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Retata tra i giornalisti di “Cumhuriyet”

“Cumhuriyet” in turco significa “Repubblica” ed è già quindi a partire dal nome che il quotidiano esprime tutto il suo orientamento. Si tratta della voce storica della Turchia secolare fondata da Atatürk e il cui 93esimo anniversario è stato celebrato proprio pochi giorni fa.

L’ultima retata di suoi giornalisti è l’ennesimo choc per un Paese che ogni giorno assiste a nuove purghe e arresti, e che in questo caso è stato colpito in una delle sue anime più profonde, quella laica. Moltissime persone sono accorse alla sede del giornale a Istanbul in segno di solidarietà e protesta contro il governo. In mezzo alla confusione la redazione continua freneticamente a lavorare e non si esclude, come mi dice Özen Yüz, una redattrice, che il prossimo passo sia il commissariamento, perché è ormai sempre più chiaro che è in atto da parte di Erdoğan il tentativo di eliminare tutta l’opposizione.

Le accuse di essere legati alla rete di Fetullah Gülen le suonano ridicole. Cumhuriyet è sempre stata ostile al movimento del religioso considerato la mente del fallito golpe, ancora prima che i suoi rapporti con Erdoğan si deteriorassero. Uno dei giornalisti arrestati, Hikmet Çetinkaya, di 74 anni, editorialista di lungo corso al giornale, è noto proprio per gli articoli e per i libri che ha scritto sul pericolo per la laicità dello Stato rappresentato dall’ imam autoesiliatosi negli Stati Uniti. Hikmet Cetinkaya in passato è stato processato dal governo turco con l’accusa di insulti all’ islam, per aver diffuso in un suo pezzo le vignette blasfeme di Charlie Hebdo.

Un altro degli arrestati è Kadri Gürsel, giornalista di fama e membro del direttivo di International  Press Institute, che questa mattina postava su Twitter: “Stanno perquisendo casa mia, sto andando a vedere cosa sta succedendo”. Kadri era arrivato a Cumhuriyet da qualche mese e occupava un posizione anche nell amministrazione, e probabilmente per questo, sempre secondo la redattrice che abbiamo intervistato, è stato colpito dal provvedimento. Lo scopo è quello di tagliare le gambe al giornale.

Ordine di arresto anche per il vignettista Musa Kart, il quale questa mattina ha dichiarato: “Mi vado a consegnare, non ho niente da nascondere”. Qualcuno tra la folla accorsa davanti alla redazione faceva notare come tempo fa l’ex primo ministro del governo Erdoğan Davutoğlu aveva espresso la sua solidarietà ai vignettisti di Carlie Hebdo colpiti dai fondamentalisti islamici.

Arrestato anche il direttore del giornale, Murat Sabuncu, che il 1 settembre scorso aveva preso il posto di Can Dündar. L’ex direttore era stato incarcerato per tre mesi e recentemente condannato a sei anni di reclusione per aver pubblicato nel 2015 foto e video che documentavano la consegna di armi da parte dei servizi segreti turchi  alle truppe jihadiste in Siria. Can Dündar è fuggito in Germania ed è fra i ricercati anche di questa operazione, e infatti anche la sua casa di Istanbul è stata perquisita A tutti gli arrestati, come effetto dello stato di emergenza, sarà proibito incontrare i propri  avvocati per cinque giorni.

  • Autore articolo
    Serena Tarabini
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    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

    Pubblica - 03-12-2025

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    Politici, industriali e finanzieri sono concordi nel sostenere la strada del riarmo e della militarizzazione europea: per i finanzieri si tratta di far fruttare i propri fondi rapidamente e in maniera sicura, per gli industriali idem, con fortissime iniezioni di denaro pubblico, non a caso anche quest’anno hanno fatto il record di vendite come registra il Sipri di Stoccolma il più autorevole istituto di ricerca sulla spesa militare nel mondo. Il problema, spiega Francesco Vignarca, portavoce della Rete Pace Disarmo, ricercatore e analista (tra i curatori del libro Europa a mano armata curato con Sbilanciamoci) è che così vince il discorso di guerra. Banalizzante, propagandistico e pericoloso perché sequestra la democrazia: “Il complesso militare industriale ha un pensiero medio lungo strategico. Stanno già intervenendo per togliere le leggi sulla limitazione alla vendita di armi, perché sanno che dovranno vendere questa sovraproduzione da qualche parte, così come fanno entrare capitali esteri nella nostra industria, come i sauditi in Leonardo, perché non siamo noi gli acquirenti di queste armi”. Ascolta l'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

