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The First: la serie con Sean Penn

Dal 14 dicembre su Netflix è disponibile Roma di Alfonso Cuaron: è il film che ha vinto il Leone d’oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia, è diretto meravigliosamente in un luminoso bianco e nero, racconta una storia piccola e intima sullo sfondo della Storia con la s maiuscola del Messico nei primi anni 70 ed è evidentemente stato realizzato pensando a una visione sul grande schermo. Motivo per cui – come già era accaduto con Sulla mia pelle – si è trovato il modo di distribuirlo per qualche giorno in alcune sale cinematografiche, per la gioia dei cinefili, ma ri-accendendo le polemiche degli esercenti e dei distributori tradizionali.

Contemporaneamente, c’è chi va nella direzione opposta: TIMVISION, la piattaforma streaming di Telecom, sta per rendere disponibile, in esclusiva per l’Italia, una delle serie tv più attese di quest’autunno, ma prima invita gli spettatori ad “assaggiarla” al cinema. Il 18 dicembre alcune sale in tutta Italia (l’elenco completo è sul sito di Nexo Digital) proietteranno i primi due episodi di The First, diretti dalla regista polacca Agnieska Holland, in anteprima e gratuitamente.

La serie sarà poi distribuita il giorno seguente su TIMVISION. The First è il nuovo progetto di Beau Willimon, celebre per aver scritto la piece Farragut North da cui poi lui stesso ha tratto la sceneggiatura di Le idi di marzo, film di e con George Clooney e con Ryan Gosling; ma ancora più celebre, probabilmente, per essere l’autore dell’adattamento americano di House of Cards, la serie politica con Kevin Spacey e Robin Wright che si è recentemente conclusa con la sesta stagione. Come protagonista di The First Willimon ha scelto un altro grande attore hollywoodiano, Sean Penn, ma dalle stanze del potere di Washington si è spostato in quelle della NASA e di una fittizia compagnia privata impegnata nell’esplorazione dello spazio: la serie racconta infatti un’ipotetica prima missione di colonizzazione di Marte, tema che negli ultimi anni sta ri-catturando l’immaginario collettivo, da Sopravvissuto – The Martian di Ridley Scott alla serie Marte di National Geographic, di cui è in questi mesi in onda la seconda annata, o più in senso lato i film Il primo uomo di Damien Chazelle o Gravity del sopraccitato Cuaron. Esattamente come questi titoli, anche The First cerca di raccontare lo spazio con intento il più possibile realistico, cercando di dare un’impressione di verosimiglianza e di calare lo spettatore nell’esperienza degli astronauti: con il formato della serie drammatica, indaga il peso emotivo, personale e familiare che chi decide di dedicare la propria vita ai viaggi nel cosmo deve affrontare. E così, anche se apparentemente diversissima, The First trova un punto di connessione con Roma di Cuaron (dove peraltro, se guardate con attenzione, vi capiterà di scorgere più di un astronauta): il cuore del racconto, che lo sfondo sia il ribollire della Storia o le profondità dell’universo, è sempre la nostra irriproducibile ed emozionante umanità. Un film per il grande schermo che finisce su Netflix, una serie televisiva in trasferta al cinema: non cambia il nostro augurio, per quest’anno e il prossimo, e indipendentemente dallo schermo che le ospita, di tante buone visioni.

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
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    Mara Morini politologa dell’Università di Genova, coordinatrice dello Standing Group “Russia e spazio post-sovietico” della Società Italiana di Scienza Politica (SISP), lascia poche chance all'accettazione da parte di Putin del "piano" messo a punto in Florida e presentato oggi dall'inviato speciale Witkoff al Cremlino, mentre Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova, già Ambasciatore e Capo di Gabinetto del ministero degli Esteri sottolinea come la tregua purtroppo si fissi sulla linea del fronte e poi le negoziazioni dovranno riuscire a ristabilire la sovranità dei territori, ma come anche l'aver affidato le trattative a uomini che non rispondo ai Parlamenti renda molto opaco tutto il processo. Donatella Di Cesare, filosofa e scrittrice, esperta internazionale di "negazionismo", l'ultimo suo libro per Einaudi si intitola Tecnofascismo, chiede conto alla fiera Più Libri Più Liberi promossa dall'Associazione italiana editori a Roma della presenza tra gli espositori della casa editrice di estrema dx Passaggio al Bosco. Infine Gianmarco Bachi annuncia "il corteo" di ascoltatrici, ascoltatori, lavoratori, collaboratrici e chi più ne ha più ne metta il prossimo 14 dicembre la mattina che dalla sede della radio in via Ollearo 5 si dirigerà alla Fabbrica del Vapore per la fine della maratona radiofonica di 50 ore e il via alle celebrazioni dei 50 anni di Radio Popolare.

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