
Francesco era uno storico collaboratore di Radio Popolare. Una delle colonne della redazione musicale nei tempi in cui non esisteva la rete. I social non si sapeva cosa fossero e Spotify era fantascienza. Lui era una specie di Google in carne e ossa. Vivente. Non sapevi come si chiamava il bassista che aveva suonato con il tal gruppo in una certa tournée… bastava chiederglielo. La cosa più stupefacente è che, a differenza di molti musicofili, la sua specialità non era il passato, ma il nuovo, quello che stava nascendo. In compagnia di Franca, la sua compagna, aveva inventato il marchio “Shock Produzioni” con cui seguiva le nuove produzioni giovanili milanesi (e non solo). Dal rock al beat, spesso anche produzioni inedite. Riproduceva i suoni delle cantine milanesi con live prodotti artigianalmente negli studi della radio.
Indimenticabili le serate passate a casa sua. Non era un appartamento, ma un tempio laico dedicato alla musica. Un’infinità di supporti musicali perfettamente archiviati in scaffali montati su un parquet scricchiolante… Se esiste un paradiso per i cultori del vinile, quella ne era l’anticamera. Una dependance. Da lì pescava le chicche da portare in radio per le sue trasmissioni. Anche quando scomparve dai nostri palinsesti non smise di darci una mano. Ogni tanto arrivava una sua telefonata che segnalava l’uscita del nuovo lavoro di un punk di Birmingham o di un rocker di Concorezzo.
Non finiremo mai di ringraziarlo…
(Photo by Paola Bensi)