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Stati Generali: Orlando conferma le frizioni con Conte

orlando stati generali

Dopo il lancio degli “Stati Generali” dell’economia da parte del presidente del consiglio Conte, nel Partito Democratico si sono manifestati malumori. Tanto che l’appuntamento, previsto per lunedì 8 giugno, slitterà alla fine della settimana.  Andrea Orlando, figura di spicco del Pd, conferma le frizioni con Conte e spiega in questa intervista a Radio Popolare quali sono le riserve del partito sull’iniziativa.

Il Partito Democratico è in frizione con un percorso che si ritiene debba essere precisato. Siamo stati noi a sollecitare l’esigenza dell’avvio di un confronto con il Paese su scelte fondamentali che riguardano il futuro ma crediamo che questo momento debba essere preceduto da un momento istruttorio di coinvolgimento serio.

Questo lo abbiamo fatto notare non come elemento di disappunto generico ma di preoccupazione rispetto a un passaggio che non ci possiamo permettere di sbagliare.

Conte è stato un po’ avventato a lanciare questa iniziativa senza avervi consultato?

Può darsi di no, ma il tema è sapere esattamente qual è il percorso di questi “Stati Generali”. Magari Conte chiarirà che i nostri dubbi sono risolti dal metodo che verrà adottato. Ma, a ieri, noi sapevamo che c’era questo appuntamento ma non sapevamo quali fossero i presupposti e le modalità.

Dopo il vostro intervento, Conte ha cambiato rotta?

Mah, non si capisce, non sappiamo quale sia la scelta di Conte. Sembra di capire che voglia costruire un percorso che inizia giovedì e che si sviluppa nelle prossime settimane e questa sarebbe già una risposta alla domanda che abbiamo posto.

Le vostre preoccupazioni per questa improvvisazione sugli “Stati Generali” è anche che Conte vada ad accettare ricette da parte di Confindustria, con un governo subissato dalla richieste degli industriali?

Noi non è che viviamo con l’incubo di Confindustria. Abbiamo posto una questione che vale per tutti i soggetti sociali. Noi arriviamo a un passaggio che sarà un passaggio cruciale nel quale sarà importante non solo avere le idee molto chiare, ma avere il tutto il Paese attorno a questi obiettivi. Per gestire alcuni passaggi, alcune riforme, trasformazioni della nostra economia c’è bisogno di dare il tempo alle imprese, al sistema finanziario, alla pubblica amministrazione, ai lavoratori di prepararsi adeguatamente. E il metodo in questo diventa assolutamente importante. L’Europa ci chiederà in ragione degli obiettivi che insieme abbiamo definito di sviluppare una transizione green, di rafforzare gli elementi di innovazione del sistema produttivo, di fare crescere il digitale nella nostra economia. Sono tutte cose che necessitano di preparazione, di tempo e di una cooperazione tra i soggetti istituzionali sociali ed economici. Questo è anche conseguenza del metodo che si sceglie. Noi ad esempio pensiamo che il metodo di un’istruttoria, il cosiddetto  “libro bianco” possa essere utilizzata in questo passaggio.

Conte sta giocando troppo da solo una partita che  riguarda più se stesso che il governo e il Paese?

Non stiamo dicendo che Conte sta giocando da solo, non è un giudizio sulla sua condotta in generale. E’ un giudizio su un passaggio specifico che riteniamo vada gestito in modo diverso. Siamo stati d’accordo in una serie di passaggi, in questo caso abbiamo manifestato una nostra perplessità.  Il fatto che questo diventi elemento di dibattito è paradossale. Fino a ieri il rilievo era che il Pd fosse troppo subalterno a Conte e ai 5 Stelle, oggi perché facciamo un’obiezione diventiamo improvvisamente insofferenti o ostili a Conte. Mi pare non ci sia equilibrio nel raccontare questa vicenda.

Per il Pd Conte è ancora l’uomo giusto per il rilancio dell’economia italiana o ci vuole altro? Autorevoli esponenti del suo partito hanno fatto capire che vorrebbe qualcos’altro…

Non so chi siamo questi autorevoli esponenti… 

Ad esempio Goffredo Bettini…

Non mi pare abbia detto questo, ha detto che ci vuole una fase diversa. E questo credo lo condivida anche Conte. Non mi pare ci sia una riserva sulla persona. Proprio perché c’è bisogno di aprire una fase nuova non possiamo permetterci di avere passaggi a vuoto. 

Un esponente Pd a Palazzo Chigi non sarebbe meglio secondo lei? 

Io credo che Conte abbia gestito bene la fase del lockdown e la fase del riavvio. Credo che Conte sia il punto più avanzato di equilibrio di un governo che ha avuto una genesi faticosa. Non solleviamo un tema di leadership. Ma una riserva su un singolo appuntamento. Se poi questo diventa oggetto di retroscena o indiscrezioni. Non possiamo, per paura dei retroscena, rinunciare a dire quando riteniamo si debba scegliere una strada piuttosto che un’altra.

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    Michele Migone
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