Approfondimenti

Una generazione persa

I bambini sono le prime vittime della guerra in Siria. Come di tutte le guerre. La morte di almeno quattro bambini al confine tra Siria e Turchia, la notte tra sabato e domenica, ci ricorda le tante difficoltà che devono affrontare i migranti siriani, a partire proprio dai minori, anche quando riescono a scappare dai bombardamenti.

Secondo l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, una delle poche fonti per sapere quello che succede in Siria, le guardie di frontiera turche hanno aperto il fuoco su un gruppo di persone che stava tentando di passare illegalmente la frontiera tra la provincia siriana di Idlib e quella turca di Hatay. Ankara ha chiuso il confine con la Siria da parecchi mesi. Dall’inizio dell’anno, sempre stando a quanto dice l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, i militari turchi avrebbero ucciso almeno sessanta profughi siriani.

L’ultimo gruppo di rifugiati attaccati dai militari turchi arrivava dalla zona di Jisr al-Shughour, non lontano dalla cittadina di Khorbet Aljouz. L’itinerario scelto non è casuale, visto che quella è una delle poche zone dove la Turchia non ha ancora ultimato il muro che sta sigillando la frontiera con la Siria. Il viaggio, organizzato dai trafficanti, costa circa 600 dollari.

Gli incidenti sulla frontiera confermano in realtà una serie di problemi che devono affrontare i minori siriani che scappano dalla guerra. Nonostante le dichiarazioni dei leader europei in occasione dell’accordo con Ankara sui migranti, lo scorso marzo, la Turchia non è il paradiso che molti governi europei descrivono per mettersi a posto la coscienza. È vero che Erdogan ha accolto quasi 3 milioni di profughi, ma è anche vero che in molti casi la loro vita è piena di problemi. E la condizione dei bambini è un ottimo esempio. Human Rights Watch, ancora oggi, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, è tornata a chiedere all’Unione Europea di non rimandare in Turchia i siriani che riescono a raggiungere le coste nord del Mediterraneo.

Gaziantep, una grossa città turca non lontano dalla frontiera, ospita centinaia di migliaia di siriani ed è un ottimo esempio delle condizioni in cui vive la maggior parte dei minori siriani. Nel distretto industriale di Kusget si incontrano tantissimi bambini. Lavorano nelle officine meccaniche, nelle fabbriche di scarpe, nei capannoni dove si costruiscono edifici prefabbricati. Iniziano a lavorare alle otto di mattina e vanno avanti fino alle otto si sera. Molti hanno solo sette anni, ma il loro stipendio, spesso non più di venti euro alla settimana, è indispensabile per aiutare le loro famiglie.

Bambino siriano in una fabbrica di infissi di Gaziantep in Turchia
Bambino siriano in una fabbrica di infissi di Gaziantep in Turchia

A volte i bambini sono gli unici che riescono a portare a casa dei soldi. Il padre spesso non c’è, è morto in guerra, e quando c’è fa più fatica a trovare un lavoro in nero. Questo vuol dire che la maggior parte dei bambini siriani scappati in Turchia, circa un milione e mezzo, non va più a scuola. Secondo l’Unicef l’80% dei minori siriani non ha accesso all’educazione. Quando non ci sono i problemi economici delle famiglie ci sono i limiti del sistema scolastico locale.

Le scuole pubbliche turche hanno accettato diversi studenti siriani, ma salvo rare eccezioni non li fanno studiare con i loro coetanei turchi. Gli istituti che hanno accolto i minori siriani li fanno studiare al pomeriggio, mentre i ragazzi turchi vanno a scuola al mattino. Una scelta giustificata da comprensibili esigenze didattiche, ma che rende ancora più complessa l’integrazione dei minori siriani che rimarranno in Turchia per parecchi anni. Per una minoranza, seppur importante, c’è una rete di sostegno di organizzazioni private siriane.

Bambine siriane a Kaos Qurah, un'associazione siriana che recupera i bambini di strada a Gaziantep in Turchia
Bambine siriane a Kaos Qurah, un’associazione che recupera i bambini di strada a Gaziantep in Turchia

I bambini che lavorano a Gaziantep hanno negli occhi un’infanzia passata troppo in fretta. Sono concentrati su quello che fanno, in maniera ripetitiva, per 10/12 ore al giorno. Spesso raccontano di non sentir la mancanza della scuola, ma come tutti i minori siriani sono ormai la perfetta fotografia di una generazione persa, la prima vittima della guerra in Siria.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 21/10 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 21-10-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 21/10 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 21-10-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 21/10/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 21-10-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 21/10/2025 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 21-10-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    PoPolaroid di mercoledì 22/10/2025

    Basil Baz evoca il suo amore per la Polaroid, per la bellezza dello spazio bianco intorno all’immagine, che gli permetteva di scrivere la data e dare un titolo alla foto; spesso era ispirato da una canzone. Come le fotografie, le canzoni sono memorie nel tempo, e in PoPolaroid accompagno la musica con istantanee sonore; scatti personali, sociali e soprattutto sentimentali.

