
È arrivato, come sempre, con una raffica di insulti contro il socialismo e contro Pedro Sánchez, che ha definito «delinquente locale» mentre la folla gridava «hijo de puta». Quello di questo fine settimana è il terzo viaggio di Javier Milei in Spagna, ma nessuno è stato una visita di Stato: finora, infatti, non é mai stato ricevuto da nessun rappresentante del governo Sánchez. Milei è venuto sempre come invitato speciale di incontri organizzati dall’estrema destra. Stavolta ha partecipato al Madrid Economic Forum, un raduno che ha messo di nuovo in evidenza i legami tra il mondo delle criptovalute e l’estrema destra europea. Al forum, promosso da società che assistono investitori nel paradiso fiscale di Andorra e sponsorizzato dalla piattaforma di scambio Bit2Me, si sono mescolati esponenti della destra spagnola e guru delle criptovalute, che hanno acclamato Milei come massimo esponente del vangelo libertario mondiale.
Sul palco Milei ha inscenato il suo ormai consueto show, applaudito da circa 7mila spettatori – in gran parte trentenni di sesso maschile. Il presidente argentino ha rivendicato come il suo governo sia riuscito a far scendere l’inflazione dal 230 % al 47 % in poco più di un anno, senza però citare che, nello stesso periodo, la povertà è aumentata del 13%. Poi sono arrivati i soliti attacchi allo Stato, che per Milei sarebbe un’organizzazione criminale, e alle tasse, che sarebbero un furto, per chiudere l’intervento con l’ennesimo affondo contro la «stampa corrotta» e l’invito a «combattere a muso duro».
L’entusiasmo con cui è stato accolto Milei non cancella però l’ombra lunga dello scandalo LIBRA: appena quattro mesi fa, infatti, il presidente aveva pubblicizzato su X la memecoin «ispirata alle sue idee», facendone schizzare il valore prima di un crollo del 90 % nel giro di due ore. Crollo che ha azzerato gli investimenti di decine di migliaia di piccoli risparmiatori. Per questo la sua presenza a un forum cripto finanziato da Bit2Me è stata definita «una mancanza di rispetto per i truffati».
Il binomio cripto-destra radicale ha il suo campione anche negli Stati Uniti: Donald Trump. Dietro queste operazioni si intravede un filo comune: la narrazione secondo cui la blockchain «libera» il cittadino da banche, fisco ed «élites globaliste». Piattaforme con sede in paradisi fiscali offrono alla nuova destra un mix di propaganda sul «denaro sovrano», canali opachi di raccolta fondi e icone carismatiche da monetizzare. A Madrid è andata in scena la solita retorica contro le politiche di genere, l’esaltazione dei valori giudeo-cristiani e il sostegno a Israele, senza ovviamente una sola parola di condanna per i massacri in Palestina.