
Tra una telefonata con Bin Salman su Gaza e una con Starmer sull’Ucraina, Giorgia Meloni ha trovato il tempo per dare la linea ufficiale di Palazzo Chigi sulle spiagge. La linea è: non è vero nulla. Non c’è crisi, nessun calo di presenze, anzi, gli italiani affollano spensieratamente le località balneari. Sono le opposizioni che non hanno nulla di meglio a cui aggrapparsi.
Da qualche giorno si è cominciato a realizzare che il tema non è tanto lo spritz a 12 euro o il lettino aumentato del “tot virgola”: la questione è che le persone fanno fatica ad arrivare a fine mese. Non i ricchi, certo, o i benestanti. Ma quella classe media, o medio bassa, che – magari facendo sacrifici – ai quindici giorni al mare non rinunciava. “Ma quale crisi, i ristoranti sono pieni!”, disse una volta Silvio Berlusconi. Nessun andò a verificare, ma le spiagge vuote si notano di più. E i dati lo confermano. Assobalneari, quindi Confindustria, 7 agosto: la contrazione media quest’anno è tra il 20 e il 30%. Un dato che colpisce soprattutto alcune regioni come Emilia-Romagna, Toscana, Liguria e Puglia, storici baluardi del turismo balneare italiano. Rincara la ricerca Openpolis su dati Istat: il 28% delle famiglie italiane con un figlio non può permettersi una vacanza. Il 30% se i figli sono due.I giornali della destra hanno cominciato ad alzare la cortina fumogena: macché crisi, gli italiani stanno benone. Daniela Santanché che pure – dato il ruolo – qualcosa di turismo dovrebbe masticare, nega l’evidenza e – con Fratelli d’Italia – dice che la gente non è al mare perché va finalmente nei vecchi borghi che così si ripopolano. Meloni ha deciso di intervenire perché salari bassi, lavoro precario, ceto medio impoverito sono questioni gravi e non sono di destra o di sinistra, riguardano tutti. Meglio negarle, se non si sa come affrontarle.