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    Trattandosi di un film horror si può raccontare poco. Ferine di Andrea Corsini si sviluppa intorno ad Irene, una donna che desidera una figlia ma nello stesso tempo è costretta a difendersi da chi la ostacola. In seguito a un incidente, la donna va in cerca di sangue per sopravvivere. Il tutto si svolge in un paesaggio vuoto e deprimente: “Cercavo una provincia in cui si respirasse solitudine e isolamento, come la villa di architettura brutalista e il centro commerciale esternamente vuoto. Il cemento da una parte e dall’altra le zone boschive, in cui si scatena l’aspetto selvaggio della storia”. Spiega Corsini, che nel film ha ricreato delle atmosfere che ogni tanto ricordano David Lynch, accompagnate dalla musica di Pino Donaggio: “È sempre stato il mio sogno, ma non avrei mai pensato di riuscirci. Non ho dovuto dirgli quasi niente per arrivare a questo risultato”. Un film prevalentemente femminile, con attrici internazionali che recitano in inglese e in cui gli uomini hanno soltanto parti in secondo piano. L'intervista di Barbara Sorrentini ad Andrea Corsini.

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    Paolo Bergamaschi, già Consigliere Politico Commissione Esteri Parlamento Europeo, analizza lo scontro Europa-Russia, tra minacce e timidi segnali di dialogo. Francesco Vignarca, ricercatore e analista della Rete Pace e Disarmo, racconta l'impatto del piano di riarmo sulla politica dell'Unione, trainato dall'industria e soprattutto dalla finanza. Le mobilitazioni dei lavoratori dell'Ilva non si fermeranno finché i patti non saranno rispettati, perché nessuno comprerà gli stabilimenti se non ci saranno prima degli interventi, come ci spiega Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom-Cgil. Giulia Riva giornalista e nostra collaboratrice racconta la giornata internazionale delle persone con disabilità a partire dai dati sul lavoro dove le donne con disabilità sono ancora più penalizzate degli uomini (mentre in Lombardia le aziende preferiscono pagare 82 milioni di multe che assumere persone dalle categorie protette) e poi da atleta paralimpica lancia una sfida alla città di Milano che il lascito delle Olimpiadi invernali in partenza a febbraio sia almeno concretamente utile.

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    Lista stupri. Una delle ragazze minacciate: “L’educazione sessuo-affettiva serve ad arginare le violenze”

    L’educazione sessuale a scuola si farà solo con il consenso dei genitori degli studenti minorenni, sia alle medie sia alle superiori. Alla Camera ieri è arrivato il via libera agli emendamenti al ddl Valditara tra le proteste delle opposizioni. È stato respinto anche un emendamento che prevedeva di togliere il consenso dei genitori in caso il corso fosse organizzato dalle Asl, quindi non da associazioni ma dal servizio sanitario nazionale. Intanto, prosegue l’indagine della procura di Roma "lista degli stupri” comparsa nei giorni scorsi nei bagni del liceo romano Giulio Cesare. Al momento il reato ipotizzato è istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale. Andrea, una delle studentesse del Giulio Cesare il cui nome era presente nella lista, al microfono di Mattia Guastafierro, ci racconta qual è il clima a scuola: “Ci sono stati dei precedenti, sicuramente non così gravi: stati bruciati dei cartelloni contro la violenza sulle donne nel bagno dei maschi, sono state strappate delle petizioni messe in bacheca per sensibilizzare alla violenza di genere. Purtroppo ci sono persone che hanno avuto un'educazione familiare estremamente poco consapevole di certe cose e purtroppo questa è la prova che un argomento così terribile come lo stupro possa essere utilizzato con leggerezza e, anzi, scritto su un muro di un bagno”. Inoltre, Andrea riconosce l'importanza dell'educazione sesso-affettiva nelle scuole: "Noi passiamo tantissime ore all'interno delle mura scolastiche e quindi deve essere la scuola a insegnare ed arrivare dove la famiglia magari non riesce. C'è molta disinformazione su quello di cui si tratta nell’educazione sessuo-affettiva: serve per insegnare il consenso, per conoscere se stessi senza paure, senza timori e stigmi sociali, per accettare ogni parte di sé. Facendo questo percorso dentro la scuola inevitabilmente la violenza di genere, e le violenze in generale, vengono arginate proprio perché la violenza parte da un'insicurezza. Se noi insegniamo che va bene averle, che queste si possono gestire, come gestire le relazioni, i conflitti ed educare al consenso, io credo che queste cose non succederebbero più. La scuola se ne deve far carico".

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