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Torturati e venduti all’asta. Ecco gli schiavi moderni

“Una collaborazione disumana quella tra l’Unione europea e la Libia nella gestione dei flussi migratori dall’Africa”. E’ un attacco durissimo all’Italia e a Bruxelles quello arrivato oggi dall’Alto Commissario per i diritti umani dell’Onu Zeid Raad al-Hussein.

“La politica Ue di assistere le autorità libiche nell’intercettare i migranti nel Mediterraneo e riportarli nelle terrificanti prigioni in Libia è disumana, ha detto al-Hussein. “La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità”.

L’Alto commissario ha quindi riportato le valutazioni degli osservatori dell’Onu inviati in Libia a verificare sul campo la situazione: “Sono rimasti scioccati da ciò che hanno visto: migliaia di uomini denutriti e traumatizzati, donne e bambini ammassati gli uni sugli altri, rinchiusi dentro capannoni senza la possibilità di accedere ai servizi basilari”.

Quindi l’atto di accusa alla Ue: “I suoi Stati membri non hanno fatto nulla per ridurre gli abusi perpetrati sui migranti. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa”.

Il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani ha fatto sapere che “molto probabilmente, domani sarà presa la decisione ufficiale di inviare una delegazione del parlamento europeo in Libia per verificare la situazione” che definisce “assolutamente inaccettabile”.

A conferma delle denunce dell’Onu oggi è arrivata una importante testimonianza, prodotta dalla Cnn che, in una video-inchiesta, ha documentato una vera e propria vendita di migranti, ceduti dai trafficanti come schiavi. “Questo è un ragazzo grande e forte, adatto al lavoro nei campi: 800 dinari… 900, 1.100… venduto per 1.200 dinari”, dice l’uomo che mette all’asta un giovane. L’equivalente di 800 dollari.

Il filmato è stato girato nell’agosto 2017 in una località sconosciuta della Libia da un contatto locale di Cnn e inviato ai giornalisti autori dell’inchiesta, che ne hanno verificato l’autenticità. Poi la troupe ha proseguito l’indagine direttamente sul campo, assistendo e documentando a sua volta un’altra asta di esseri umani: “Dodici nigeriani venduti di fronte a noi in pochi minuti, come merce”, racconta la giornalista.

Radio Popolare ha raccolto un’altra testimonianza, quella del sostituto procuratore della Dda di Palermo Geri Ferrara che ha parlato delle denunce di sette migranti usciti vivi dal ghetto di Sabha, la più spaventosa delle prigioni dei trafficanti di uomini in Libia.

Queste sette persone hanno trovato il coraggio di collaborare con la polizia e la magistratura italiana, di accusare e riconoscere alcuni dei loro carcerieri e ora di aiutare gli inquirenti nella caccia al feroce “generale Alì”, il capo dei miliziani che gestiscono la fortezza al confine del deserto in cui sono tenuti prigionieri centinaia di migranti “costretti a subire torture e violenze atroci per chiedere alle famiglie altri soldi come riscatto per la loro liberazione”.

L’intervista al sostituto procuratore Geri Ferrara è di Piero Bosio.

ferrara procuratore di Palermo master pb

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