco Rosi

    Già vincitore di un Leone d’Oro per “Sacro Gra” nel 2013 e di un Orso d’Oro tre anni dopo alla Berlinale, Rosi riceve anche il Premio Speciale della Giuria di Venezia 82. In “Sotto le nuvole” l’esplorazione si sposta nella Napoli della circumvesuviana, in un bianco e nero inedito per la città dei mille colori, tra la terra che ogni tanto trema, sotterranei archeologici in mano alla camorra, la centrale dei Vigili del Fuoco, le fumarole dei Campi Flegrei e il Porto di Torre Annunziata con con una nave siriana che scarica grano ucraino. “È il mio primo film non politico” sostiene Rosi, eppure nel fuoricampo di “Sotto le nuvole” il non detto arriva anche in senso politico. L'intervista di Barbara Sorrentini

    Clip - 16-09-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 16/09/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 16-09-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 16/09/2025

    Oggi con Annalisa Barbieri del @Stop Allevamento -Travacò Siccomario abbiamo parlato della mobilitazione dei cittadini contro l'ipotesi di Allevamento di galline ovaiole e sappiamo che Annalisa avrebbe voluto essere gatto. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 16-09-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 16/09/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: il regista Gianfranco Rosi sul suo film "Sotto le nuvole"; Emanuela De Rocco introduce il movimento "La scuola per la Palestina" e le future iniziative; Flavio Parisi sul suo libro "Tokyo è una grande cucina" (UTET); la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 16-09-2025

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 16/09/2025

    Pubblica ha ospitato il giurista Luigi Ferrajoli, allievo di Norberto Bobbio. Ferrajoli è professore emerito di filosofia del diritto all’Università Roma Tre. Tra i suoi libri, due titoli legati al progetto di costituzione planetaria che ha elaborato negli ultimi anni: si tratta di “Progettare il futuro. Per un costituzionalismo globale” (Feltrinelli 2025), e “Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio” (Feltrinelli 2022). Come si ricostruisce la sovranità del diritto internazionale fatta a pezzi dai vari Netanyahu, Putin e Trump? Ferrajoli ha già risposto da tempo a questo interrogativo, da quando ha proposto una "Costituzione della Terra", una costituzione che contiene diritti e principi fondamentali validi per tutti gli abitanti del pianeta e con l’indicazione di espliciti strumenti per realizzarli.

    Pubblica - 16-09-2025

  • PlayStop

    Speciale Freedom Flotilla - 16/09/2025 - ore 10:36

    Omaggio ai pionieri della Freedom Flotilla, sorella maggiore della Global Sumud Flotilla, pionieri tra i quali c'era Vittorio Arrigoni, riusciti nel 2008 ad arrivare a Gaza via mare. Materiale del nostro archivio raccolto e montato da Virginia Platini. Buon ascolto!

    Gli speciali - 16-09-2025

  • PlayStop

    GIANLUCA GRIMALDA - A FUOCO!

    GIANLUCA GRIMALDA - A FUOCO! - presentato da Marianna Usuelli

    Note dell’autore - 16-09-2025

  • PlayStop

    MILANO, VENDITA DELLO STADIO: TEMPI SUPPLEMENTARI?

    Stringono i tempi nella procedura di vendita dello stadio Meazza. Nel giro di pochi giorni è prevista la delibera di Giunta e il voto in Consiglio comunale per autizzarla. In una procedura che sembra quasi gia scritta, nelle ultime ore appare qualche fatto nuovo: un'assemblea molto partecipata a Milano, una proposta per prendere più tempo, il ritorno alla carica di chi chiede un referendum per decidere. In zona Cesarini potrebbero decideresi i tempi supplementari? Ospiti: Roberto Maggioni, redazione locale di RP; Franco D'Alfonso, Centro Caldara di Milano, estensore della proposta; Gabriele Mariani, Comitato Referendum per San Siro; Bruno Ceccarelli, Pd Milano, Commissione urbanistica; Lia Quartapelle, parlamentare Pd. In studio Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 16-09-2025

Adesso in diretta