Approfondimenti

Spagna, Vox: “Siamo diversi dalla Lega”

Vox in Spagna

Le ultime elezioni spagnole hanno sancito a pieno titolo l’ingresso di Vox nella politica spagnola. Il partito di estrema destra ha ottenuto più del 10%. Ed è probabile che la percentuale salga nei prossimi mesi, già dalle elezioni europee di fine maggio.

Ma cosa è Vox? Cosa c’è dietro al suo successo? Qual è il suo messaggio?

Si tende a inserire questo partito nel calderone dell’estrema destra populista, sempre più popolare in diversi paesi europei. Ma in realtà siamo di fronte a un fenomeno diverso, da certi punti di vista unico.

Ne abbiamo parlato con Ivan Espinosa de los Monteros, vice-segretario per le relazioni internazionali di Vox e uno dei più stretti collaboratori del leader Santiago Abascal.

Cosa c’è dietro al successo di Vox?

Sono almeno due i motivi per i quali è imprescindibile il nostro ingresso nella scena politica.

Innanzitutto la difesa chiara e ferma del valore più importante per il nostro paese, la sua unità. Sono secoli che la Spagna si basa sulla convivenza e su una precisa configurazione. Si tratta di una delle nazioni più antiche d’Europa e del mondo, con una storia gloriosa, e sostanzialmente con pochi problemi gravi, tranne quando li creiamo noi. Ecco negli ultimi anni siamo stati noi a creare il problema dell’indipendentismo. È una battaglia interna, non ci sono fattori esterni. La responsabilità è dei nostri politici, tutti, non solo degli indipendentisti. Per esempio di chi nel corso degli anni ha dato ai nazionalisti e agli indipendentisti spazio, potere e rappresentanza. Sto pensando per esempio agli accordi con gli indipendentisti catalani per un appoggio parlamentare.

Partito Popolare e Partito Socialista hanno agito più volte in coordinamento con il nazionalismo. Hanno fatto concessioni. Per interesse, perché avevano dei complessi, per mancanza di convinzione e fermezza, spesso perché non credevano nella nostra nazione. Ho sentito alcuni politici spagnoli dire che la Spagna è una nazione di nazioni. Una barbarità.

Questo primo motivo è molto spagnolo. Non ci sono altri paesi che si vergognino del loro passato, della loro storia, dei loro simboli, della loro bandiera, del loro sistema costituzionale. In Spagna invece sì, c’è chi si vergogna di tutto questo. Qui è importante l’identità, ma attenzione quando si fanno parallelismi con partiti identitari o nazionalisti europei. La Spagna presenta similarità con gli altri paesi europei, ma da questo punto di vista è differente, quindi noi non siamo come i partiti identitari europei.

C’è poi un secondo motivo che rende indispensabile la nostra presenza, la difesa della libertà. Il nostro paese è sempre più regolato e controllato da uno stato intrusivo e ideologizzato. Non solo dal punto di vista economico. Per esempio l’ideologia è totalitaria anche quando si parla di genere dai tempi di Zapatero, e questo ha fatto moltissimi danni. Per esempio la legge che dovrebbe proteggere le donne in Spagna è una legge unica al mondo. Una legislazione specifica solo per gli uomini, tribunali solo per gli uomini.

Secondo me su questo il vostro messaggio non è molto chiaro? Infatti molti hanno scritto che siete contro le donne..

Non c’è altro paese al mondo che viola il principio secondo cui siamo tutti uguali di fronte alla legge. Qui no. Qui siamo tutti uguali, con l’eccezione degli uomini che ricevono un trattamento penale distinto. Oltretutto questa legge protegge solo le donne che subiscono violenza all’interno della coppia. L’ideologia di genere vuole applicare questa norma solo all’interno della coppia, mentre la protezione va applicata a tutte le donne, e anche a tutti gli uomini. La legge dovrebbe proteggere tutti allo stesso modo.

Cosa dice Vox del sistema delle autonomie, che regola il rapporto tra lo stato centrale e le regioni spagnole?

Il nostro sistema delle autonomie è un sistema federale sotto un altro nome. È un federalismo esagerato e asimmetrico, che ha causato diversi problemi. Ha origine nella transizione, quando gli spagnoli si volevano riconciliare, tra loro e con il loro passato. Il punto è che in quel momento si attuò con troppa generosità, con l’eccezione dei nazionalisti che misero in campo tutto il loro egoismo. Si pensava di poter risolvere così il problema del nazionalismo. Alla fine siamo invece più divisi e separati di prima. Non solo, alcuni hanno usato il sistema delle autonomie contro la loro stessa nazione. Insomma è un sistema fallito che dobbiamo eliminare.

L’autonomia si giustifica per la protezione delle particolarità territoriali. Certo in Spagna ci sono differenze e particolarità, si parlano lingue diverse. Ricordiamoci però l’uso che è stato fatto delle lingue diverse dal castigliano. Il basco è stato inventato. Il catalano, una lingua molto antica, è stato spesso utilizzato per cambiare la storia, la geografia, la cultura.

Lingue diverse non sono identità nazionali?

