Approfondimenti

Stazione Centrale non è più uno spazio pubblico

Le ruspe, metaforicamente parlando, sono all’opera. Alla Stazione Centrale di Milano prendono la forma di grossi cancelli di ferro, disposti lungo tutto il perimetro esterno dell’edificio, a sigillare ogni angolo riparato, ogni anfratto, ogni possibile appoggio. La posa dei manufatti è in corso proprio in questi giorni: trentacinque grate di ferro, alcune delle quali mobili, la cui installazione era stata annunciata già nel 2010 da Grandi Stazioni (con la benedizione della giunta morattiana). Lo scopo, dichiarato, di questa decisione è evitare lo stazionamento di persone, senzatetto e migranti, durante le ore notturne. Tecnicamente lo spazio della stazione è privato e la società che lo gestisce può farne quello che vuole. Ma, idealmente, si tratta di uno spazio pubblico, e politicamente una città che marginalizza il disagio e la povertà ne risponde. Massimo Conte è ricercatore di Codici – Agenzia di ricerca sociale di Milano.

Ha visto le cancellate? Da sociologo, osservatore della metropoli e anche da cittadino, che effetto le hanno fatto?

Come prima cosa risulta evidente che la Stazione Centrale non è uno spazio pubblico e diventa, anzi, a tutti gli effetti uno spazio privato a cui si può accedere solamente per finalità legate alla missione aziendale di Ferrovie dello Stato. Per inciso, bisogna ricordare che tale missione si è modificata negli ultimi anni: non più solo luogo a cui si accede per poter prendere un treno ma anche luogo di consumo e di commercio. E quindi, se non sei fruitore dei treni e se non sei diretto in uno dei tanti luoghi di consumo costruiti all’interno della stazione, cominci a non trovare il tuo posto in quello che fino a non molto tempo fa era uno spazio pubblico. E anzi, uno spazio pubblico storicamente molto importante: le stazioni sono sempre state luogo in cui le persone cercavano rifugio e protezione, non solo un ausilio meccanico alla propria mobilità ma anche un luogo dove poter trovare calore e ristoro quando si trovavano in condizioni di vita difficili e faticose.

La stazione, quindi, come luogo privato. Lo scopo, dichiarato, di questo intervento deciso da Grandi Stazioni, è quello di impedire lo stazionamento di senza tetto e clochard.

Forse è proprio questa la tendenza culturale degli ultimi anni: a essere vittime del processo di resa igienica degli spazi sono proprio le persone che portano negli spazi gli usi più irrituali e meno istituzionalmente codificati. In questo caso oggetto dell’igienificazione sono proprio le persone che alla stazione accedono non per viaggiare ma perchè hanno altri bisogni, legati alla sfera della sopravvivenza e non a quella del consumo. Io vedo in questa scelta di Grandi Stazioni una traduzione letterale di questo processo di igienizzazione degli spazi e di messa ai margini di chi non rientra nelle funzioni solitamente centrate sul consumo, una tendenza che riguarda tutta la società. Dietro le politiche del decoro mi pare ci sia proprio il tentativo di nascondere il fatto che ci sono più o meno ampi settori della nostra società che non vivono in quanto consumatori ma in quanto portatori di altre esigenze e bisogni.

E’ un processo che vede in atto in altri luoghi o contesti in questi anni?

Devo dire che, per fortuna, le politiche di questi ultimi anni del Comune di Milano hanno cercato di invertire un po’ la rotta. Però ci ricordiamo bene come negli anni di governo del centrodestra le politiche contro chi viveva in strada erano sotto gli occhi di tutti, dalla riduzione del numero di posti per l’emergenza freddo alla copertura delle grate della metropolitana da cui fuoriusciva aria calda. Mi sembra quindi che questa decisione di Ferrovie dello Stato vada proprio in controtendenza rispetto a una politica cittadina che aveva perlomeno cominciato a interrogarsi e a cercare di intervenire a sostegno di chi vive in una condizione di fragilità. Se però guardiamo il panorama nazionale soprattutto al nord, sono molte le città che hanno esplicitamente avviato una campagna contro le persone senza fissa dimora (per esempio intervenendo sulle panchine e sulla possibilità di stazionarvi). Il dibattito è un po’ sempre quello: la questione è se le persone che vivono fuori dal circuito della cittadinanza basata sulla capacità del consumo abbiano o meno diritto a vedere garantita la propria possibilità di vita e di sopravvivenza. E questo è un discrimine culturale che negli ultimi anni è stato periodicamente messo in discussione e rispetto al quale bisogna essere molto attenti: dietro la politica del decoro, dell’igienizzazione dello spazio pubblico, c’è sempre una politica di esclusione. Ovviamente inaccettabile.

  • Autore articolo
    Diana Santini
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 02/12 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 02-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 02/12 15:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 02-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 02/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 02-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 02/12/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 02-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 02/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 02-12-2025

  • PlayStop

    Una mostra dedicata alla memoria di Roberto Franceschi

    Venerdì 5 dicembre, alle 16.30, alla Casa della Memoria di Milano, ci sarà una visita guidata dedicata alle abbonate e agli abbonati di Radio Popolare alla mostra “Ombra di tutti”, un’opera ispirata al “Maglio”, il monumento dedicato a Roberto Franceschi, il giovane ucciso dalla polizia il 23 gennaio 1973. Con noi ci saranno l’artista Patrizio Raso e Cristina Franceschi, sorella di Roberto, che ha promosso il progetto con la Fondazione Roberto Franceschi onlus. Dopo la visita guidata si terrà un incontro con le associazioni dei familiari delle vittime delle stragi di piazza Fontana e della stazione di Bologna. Ogni abbonato/a può essere accompagnato/a da una persona non abbonata. Per prenotarsi: prenotazioni@radiopopolare.it. Testo e intervista all’artista di Tiziana Ricci.