    PoPolaroid – istantanee notturne per sognatori - 21-10-2025

  • PlayStop

    No Manches Guey di martedì 21/10/2025

    Un viaggio musicale dentro le culture latino americane.

    No Manches Guey - 21-10-2025

  • PlayStop

    News della notte di martedì 21/10/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 21-10-2025

  • PlayStop

    Soulshine di martedì 21/10/2025

    Soulshine è un mix eclettico di ultime uscite e classici immortali fra soul, world music, jazz, funk, hip hop, afro beat, latin, r&b, ma anche, perchè no?, un po’ di sano rock’n’roll. L’obiettivo di Soulshine è ispirarvi ad ascoltare nuova musica, di qualsiasi decennio: scrivetemi i vostri suggerimenti e le vostre scoperte all’indirizzo e-mail cecilia.paesante@gmail.com oppure su Instagram (cecilia_paesante) o Facebook (Cecilia Paesante).

    Soulshine - 21-10-2025

  • PlayStop

    Fuori registro di martedì 21/10/2025

    Voci tra i banchi di scuola. A cura di Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

    Fuori registro - 21-10-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di martedì 21/10/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 21-10-2025

  • PlayStop

    Per la libertà di stampa, per Sigfrido Ranucci, per Report: sit-in a Roma

    Verso la fine della manifestazione è arrivato Sigfrido Ranucci, quasi emozionato dalla solidarietà che ha trovato in questa piazza, dalla presenza di tante persone in piazza Santi Apostoli “per non farlo sentire solo” dicono i manifestanti con dei cartelli in mano “press” e la scritta “no bavaglio”. E “per proteggerlo” - dicono ancora. Una protezione anche democratica da parte delle persone per il suo lavoro di giornalista. Sul palco per più di un'ora si sono alternate tante voci, si sono sentite altre denunce. A presentare la manifestazione di oggi c'era un giornalista della Rai a cui qualche anno fa da questo Governo è stata tolta la sua trasmissione. Poi il caso delle denunce temerarie e poi l'impossibilità di approvare la Freedom Act. “Una libertà di stampa a rischio” aveva detto Elly Schlein qualche giorno fa, oggi anche lei era in piazza e ha ribadito le sue convinzioni. In piazza Santi Apostoli oltre a tanti giornalisti ci sono tutti i leader della sinistra e tante persone. Anna Bredice ha intervistato Sigfrido Ranucci.

    Clip - 21-10-2025

  • PlayStop

    Esteri di martedì 21/10/2025

    1) Il vicepresidente degli Stati Uniti arriva in Israele per vigilare sulla tenuta della tregua a Gaza. La casa bianca teme che Netanyahu possa far saltare tutto. (Martino Mazzonis) 2) Torture, abusi e violenze. I prigionieri palestinesi tornano a casa e raccontano la loro detenzione. (Valeria Schroter) 3) Sarkozy va in carcere acclamato dalla folla e accompagnato dalla marsigliese e la classe politica francese innalza l’ex presidente da colpevole a martire. (Francesco Giorgini) 4) Stati Uniti, la distruzione della casa bianca per far spazio ad una sala da ballo è la rappresentazione plastica del processo di smantellamento della politica e della società americana portato avanti da Trump. (Roberto Festa) 5) Il Giappone ha la prima premier donna della sua storia. Ma questa non è necessariamente una buona notizia per le donne di un paese profondamente maschilista. ( Marco Zappa - Ca' Foscari) 6) Spagna, la rotta migratoria verso le Baleari è l’unica in crescita e infiamma la retorica razzista dei governi locali di destra. (Giulio Maria Piantedosi) 7) Rubrica Sportiva. Una delle vittorie più sorprendenti nella storia del calcio europeo. La squadra di un paesino svedese di 1200 abitanti vince il campionato. (Luca Parena)

    Esteri - 21-10-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di martedì 21/10 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 21-10-2025

  • PlayStop

    'Some Like It Hot': romanticismo e caos nel nuovo disco dei Bar Italia

    Come nel film del 1959 da cui prende il titolo, il nuovo disco dei Bar Italia è un ritratto di musicisti ribelli che si muovono tra glamour e malinconia, ironia e caos. L’album arriva dopo un lunghissimo tour che ha visto la band londinese suonare oltre 160 date in meno di un anno. L’energia grezza di 'Some Like It Hot' è il risultato di due anni super eccitanti ma anche frenetici e molto duri: "cattura esattamente lo stato d’animo che avevamo durante le registrazioni, un flusso di emozioni positive e negative insieme” racconta la band ai microfoni di Volume. Ascolta l’intervista ai Bar Italia, a cura di Elisa Graci e Dario Grande.

    Clip - 21-10-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di martedì 21/10/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 21-10-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di martedì 21/10/2025

    Restauro vs Recupero, in entrambi i casi, gli abiti non metteteli in cantina! Domani, intitolazione del giardino di Piazzale Segrino alla partigiana Margherita Belotti (Rina). Fine settimana, trekking urbani e presentazioni letterarie cantate con I.T.A.C.A Festival del Turismo Sostenibile di Viaggi & Miraggi. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 21-10-2025

  • PlayStop

    Volume di martedì 21/10/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 21-10-2025

Adesso in diretta