Non siamo una nazione di nazioni. Detto questo io non ho niente contro le identità regionali o locali, che sono parte dell’identità nazionale spagnola. Il problema è che da lì si è differenziato molto, troppo. Perché non avere lo stesso sistema sanitario in tutto il paese? Perché non avere la stessa educazione? Oltretutto questo sistema è inefficiente e molto caro.

La stampa, nazionale e internazionale, vi ha presentato come il partito dell’estrema destra spagnola. È così?

Tutte le volte che c’è un fenomeno nuovo si cerca d’inquadrarlo in categorie già esistenti, per paura che risulti incomprensibile. I media parlano di tre cose: Franco, estrema destra e parallelismi con gli altri paesi europei. Ma non è così. Perché siamo diversi dai partiti sovranisti europei? Populismo come reazione alla crisi economica non siamo noi, siamo arrivati dopo. E poi non siamo nemmeno contro l’Europa. Siamo per la libertà. Non siamo nemmeno vicini alla Lega di Matteo Salvini, soprattutto dal punto di vista economico. Salvini non vuole riequilibrare i conti pubblici, noi la pensiamo diversamente. Abbiamo più cose in comune con Fratelli d’Italia.

Ci hanno spinti la crisi catalana e il radicalismo dell’altra parte. Ho già citato la legge contro la violenza di genere, ma c’è anche la battaglia contro i nostri simboli.

Per semplificare ci hanno invece bollati come razzisti, xenofobi, fascisti.

Anche sull’immigrazione non siamo stati compresi. Siamo a favore dell’immigrazione, ma un’immigrazione regolata e legale.

Abbiamo parlato del sistema delle autonomie. Come si può risolvere la crisi catalana?

Innanzitutto ci vuole tempo. Non basteranno quattro, otto, dodici anni. La crisi è vecchia di 40 anni – oltretutto con un passaggio chiave nelle inchieste giudiziarie contro l’ex-uomo forte della Catalogna, Jordi Pujol.

Due cose.

La prima. Bisogna essere molto duri con chi ha messo in piedi tutto questo. Il processo in corso adesso qui a Madrid è solo la punta. Dovrebbero essere processate almeno 300/400 persone. E bisognerebbe avere una posizione molto netta e forte. Per ora lo stato non ha fatto praticamente nulla.

La seconda cosa: ristabilire le relazioni sociali, gli affetti. Ci vorranno tempo, soldi, educazione. Sarà molto difficile. Nella migliore delle ipotesi altri 40 anni.

Dovremo ricostruire. Bisogna però essere consapevoli del fatto che questo sia il punto di passaggio, dal quale lo stato non può più retrocedere. Siamo arrivati al fondo, ora dobbiamo risalire. Non lo faremo noi. Ripeto, ci vorrà parecchio tempo. Noi cercheremo di portare un cambio culturale.

  • Autore articolo
    Emanuele Valenti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 18/09 07:29

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 18/09 10:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 18/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 18/09/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Cult di giovedì 18/09/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 18-09-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 18/09/2025

    Pubblica, mezz’ora al giorno di incontri sull’attualità e le idee con Raffaele Liguori

    Pubblica - 18-09-2025

  • PlayStop

    A come Africa di giovedì 18/09/2025

    a cura di Sara Milanese

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 18-09-2025

  • PlayStop

    Come voleva Silvio, la separazione delle carriere è legge

    Il Senato approva in seconda lettura la riforma della giustizia della destra. Per Meloni serve a "liberare la magistratura da quella degenerazione correntizia", mentre Antonio Tajani parla di "battaglia storica fatta non per Berlusconi, che ci guarda da lassù, ma per ogni cittadino italiano". In primavera il referendum confermativo della riforma. I magistrati si preparano a mobilitarsi per il “no”. Per le opposizioni lo scopo finale della riforma è mettere la magistratura inquirente sotto il controllo politico del governo. Sul modello Trump. Ai nostri microfoni il Vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati, Marcello De Chiara: “Questa riforma cambierà l'assetto costituzionale del nostro Paese di fatto introducendo un quarto potere". Lo scopo finale della riforma non è togliere potere ai PM ma metterlo sotto il controllo politico per farlo diventare strumento delle politiche del governo. Come già fa Trump negli USA. L’intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

    Clip - 18-09-2025

  • PlayStop

    CARLO ROVELLI - IL VOLO DI FRANCESCA

    CARLO ROVELLI - IL VOLO DI FRANCESCA - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 18-09-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 18/09/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 18-09-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 18/09/2025

    Separazione delle carriere in approvazione in seconda lettura oggi in Parlamento, la maggioranza porta a compimento la riforma della giustizia che voleva Berlusconi e l’Anm si prepara al referendum per dire "no" come ci racconta Marcello De Chiara vicepresidente dell'Associazione nazionale magistrati. il 21 settembre è giornata internazionale della pace e Filomena Grasso presidente degli scout Cngei ci presenta il progetto "La pace non si scioglie" che consegnerà 21 nodi ad altrettante ambasciate. Francesco Giorgini ci racconta la giornata di sciopero generale in Francia con manifestazioni e proteste un avviso al governo che non c'è.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 18-09-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 18/09/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 18-09-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 18/09/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 18-09-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di giovedì 18/09/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 18-09-2025

Adesso in diretta