    Clip - 02-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di martedì 02/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 02-12-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 02/12/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Arianna Scommegna protagonista di vari appuntamenti in teatro in Dicembre; Lucia FRanchi, condirettrice di Kilowatt, sul progetto di Residenze Digitali 25; al Piccolo Teatro Studio Alessandro Bandini con "Per sempre", da un epistolario di Giovanni Testori; la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 02-12-2025

  • PlayStop

    Di Cesare: “Sul fascismo c’è una mancanza di vigilanza culturale ed etica”

    Una casa editrice di estrema destra si iscrive alla Fiera nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri, Più liberi”, organizzata dall’Associazione editori italiani. Alcuni intellettuali si chiedono se sia opportuno ospitare pensieri razzisti o apologie del nazismo e come spiega la filosofa e scrittrice Donatella Di Cesare, esperta internazionale di "negazionismo" (l'ultimo suo libro per Einaudi si intitola “Tecnofascismo”): “Non discutiamo la libertà di pensiero e di pubblicazione per una casa editrice, ma l’idea della Fiera intitolata Più libri, Più Liberi a cui chiediamo se è giusto offrire questa vetrina ulteriore, così emblematica e significativa, dove verranno esposti autori e tematiche che in altri paesi europei come la Germania non sono tollerate”. “In Italia c’è una soglia molto bassa di attenzione, forse perché i temi storici non vengono approfonditi e siamo ancora nella vulgata del rigurgito del passato che ritorna o di temi folcloristici da non prendere seriamente e secondo me è un elemento critico e una mancanza di vigilanza culturale ed etica”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

    Clip - 02-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di martedì 02/12/2025

    C’è un tesoro in Italia, ambito da sempre, ed è il tesoro delle Assicurazioni Generali. Chi comanda a Trieste, comanda su un pezzo importante del paese. Per 70 anni il tesoro delle Generali è stato controllato da Mediobanca, che una volta era il salotto del capitalismo familiare italiano e oggi è una solida banca milanese. Nell’ultimo anno, grosso modo, due capitalisti nostrani, non si sa se anche coraggiosi, Francesco Gaetano Caltagirone, insieme a Francesco Milleri, hanno portato a termine il colpo del secolo: con un’operazione di scambio di azioni – e con il concorso esterno del MPS, fino a qualche mese fa banca di stato - hanno cacciato i vecchi azionisti dagli uffici di piazzetta Cuccia a Milano (Mediobanca) e al loro posto ci hanno messo se stessi più alcuni amici. In questo modo l’immobiliarista e editore Caltagirone, insiene al socio un po’ litigioso degli eredi Luxottica, hanno preso il controllo di Mediobanca. E lo hanno fatto con l’aiuto del MPS, banca pubblica privatizzanda. Preso il controllo di Mediobanca, i “nostri” Caltagirone&Soci hanno cominciato a vedere terra, la costa triestina, la casa mitteleuropea di Generali. Ora, su tutta questa operazione – sommariamente sintetizzata – qualcosa non ha funzionato. La Procura di Milano sta indagando per il mancato rispetto di alcune importanti formalità da codice penale: il “concerto” non previsto, il rispetto del “mercato” e delle autorità di controllo. Aspettiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso, mentre la politica rivendica i suoi meriti, giusti o sbagliati che siano. Pubblica oggi ha ospitato il giornalista e saggista Vittorio Malagutti (Domani) e il senatore del Pd Antonio Misiani.

    Pubblica - 02-12-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 02/12/2025

    A cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonello

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 02-12-2025

  • PlayStop

    A come America di martedì 02/12/2025

    Donald Trump e la svolta conservatrice della democrazia USA. A cura di Roberto Festa e Fabrizio Tonello.

    A come America - 02-12-2025

  • PlayStop

    ANNA ZAFESOVA - RUSSIA, L'IMPERO CHE NON SA MORIRE

    ANNA ZAFESOVA - RUSSIA, L'IMPERO CHE NON SA MORIRE - presentato da Michele Migone

    Note dell’autore - 02-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di martedì 02/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 02-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 02/12/2025

    Mara Morini politologa dell’Università di Genova, coordinatrice dello Standing Group “Russia e spazio post-sovietico” della Società Italiana di Scienza Politica (SISP), lascia poche chance all'accettazione da parte di Putin del "piano" messo a punto in Florida e presentato oggi dall'inviato speciale Witkoff al Cremlino, mentre Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova, già Ambasciatore e Capo di Gabinetto del ministero degli Esteri sottolinea come la tregua purtroppo si fissi sulla linea del fronte e poi le negoziazioni dovranno riuscire a ristabilire la sovranità dei territori, ma come anche l'aver affidato le trattative a uomini che non rispondo ai Parlamenti renda molto opaco tutto il processo. Donatella Di Cesare, filosofa e scrittrice, esperta internazionale di "negazionismo", l'ultimo suo libro per Einaudi si intitola Tecnofascismo, chiede conto alla fiera Più Libri Più Liberi promossa dall'Associazione italiana editori a Roma della presenza tra gli espositori della casa editrice di estrema dx Passaggio al Bosco. Infine Gianmarco Bachi annuncia "il corteo" di ascoltatrici, ascoltatori, lavoratori, collaboratrici e chi più ne ha più ne metta il prossimo 14 dicembre la mattina che dalla sede della radio in via Ollearo 5 si dirigerà alla Fabbrica del Vapore per la fine della maratona radiofonica di 50 ore e il via alle celebrazioni dei 50 anni di Radio Popolare.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 02-12-2025

Adesso in diretta